Maurizio Conconi – Per colli e cieli insieme, mia euganea terra
Una forte carica vitale che sa esaltarsi e sublimarsi al contatto rigeneratore (a volte magico-fantastico) con la natura, Madre buona e santa (come una dea Euganea o Paleoveneta), un forte sentire che si esprime in immagini nitide e preziose – retaggio di una profonda cultura umanistica – un verseggiare sciolto ed armonico che non ricerca il facile effetto musicale ma che sa incidere, scolpire nell’anima. Le stagioni, i ricordi, le stesse mutazioni meteorologiche sono l’occasione per meditazioni più profonde che tendono ad invertire l’essere, i nostri destini.
I colli, come per Pascoli ed il Petrarca, invitano ad uno spirituale, intimo diario dell’anima. In Maria Luisa, elegante pittrice di immagini forti, di colori netti – quasi come tante preziose pietre incastonate assieme, per un mosaico sfavillante di riverberi – la Musa fa srotolare un magico gomitolo di fili e rime d’oro. Dal leggendario sottofondo mistico-magico e misterioso degli Euganei – dove forse i pacifici pastori vivevano una perduta età dell’oro, tra ninfe profetiche, ameni poggi ed ariosi boschetti – non spuntano estatici e languidi abbandoni, ma, al contrario, l’invito perentorio ad un’energica consapevolezza per ricomporre, rigenerati e rigeneranti, le energie vitali. Metafora la luce, un’intensa luce spirituale che esplode e ci riverbera dopo qualche tempo sale, che squarcia le brume della rassegnazione o dell’abbandono, che erompe, che costruisce, che invita… Amore, come ammirerebbe il Petrarca, trionfa e vivifica tutto l’universo. Un Dio antico, una forza misteriosa abita per le scoscese pareti di Rocca Pendice e tra le verdi solitudini monastiche di Praglia. Una Musa, una forza interiore, come potrebbe emanare dall’estasi di una sibilla, sente i destini.
Dipinge ed evoca con la parola, ammonisce, istruisce, canta un poema agreste che si tinge di lumi, di colori, di suoni, di sussulti dell’anima, di contenute emozioni Maria Luisa sa farci amare i Colli, ma soprattutto sa farci riflettere sui nostri destini, auspice una Natura amica.