Gianluca Bocchinfuso – Per colli e cieli insieme, mia euganea terra
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Il Filorosso nr. 40/2006
Presentiamo in questa nota due silloge dell’autrice Maria Luisa Daniele “Toffanin. Per colli e cieli insieme mia euganea terra è una raccolta di trentadue liriche che cantano intensamente i luoghi nativi dell’autrice, quelli più intrisi di storia e di letteratura: i colli Euganei. La Daniele Toffanin, nativa di Padova, trova la giusta ispirazione della sua parola attraverso quel mondo misterioso e affascinante che i colli Euganei procurano al suo cuore prima che al suo pensiero. E non mancano rimembranze e riferimenti letterari espliciti: «Miei colli | desiato rifugio di poesia | ancora pei sentieri Jacopo | invano Teresa recita canore | Echi lontani, vivi a svanire mai» (p. 47). È una poesia che – dopo Dell’azzurro ed altro – prolunga il legame stretto dell’autrice con la natura: orizzonte non solo generativo, ma dinamico, che cambia con i significati che tali versi danno agli angoli di tutti i luoghi. C’è una fusione completa tra i sentimenti e le emozioni propriamente umane e le cose che determinano le caratteristiche del sito naturale. Non è un rapporto secco, ma rinvigorito dall’intimità con cui l’autrice percepisce zone naturali che segnano e hanno segnato i suoi passi nel mondo: «Questi colli di casa mia | acuti pensieri di luce o | tonde pause di pace | umani in sentieri | di ali e verde di miti | così teneri nei primi chiarori | così imperiali in sereni tramonti» (p. 16): «Verde cintura al mattino | corona al capo d’ulivo | e arditi calzari di pampini | questi colli d’argento viri» (p. 59). Sono le stagioni della vita che scorrono nelle immagini dell’autrice. Stagioni che viaggiano nel tempo e si uniscono a quella presente: un’esistenza limata dagli umori e dai colori che anche le stagioni naturali concorrono a determinare. L’autrice dimostra un’empatia marcata con il paesaggio che muta nel passaggio dall’inverno alla primavera, dall’estate all’autunno.
La luce e il buio, il caldo e il freddo, il suono e i colori procurano sentimenti sempre diversi e portano ad agire e pensare in modi differenti, sempre ancorati ad un forte realismo. Non abbiamo, però. fredda oggettività: questi versi cantano luoghi che procurano piaceri e sofferenze all’animo dell’autrice, coinvolta totalmente. Quando il pessimismo raffredda il pensiero, c’è la positività della speranza di cambiare e di migliorarsi. L’approccio della Daniele Toffanin è volto alla soluzione di ogni dolorosa questione, anche perché la forza d’animo le è data proprio da questi luoghi che sprigionano energia e stimolano meraviglia, seguendo un tracciato mai fine a se stesso.
Dell’amicizia contiene invece poesie pubblicate nel 2004. Diciamo pure che i due libri stanno in continuità tra di loro. L’elemento paesaggistico è forte e presente. anche e le atmosfere che nel primo coinvolgevano ogni persona e cosa. ora sono leggermente sfumate e appaiono sedurre per intensità un solo essere, di cui non sappiamo il nome e non riusciamo a definirne totalmente le caratteristiche. È un’amica di cui nella Prefatio già emerge l’intensità del loro rapporto e la condivisione di lunghi anni di vita, che significano momenti, emozioni, confronti, discussioni, scelte: «chi; in ogni rigo di noi insieme | si sente il suono della gioia | quella umana hic et nunc | canto di confine con i’aff inno | e di chiari accordi d’acqua | dal mare dei tuoi gesti | dal profondo tuo inquisire» (p. 11).
Le poesie sono collocate in due parti: Il nostro tenero tempo e I1 nostro tempo maturo. Entrambe ci conducono unitariamente nel lungo percorso dell’amicizia, fatta di momenti e di situazione e che mette in relazione le persone all’interno di spazi definiti. Sono poesie ancorate nei luoghi cari all’autrice, che assumono connotazioni diverse, in base al sentimento di amicizia che qui è cantato. Per tali motivi, queste poesie sono piene di riti che si ripetono e di luoghi che stuzzicano la memoria: nella prima parte c’è il ricordo di una campagna che ha dato insegnamento e ha stimolato la conoscenza del mondo; nella seconda, abbiamo i luoghi urbani della città di Padova.
Il canto dell’autrice è rimpianto di spazi che non sono più uguali e che rischiano di perdere per sempre la loro precisa soggettività. Sono questi i versi in cui emerge l’emozione con cui la Daniele Toffanin si rivolge ai giovani.custodi del tempo presente e protagonisti di quello futuro. Sono i valori alti dell’eticità che lasciano traccia in alcune poesie e che diventano insegnamento da rinnovare nel tempo.