Diario di San Silvestro 2021
in prosa-poesia non conta
Decorazione di San Silvestro fatta dall’autrice |
La sera di San Silvestro nella nebbia che ovatta i passi rapidi del tempo, io lo freno lo afferro lo fermo questo tempo nei quotidiani riti della festa vissuti con amore, pur nella coatta solitudine, per rispetto alla Vita sempre Vita, ora altra.
Stendo una tovaglia colorata simbolo d’allegria – dono della Bruna presenza cara etiope – ma stropicciata stramata imperfetta quale verità di questo nostro vivere.
Al centro un cestino vecchio per il pane – bene sacro del Creato – reso nobile da un velo rosso spesso di memorie di tanti altri San Silvestro tuttinsieme gli ultimi più esigui ma senza ombre, per segnarmi così i passi della vita per noi eterni uccelli migratori.
Dono di GIulia Artigianlegno Marmolada |
Colmo il vuoto delle assenze, che un po’ strizzano dentro con simboli di identità ancor più cari ora in questi straniti giorni per onorare sempre questa vita in noi viva, desta, benedetta: le gioiose bacche rosse del pungente agrifoglio altre più minime residui di rami sottratti all’avido merlo così nel loro ruolo presente azzerato l’antico turgore e una manciata di pigne nobili di larice là del mitico prato raccolte ante Vaia impietosa altra furia che tutto sradica e devasta.
Bruca l’insieme una pecora di gesso-ricordo del presepe quello della casa cuna, ché all’ultimo dell’anno ci sta pure il rimpianto la nostalgia ancor più ora che per reciproca difesa siamo nel vuoto degli abbracci al confino dell’umanità.
Brillano fra il tutto, sintesi della vita donata, due tre palline rosse dell’albero materno per ravvivare l’ora spenta.
E subito ti sento viva madre a me accanto con le tue mani fiorite di stupore e tu padre reduce dal campo imico usciti dalla guerra con baldanza misurata dentro sempre accesa, e lo ripeto, per quell’amore eterno per la vita.
E la sua luce splende in tre candeline dell’Ada la pianista in un sottofondo di note sciamate via dal pianoforte di via Gabelli.
Il paniere è reso più vivo ora da un presente più recente: i fiori lignei forgiati da Massimo dalle marine pigne dorate da Marco adolescente, poi altre da Giulia decorate con fantasia in quel gioco infinito ove la storia bella si rincorre pur germoglia in emozioni anche dal guscio di una noce vuota spaccata come un trionfo da Alex il più acerbo.
Manufatto di Beatrice |
A corona un filo d’argento che dà luccicore alla decorazione abbraccia tutti i palpiti i ricordi di giorni lieti livella i pieni e i vuoti delle troppe care assenze.
In questo centrotavola rispecchio la vita com’è ora con rinunce dolori scarti sacrifici e l’ansia di essere costretti soli anche se noi due insieme facciamo scintille in impegni e invenzioni.
Albero costruito da Alessandro |
Con gli altri tutti questa sera, in vari modi assenti, colloquio attraverso i fili armoniosi del telefono e nel silenzio intimo nutrito di ricordi ricordi-luce viva-vissuto copioso generoso soffuso di luce che ancora resiste ravvivata nel giorno.
Così la sera di San Silvestro mi apre gli armadi di memorie emozioni con le tue mani accanto che ancora stendono i grumi della tovaglia in vari percorsi per renderla come prima. Invano.
Rimane solo la luce della decorazione che è memoria che accende il tempo presente il tunnel del futuro in questa sera di San Silvestro infinita attesa ora del dì di festa.
Per non sbagliare mi nutro di Leopardi, mi vesto leopardata per sentirmi più forte: qua ora bisogna essere leone tigre leopardo insieme dai mandami il tuo disegno, Alessandro, per riprendere coraggio al mattino.
E a mezzanotte dopo i gamberi di tradizione e il botto dello spumante i primi fuochi d’artificio: mi rivedo alla finestra con Graziella, Milvia, Francesca… fra una miriade di colori riflessa sui vetri.
Ora un uguale cratere cromatico di luce che percorre i cieli mi dice l’inizio di un anno nuovo in una sofferta diversità ma è pure un segno consueto della nostra appartenenza all’universo genere umano.
Opera di Massimo e dell’autrice insieme |
Noi due insieme ancora, grazie cielo nella sera, nostra tradizione, a creare i personali fuochi per il dopo.
E siamo pastori e Magi insieme, è vero Brodskij, in attesa della stella ché porti Bene come allora, col Bambino-nato, un messaggio di rinascita come allora da un’umile grotta interiore, che mutò il cammino dell’umanitàsanando le ferite dell’umana angoscia.
Opera di Massimo e dell’autrice insieme |
Commovente questa sinfonia della notte di San Silvestro, che rincorre il tempo andato, le persone che ti hanno viaggiato accanto, le atmosfere festose. Commovente in particolare la cura che riservi agli oggetti che sono stati protagonisti di quella notte magica in passato.Doni un’anima a tutti i simboli del Capodanno, un’anima derivata dalle tante volte che li hai toccati con amore.”le gioiose bacche rosse del pungente agrifoglio”; “i fiori lignei forgiati da Massimo dalle marine pigne dorate”, che ti hanno accompagnato nella vita, come gli affetti, non sono mere cose, hanno una loro essenza, ti scaldano, ti sono ancore di conforto, li tieni stretti, perché ti danno sicurezza, ti aiutano ad affrontare le paure, i momenti di dolore. Nello scorrere del tempo si animano di vita fino a diventare degli spiriti. Il tuo, Marisa mia adorata, non è un rituale triste, la tua lirica, come sempre, ha la sua apertura d’ali negli ultimi versi. “Noi due insieme ancora, grazie cielo / nella sera, nostra tradizione, a creare i / personali fuochi per il dopo. / E siamo pastori e Magi insieme, è vero / Brodskij, in attesa della stella”.Degna del tuo immenso talento la citazione di Brodskij, poeta russo, la cui poesia fu giudicata “troppo indipendente” rispetto ai canoni sovietici, così nel 1964 iniziò il processo che lo condannò a 5 anni di lavori forzati in esilio. Sempre più ammirata ti abbraccio ed… eravamo in quattro, grazie al cielo, ad aspettare la mezzanotte del 2021!Maria Rizzi, 12 gennaio 2022
Sei simpatica e commovente perché penetri veramente l’anima delle cose che sono proprio la nostra salvezza. Ti stimo sempre più e ti ritengo donna eccezionale di grande sensibilità e magica nella scrittura. Ti abbraccio con grande affetto, Marisa