Tito Cauchi – Il Croco “La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin”

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Pomezia Notizie nr. 5/2009

Mario Richter (1935) ordinario di Letteratura francese dell’Università di Padova è autore del saggio La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin, in omaggio alla docente patavina. Il titolo è asciutto, non fornisce alcun tema; ma il testo induce il lettore a scoprirlo da sé. Desidero sostare sulle singole opere citate, per la bellezza che ho riscontrato nei versi riportati, per alcuni aspetti colti, che trovo interessanti e che di seguito propongo, rimandando in chiusura le conclusioni.

Dell’azzurro ed altro (1998). La Toffanin, per formazione, attinge ai poeti che ci hanno preceduto, ma poi incanala al proprio modo di sentire le varie voci, ha una sua lingua, nulla di più: solo alla sua sensibilità estetica e umana è lasciata la possibilità di partorire tanta ricchezza floreale. Direbbe 1′ Autore, perfino “in stagione avanzata”, chiamando questa operazione “resurrezionista” anche per le modalità di verseggiare (versi che si concatenano, accordandosi nel ritmo, con assonanze o scansioni codificate soprattutto usando “il settenario, qualche volta l’endecasillabo”). Osserva Richter che la Poetessa è capace di dare “voce al silenzio”, attraverso un costrutto che rende attuale una lontana immagine, con toni, tuttavia, che scansano la malinconia, anzi aprono alla luminosità, alla bellezza, alla gioia di vivere, grazie alla freschezza con cui è vissuto il ricordo: “E dentro sento | un brulicare denso | … | di parole nuove” (Acquerelli d’amore). E’ immediato l’accostamento al ‘recupero’ che vuole realizzare Proust.

A Tindari (2000), è l’omaggio alla cittadina in provincia di Messina, ove Maria Luisa ha trascorso un breve soggiorno; il cui nome, da solo, evoca antichità classica. Tutta la terra siciliana ha il profumo e l’incanto dei miti che si rivivono; accende la pelle, la carne, va in profondità, porta fuori quegli istinti di sana sensualità che rinvigoriscono il corpo, facendolo sentire vivo. “Fanciulli vidi | … | e fanciulle vidi | … | e unirsi insieme | in cerchi di acqua.”.

Per colli e cieli insieme, mia euganea terra, percorso d’autunno (2002), è il doveroso rinnovare i sentimenti d’amore verso la propria terra. Richter parla qui di `recupero orfico’; direi nella trepida attesa con il timore di perdere una parte o l’altra: “Mai ci fu ora d’amicizia | uguale tra noi e la natura” (Leggenda agordina).

Iter ligure (2006). Ricorda l’Autore che “la Liguria rappresenta la patria di elezione della poesia del Novecento”, basti associarvi il nome del Premio Nobel Eugenio Montale. Qui Richter si sofferma ampiamente sul motivo del titolo latino ‘iter’, osservando che il termine, non solo può essere interpretato come la contrazione di ‘itinerario’, quindi percorso, ma anche come viaggio, soprattutto in senso figurato; come si percepisce dall’uso di sostantivi e aggettivi che invitano alla gioia, come suggerisce il termine latino usato `puella’, per una rinnovata giovinezza: “E Venere dallo smeraldo fluttuante | pura rinasce, o poeta, | ‘col primo sorriso’ | e nella tela immortale s’eterna.”. La vita si fa sentire come un dono “un atto d’amore”, dice Richter. Ecco che qui l’idea del viaggio richiama quella del traguardo, come recita un verso: lei se ne sta seduta al porto “e dal sole attende risposta chiara.”.

Fragmenta (2006): fin dalla parola Latina del titolo si ha la netta impressione di una resurrezione, come usa dire l’Autore, anche altre parole latine come ‘introibo’ per indicare l’introduzione a un discorso, oppure ‘archetipo’ come recupero della primigenia aspirazione degli esseri umani. “Dentro in antico coccio | schegge di pruno | … || Io petalo piuma fiore | ora in turbine pazzo di dolore” (Attese).

Finalmente possiamo evidenziare quanto importi l’afflato poetico, più in generale, e il senso di “recuperare, rivivere, rinnovare, ringiovanire, risorgere”, in ciascuna opera, su cui il lettore può convenire. Per concludere, che la Daniele Toffanin: “E’ rimasta se stessa”, percorrendo la sua strada “di emozioni autentiche, non propriamente letterarie”; la sua anima è intessuta della sua esperienza, la sua mente si apre alla gioia di vivere. Ecco, la Poesia di Maria Luisa, sta qui: nell’invito alla speranza.