Gianfranco Vinante  – Un dove un altrove

… Ho letto con piacere la tua ultima fatica Un dove un altrove così ben prefata da Stefano Mecenate. E davvero è un insieme armonioso nelle sue tre parti diverse, ma con comune denominatore: sempre contenuto e forma si compenetrano in un equilibrio invidiabile. Segno di una continua ricerca interiore ed estetica propria di una maturità poetica ormai raggiunta. Anche se a pensarci bene, queste peculiarità sono già recepibili in tutta la tua precedente produzione da me letta, sono cioè espressioni della tua personalità artistica. Notevole, per insistere su questo terna, la capacità ora più pregnante di rendere il pensiero-emozione in parola nitida, pura, ma così densa, intensa da aprire sempre da “un dove un altrove”, da calarsi in cavità della mente, del cuore e creare luoghi di luce che accendono di vibrazioni i versi. E tutto con una forza di sintesi tanto più evidente quanto più profonda è l’analisi che l’ha generata. Veramente sono poesie “scelte”, sia nella prima che nella seconda parte tanto che non saprei quale preferire se non amassi molto Padova, le sue cupole, Pontecorvo; il Beato Angelico, il Natale….E che dire dei tuoi alberi. Dei passeri delle presenze, dell’attesa insieme speranza, anime anche della mia poesia? E corona d’oro sono le “sequenze di haiku” splendenti per “voce e silenzio…verso, cristallo. quest’aria/bionda…e ingemma il sangue…” conferma alle mie precedenti affermazioni. Scusami caro Gianfranco, dì queste quattro righe buttate giù in fretta: accettale come un segno di amicizia e ammirazione per la tua poesia. Tutti i tuoi versi meriterebbero un esame attento per la ricchezza spirituale e culturale di cui sono intrisi, per lo studio stilistico che li segna…