Il territorio descritto con poesie e disegni


Giustamente Lugaresi afferma, nell’articolo qui sotto riportato, «non c’è pandemia che tenga, che scoraggi, che blocchi “Mia Euganea Terra”» (premio di poesia, disegno ed altro promosso dall’Associazione Levi-Montalcini di Abano, e dedicato ad Andrea Zanzotto amante e cantore dei nostri Colli). È proprio vero che nel secondo anno di pandemia, ancora una volta, gli studenti guidati dalla sapienza, dalla tenacia e dall’entusiasmo dei loro insegnanti hanno espresso gioie, dolori, sogni attraverso le loro liriche e racconti, i loro disegni, scrigno di sentimenti profondi. Ed è quindi ancor più da apprezzare, vista l’atmosfera di una quotidianità perduta, questo impegno che dalla scuola si dilata ai Colli e alle sue bellezze, visione in qualche modo confortante. Purtroppo non c’è stata una cerimonia pubblica di premiazione com’è nostra abitudine ma ogni scuola, superando le mille difficoltà del Covid, ha premiato i vincitori in private celebrazioni. I ragazzi, mi hanno riferito, sono stati ugualmente felici degli applausi dei loro compagni e anche dei premi ricevuti: orecchini d’argento per le bambine forniti da Juwelier D’Agostini di Abano Terme, collane con minerali fornite da Spinelli Gioielli e Minerali di Abano Terme, libri forniti dal Parco Regionale dei Colli Euganei e La Nuova Tribuna Letteraria. Anche gli insegnanti sono stati ricordati per il loro impegno con targhe, altri oggetti e libri. Piace quindi ricordare questa XII edizione del premio riportando le parole testuali della prefazione alla plaquette per onorare così, ancora una volta, la scuola nella sua costruttiva presenza:

Finalmente la scuola è ricominciata in presenza per piccoli e grandi e speriamo che ora non ci siano più pause o cambiamenti. La pandemia è stata severa con i ragazzi, li ha spesso privati del rapporto educativo-formativo con i loro insegnanti e della convivenza gratificante-dialettica con i coetanei. Pare che la loro preparazione ne abbia spesso risentito… anche la partecipazione al concorso è stata inevitabilmente meno ampia e articolata. Tuttavia, siccome insegnanti validi e appassionati non mancano e giovani creativi e geniali si rivelano comunque, la produzione che ci è arrivata è ricca e quanto mai straordinaria per qualità e originalità. Per quanto riguarda la formulazione del progetto per il concorso del prossimo anno abbiamo pensato di inserire i monumenti (castelli, ville) che dal Medioevo al Rinascimento e nei secoli successivi hanno arricchito numerosi il nostro territorio: lo scopo è quello di favorire tra i ragazzi una migliore conoscenza delle tante ricchezze storiche e artistiche che caratterizzano la “Mia euganea terra”.

° ° °

Il territorio descritto con poesie e disegni

Giovanni Lugaresi

in: Il Gazzettino – mercoledì 15 dicembre 2021

«Gli alunni delle scuole di Abano, Selvazzano e Limena hanno fatto incetta di premi al concorso intitolato “Mia Euganea Terra” dedicato a Zanzotto

Non c’è pandemia che tenga, che scoraggi, che blocchi. “Mia Euganea Terra” (premio di poesia, disegno ed altro) promosso dall’Associazione Levi-Montalcini di Abano, e dedicato ad Andrea Zanzotto amante e cantore dei nostri Colli, ha celebrato la sua dodicesima edizione licenziando la sua bella plaquette con i risultati relativi al 2021, mentre ha reso noto il bando di concorso per il nuovo anno. I componenti la giuria: Maria Luisa Daniele Toffanin, nota poetessa e responsabile culturale del sodalizio, lo scultore Giancarlo Frison, la poetessa Lucia Gaddo, l’architetto Paolo Pavan e il critico letterario Stefano Valentini, nel rendere noti i nomi dei vincitori e dei meglio classificati, hanno anche voluto elogiare gli insegnanti impegnati, pur fra le varie difficoltà, nella guida dei ragazzi. E per quanto riguarda la formulazione del progetto per il concorso del 2022, hanno pensato di inserire i monumenti (castelli, ville) che dal medioevo al Rinascimento e nei secoli successivi “hanno arricchito numerosi il nostro territorio”, con lo scopo evidente di «favorire tra i ragazzi una migliore conoscenza delle tante ricchezze storiche e artistiche caratterizzanti la “mia euganea terra”».

