Maria Elisabetta De Stefani Zaroli – E ci sono angeli

La poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin esprime in questo libro di poesie sull’infanzia l’intera gamma dei suoi pensieri-emozioni provati per l’evento-miracolo della nascita della sua nipotina. In trepidante adorazione di fronte alla nuova culla con stupore e meraviglia sente schiudersi al suo cuore inattesi cieli | gli astri suonare sistri mai uditi prima(Colloquio).

Per dodici lune osserva e spia ogni piccolo cambiamento, ogni progressiva conquista della bimba nel cammino appena intrapreso della vita. Pessoa afferma: So avere lo stupore essenziale | che avrebbe un bambino, se nel nasce, | si accorgesse che è nato davvero… | Ah, poter avere la tua lieta incoscienza | ed essere cosciente.

Per noi adulti l’infanzia rappresenta il paradiso perduto di cui conserviamo una struggente nostalgia. Il mondo dell’infanzia è il mondo della spontaneità e della sincerità. Le emozioni, le sensazioni, i sentimenti, le idee dei bambini escono trasparenti e incontaminate nella loro primitività. Per questo essi hanno il diritto di essere protetti dagli adulti ai quali si affidano in fiducioso abbandono | fra mani fiorite di rispetto | in cammino a farsi identità unica, quindi hanno il diritto a crescere armoniosamente e a sviluppare interamente tutte le loro potenzialità per la grande sfida | di rigenerare il mondo (Infanzia-cuna).

Ma guai ai nuovi Erodi che vogliono rubare i sogni ai bambini…Il pensiero della poetessa Toffanin corre ai pericoli, quasi a volerli arginare, che incombono su tanta infanzia indifesa. Pensa all’infanzia negata, violata, calpestata, uccisa, sfruttata, affamata, malata, ferita nelle guerre. Alto si alza il suo grido di sgomento: “Piangi cielo !… e invoca il Dio della vita affinché susciti nuovi angeli in soccorso: angeli come Madre Teresa di Calcutta, i medici senza frontiere, i tanti sacerdoti missionari, i volontari che percorrono in diverse direzioni la terra per portare il loro aiuto, le tante istituzioni che operano in vari paesi…

Con la sua poesia vorrebbe innalzare un altare alla Universa infanzia (come F: Camon per la madre) perché il mondo intero prenda coscienza, perché tutti vedano, sappiano, facendoci carico ognuno di una parte di responsabilità, impegnandosi a fare qualcosa, qualsiasi cosa per proteggere e soccorrere questa infanzia toccata dal male. Ogni singola goccia va ad aggiungersi ad altre gocce per formare una cascata risanatrice.

E questa è la sua invocazione: Angeli di Dio | nostri angeli custodi | angeli della terra | presenze umane salvate l’universa infanzia, affinché si avveri il sogno di M:L:King che vide: I bambini del mondo stretti | in un girotondo di gioia… | gli occhi dei desideri | puntati alle stesse stelle. (E sarà vita).

Possa quindi ogni bambino del mondo germoglio di Dio sulla terra fiorire nel suo habitat con la gioia del papavero giallo | in mezzo al ghiaione più aspro | acceso dal sole. (Così per l’umano germoglio).

del “Cenacolo di poesia di Praglia”