Silvana Serafin – Dell’amicizia – My red hair
Se il titolo è di per sé significativo del contenuto dell’opera, la Praefatio esplicita le intenzioni che hanno determinato l‘urgenza della scrittura. Non vi sono dubbi: si tratta di un canto/spartito dedicato ad un’amica prematuramente scomparsa, ma il cui ricordo è vibrante testimonianza in “note lucenti d’amicizia” (p.11).
L’immediatezza dei sentimenti, espressi in libertà senza pudori né pregiudizi, rivela la necessità di estrinsecare attraverso la parola poetica un dolore che urla dentro, tanto improvviso quanto inatteso. In fondo con l’amica se né andata una parte di vita dell’autrice stessa, privata di una presenza complice, con cui condividere sensazioni che solo l’animo femminile può comprendere in profondità, proprio perché si riflettono come in uno specchio.
L’immersione nella coscienza individuate, funge, pertanto, da terapia: nel sedare la ferita dell’anima, viene meno il timore di contemplare la morte “nell’anfora viola del tutto | lo sguardo la voce struggente | al nostro comune destino |nel grande mistero divino” (p.33). Due vite parallele intrecciano sentimenti, sensazioni, emozioni interscambiabili, tese a coglierel‘ordine segreto delle cose, la bellezza come fonte di sapienza, l‘amore nelle sue diverse forme, tutte comprese nell’intrinseca armonia, la verità volta al dominio del discorso che conduce alla scoperta di sé, al suo divenire soggetto del logos.
La comune ricerca del significato da attribuire all’esistenza,è scandita da momenti chiave ben fissati nella suddivisione della raccolta poetica: “ParteI. Il nostro tenero tempo”,“Parte II Ilnostro tempo maturo”. Un percorso formativo, alimentato e motivato da una lungs amicizia, nata “nella dimora d’umana cultura” (p.16), “nel bucolico spazio là | un po’ fuori dalla terra | con l’asina sempre al balcone” (p.17), a contatto con “allievi quasi amici”, pronti a recepire e a far propri gli insegnamenti etici. I legami si stringono nel condividere la quotidiana attività:la casa, i giochi dei bimbi, gli incontri conviviali,le telefonate serai, … Un tempo irripetibile, definitivamente confluito nel rimpianto della perdita non solo dell’amica, ma del sistema di vita, dell’ambiente naturale, di quel microcosmo armonioso dove l’uomo vive in simbiosi con lo spazio circostante al ritmo di una natura rassicurante.
Non contrapposizione tra campagna e città, ma tra un allora vitale di tradizioni e un oggi privo d’identità in cui gli antichi costumi, rurali o cittadini che siano, si sono perduti. La mutate fisionomia di una città, non più identificabile, è resa con efficacia ed incisivite dai seguenti versi “lavava le vecchie botteghe | vivaci intarsi allora di vita | battito ore spento di patavinità“.
Costanti ed immutati, sono il senso d’inquietudine,l‘ansia di verità “alla voce di un’etica stella” (p.18), la ricerca del bello e del giusto – cui si contrappone il mistero insondabile del “non giusto” e del male. Essi danno unità al testo, acceso dai bagliori della rossa criniera (my red hair del titolo, doveroso omaggio all’insegnante d’inglese, appassionata cultrice del mondo anglofono), dotata di vita propria ed autonoma. Secondo l’emotività del ricordo essaè infatti frizzante, docente, smarrita, radiosa, amorosa, pudica, ospitale, operosa, euforica…, identificandosi con l’essenza stessa dell’amica. Per meglio dire, attraverso l’evocazione, la poetessa stimola emozioni e riporta nel lettore il riferimento all’oggetto e ai suoi elementi costitutivi che conducono all’unità della persona.
Martellante .infine il verbo lavare ripetuto come una nenia per sottolineare le qualità intrinseche del soggetto, all’insegna delta trasparenza morale e della pulizia intellettuale, ma anche per cullare il lettore nel lamento di un canto funebre.
Un’amicizia ben più profonda della solidale appartenza di sesso, la quale “vola alto oltre il vento | della brughiera d’inverno | e non si perde” (p.55), perché sorta da una comunione d’intenti, di aspirazioni e d’orizzonti d’attesa tra due persone che vivono simultaneamente in una pluratità di presenti, di paesaggi, di situazioni. Esse sono presentate nellaloro intrinseca verità e autenticità, con il carico di inquietudini, di perplessità, d’amore e di speranza nella vita. È soprattutto la memoria ad annullare la distanza temporale, a tessere un filo lineare e ininterrotto tra passato e presente, pregni delle emozioni trascorse e delle pulsioni del momento.
In sostanza il testo, anche se apparentemente lontano dalle precedenti raccolte, fomisce una visione d’insieme sul tema dell’amore per la propria terra, costantemente rafforzato dall’evolversi dei ricordi, all‘intemo di una fitta rete di sensazioni che spostano l’attenzione dai fatti al contesto in cui sono inserite. In questo modo, spazio e tempo si compenetrano, offrendo una visione globate o circulare dei ricordi. Emozioni che cadenzano la giovinezza e la maturità della stessa autrice e tecnica compositiva si fondono in una complessa e sapiente unità estetica, costruita su una contiguità di elementi tematici. La verità poetica, intesa come sapere per la vita, emerge pertanto dal pathos e dal complesso dell’esperienza umana.