Le opere

Ma ecco l’esito dell’edizione 2021 del concorso. Primo premio a Stella Saccani della I A dell’Istituto Vittorino da Feltre di Abano (insegnante, Raffaella Varagnolo) per “Lo stagno dà un ricordo”. Secondo premio ed aequo a: Anna Maria Albertin della III A dell’Istituto comprensivo Selvazzano I per “Fuga dalla realtà” e Vittoria Longhin della III A dello stesso istituto per “Usare come mezzo l’immaginazione”. Terzo premio ex aequo a Viola Maria Cilloni della I C dell’Istituto comprensivo Petrarca di Padova per “Sguardi” e Adele Chiraldin della III B dell’Istituto Vittorino da Feltre di Abano per “Foglie di magia”. Premio Rita Levi Montalcini a Musika Ella Furlan della I G dell’Istituto Cervarese Santa Croce per “Tramonto sui Colli”. Premio Nuova Tribuna Letteraria a Emma Ferrarese della III B dell’Istituto Vittorino da Feltre di Abano per “La leggenda del lago”. Premio “Laura Bettaretto Repaci” a Rita Esposito della III G dell’Istituto Vittorino da Feltre di Abano per “Colli d’oro”.

Lo stagno dà un ricordo

Acqua increspata.

Una ninfea lieve sullo stagno sboccia.

Petali come una corona,

pistilli brillanti come oro.

Sul ponte osservo

e un ricordo lontano mi fa sorridere.

A mano con mio padre

vedevo rane saltare.

Ridevo e lui con occhi dolci mi teneva.

Penso: “La vita è bella”. Vedo i colli. È l’imbrunire.

Stella Saccani

Un insieme fortemente suggestivo che fonde in un’atmosfera magica il momento presente e l’esperienza passata, la placida bellezza del paesaggio naturale – definito attraverso piccoli dettagli – e la profondità della memoria, evocatrice di un ricordo dolcissimo. Tutto trova il suo posto in una pace il cui equilibrio si riverbera e trasmette, come attraverso una spontanea osmosi, tra la dimensione intima e il mondo esterno, tra ciò che è stato e quello che sarà, ma soprattutto nell’assoluto valore, qui e ora, dell’istante che si fa eterno.

Fuga dalla realtà

Quando la città grida

e le persone sfuggono alla ragione,

la natura dei Colli sta lì,

risuona di pace

e mi acceca di semplice perfezione.

Solo lei è capace

di rimuovere gli umani pensieri contorti

dalla mia mente imbizzarrita

da inutili complicazioni.

Anna Maria Albertin

Un unico concetto, sviluppato attraverso due strofe di esplicita immediatezza e, al medesimo tempo, di forte impatto espressivo. La confusione della quotidianità, affollata di impegni spesso convulsi che originano “pensieri contorti”, si stempera e quieta nella “semplice perfezione” del paesaggio euganeo. Anche la giovane autrice, come tutti, si trova alle prese con le “inutili complicazioni” che invadono pensieri e giornate, ma si scopre salda nel ristoro offerto da quella bellezza da cui si sente abbagliata e circondata.

Usare come mezzo l’immaginazione

Il mondo non è un posto meraviglioso?

Mi piace guardare l’orizzonte

ed immaginare le mille realtà

che potrebbero esserci dopo queste colline,

piene di curve e di buche, come la vita.

Adoro pensare alle mille possibilità

che questa vita mi pone,

scoprire l’infinito e oltre,

utilizzando come mezzo l’immaginazione.

Ero lì, sì proprio lì,

sul cucuzzolo di una delle tante rocce dei Colli euganei,

a fissare l’infinito, ed in quel preciso momento

mi rendevo conto di quanto vasto fosse il mondo.

Una delicata brezza che odorava di bosco mi sfiorava,

mentre invece una lieve nebbiolina

toccava appena la Pianura padana.

La natura è qualcosa di strabiliante,

che ha la capacità di lasciare sbalorditi.

Non sai cosa ti perdi finché non cominci.

Vittoria Longhin

Poesia che fantastica, come avveniva al giovane Leopardi di fronte alla siepe della sua Recanati, su quello che si cela, ma in realtà si offre, dietro il paesaggio e l’attimo presente. I versi ampi sembrano assecondare questa proiezione verso il domani, fertile curiosità che si sporge dalla pagina alla vita. Lo sbalordimento di fronte alla vastità di spazio e tempo non smarrisce, ma amplifica il potere dell’immaginazione e della meraviglia che, dal primo verso, costruisce passo passo l’attesa che culmina, come un incoraggiamento, nel verso finale.

