Paolo Ruffilli – E ci sono angeli
L’immagine speculare della gioia e della semplicità, l’incontro della vita con la grazia sulla scena luminosa della parola: ecco l’ultimo, felice libro di Maria Luisa Daniele Toffanin, E ci sono Angeli, una raccolta di poesie accompagnata da due partecipate note critiche, dell’accademico Mario Richter e dell’abate di Praglia Norberto Villa. All’insegna di una tenera e serena limpidezza, l’autrice vi si fa cantore di un mondo di affetti e di memorie, di figure infantili tratteggiate ed evocate con un senso semplice ma profondo della vita.
I bambini, come rigenerazione del mondo e luminoso dono divino, abitano queste pagine intense e tenerissime, nello spettro suggestivo di una scena insieme immediata e metaforica, capace di far risplendere le qualità dei piccoli e, insieme, di riflettere sulla bellezza dell’infanzia.
Maria Luisa Daniele Toffanin prende le mosse dall’originale riscoperta di un approccio rispetto alla realtà infantile fatta rifluire, con misura e trasparenza, al livello delle cose e delle figure. In una chiave in qualche modo favolistica e di preghiera, che ritorna all’evocazione della vita nel momento stesso che ne celebra la sacralità.
E, appunto, il dono della vita e il senso del suo incommensurabile valore attraversano tutto il libro e ne sono il messaggio in qualche modo squillante, anche formalmente, a livello di cromatismo verbale. Anche se, apparentemente, il tono del discorso è sommesso (quasi adeguato al possibile ascolto dei protagonisti bambini); anzi, proprio con un effetto inversamente proporzionale alla controllata contrazione del grado del parlato. Secondo una formula contemplativa che subordina i gradi del pensiero ai risvolti più umani dell’affetto e della comprensione; nella vigile volontà di ridare credibilità ai valori attraverso l’uso del “sottovoce” e fuori, dunque, da ogni intenzione retorica srotolando il filo del discorso della poesia.