Sguardi

Guardando i piccoli colli lontani

e le leggiadre farfalle

tu con il paesaggio riflesso negli occhi

osservi l’orizzonte,

le candide nuvole e il verde panorama.

I raggi del sole illuminano un fiume di gialle ginestre.

Poi arriva l’inverno e il verde porta via,

al suo posto una distesa di alberi spogli

che fluttuano sui rilievi.

Viola Maria Cilloni

Il “tu” del terzo verso può indirizzarsi tanto all’autrice stessa, in una sorta di meditazione autoriflessiva(nella quale il paesaggio, a sua volta, è “riflesso negli occhi”), quanto al lettore che è chiamato ad osservare insieme a lei. Ne deriva una composizione dove la lontananza dell’orizzonte e la prossimità dei dettagli – le farfalle, le ginestre – concorrono ad un moltiplicarsi e connettersi dell prospettive: anche il letargo invernale è soltanto una pausa apparente, se è vero che gli alberi spogli nondimeno “fluttuano” in una danza di vita.

Foglie di magia

I Colli con racconti e storie varie,

piene di magia e stregoneria,

dove prevale la fantasia

per quello che non viene spiegato

o per quello che viene sognato.

Simili a una madre affettuosa

che avvolge in una culla profonda

la sua stirpe.

Cadono lentamente mille foglioline

strappate dal vento

per poi ricadere unite

come una coperta d’inverno

nel prato primaverile.

Adele Ghiraldin

La magia evocata sin dal titolo si colloca tra storia e immaginazione, tra la lecita curiosità per ciò che “non viene spiegato” e l’altrettanto legittima, e potente, libertà di sognare. La bella immagine della seconda strofa amplifica la suggestione e prepara una conclusione inattesa, dove le stagioni si intersecano e i piani temporali si armonizzano: le foglie vengono strappate dal vento, cadono e ricadono, si riuniscono come una “scoperta d’inverno” e, infine, si posano “nel prato primaverile”, in una sorprendente sovrapposizione.

Le raffigurazioni

Primo premio a Gabriele Agostini della II C dell’Istituto comprensivo di Limena (insegnante Luciana Filippi) per “Trilogia di maggiociondolo o ebano”. Secondo classificato: Rebecca Biasio della III C dell’Istituto di Limena per “Sempre caro mi fu quest’ermo callo”. Terzo classificato: Irene Pagnussato della II C dell’Istituto di Limena per “Il tappeto colorato della primavera”. Premio “Luciana Peretti” a Giulia Colognese della II B dell’Istituto di Limena per “Solitudine”. Diversi, in entrambe le sezioni, i segnalati, mentre il Premio speciale Centro studi onorevole Sebastiano Schiavon è stato assegnato all’Istituto comprensivo Vittorino da Feltre (insegnanti Elena Barbiero, Giulia Gallo, Patrizia Losi, Valeria Pilleri, Cristina Pitton, Tiziana Ravasio, Luca Tombesi, Raffaella Varagnolo) con la seguente motivazione: «Per la qualità, in termini complessivi e individuali, del lavoro svolto sull’espressione poetica, unendo la cura della forma letteraria ad un’ampia varietà di contenuti: dalla propria esperienza intima e personale lo sguardi dei giovani poetici si allarga abbracciando luoghi, storia, tradizioni, natura».

Gabriele Agostini

“Trilogia di maggiociondolo o ebano” – Un albero in germoglio, nella continuità delle ramificazioni, è partito in tre riquadri, in ognuno dei quali il fondo e i fiori determinano una spazialità cromatica distinta legata alle diverse stagioni. I rami filiformi, colpiti da lumeggiatura bianca intensa, e le fioriture a macchia in punta di pennello ad acrilico creano una composizione elegante e di buona comunicazione espressiva.

Rebecca Biasio

“Sempre caro mi fu quest’ermo colle” – Immagine astratta in scomposizione ottotipica, che reinventa un paesaggio in una sorta di trattazione afferente alle tavole di Ishihara. Anche se il risultato finale ha esiti in disequilibrio spaziale, il linguaggio usato è innovativo ed efficace, in grado di colpire l’attenzione dell’osservatore.

Irene Pagnussato

“Il tappeto colorato della primavera” – Un albero occupa gran parte della composizione, tanto che la sua sommità è tagliata dalla cornice del foglio. Al tronco e ai rami si sommano i tratti in punta di pennello in bianco e rosa, a simulazione di petali cadenti a terra e formanti un tappeto fiorito che il nero intenso del fondo accelera in luminosità.

E con queste note di colore e poesia chiudiamo il ricordo della XII edizione del concorso “Mia Euganea Terra”.