Maria Antonietta Mòsele – Dell’amicizia – My red hair
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Pomezia Notizie nr. 7/2009
Della poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin è il poemetto Dell’amicizia – my red hair, vincitore del Premio “Venafro” 2004 (Edizioni Eva, 2006), e dedicato all’amica del cuore e collega–insegnante, di origine inglese, dai capelli rossi, morta prematuramente. L’Autrice racconta di come era germogliata la loro amicizia “età d’oro della vita”, delle confidenze che reciprocamente si facevano, di quella vaga innocenza che pervadeva questa sua amica, di come ella si presentava “…entrava con passo di danza |…col bel suono sulle labbra | del mai obliato vissuto inglese. | E diceva ai giovani | diceva l’urgenza | d’un vivere insieme cortese | alla voce di un’etica stella.”.
Il suo sguardo era un sorriso “Volto di sole”. Tutta dedita all’insegnamento, alla famiglia e alle pulizie di casa, era molto ospitale: invitava spesso alunni ed adulti coi quali festeggiava il carnevale e organizzava tombole, in quanto — diceva– “la scuola faceva famiglia”.
Quest’amica “dono di luce” che portava gioia e armonia tutt’intorno, in un brutto giorno, si ammala: è il “mistero dei due volti di Dio”. Quella “rossa criniera”, prima “danzante” e “incantata”, ora è “pensosa” e “devota”, “esitante”, “snervata”, “assorta | in riti purificanti”, “arresa | ai suoi calzari i più alati” “strappata | come fune nel cerchio di gesso”.
Durante la malattia, consolava al telefono gli altri, faceva disegni al suo piccolo bimbo “dono di riccioli d’oro” a cui cantava “antiche sue nenie”. “…non valse umano sortilegio | a trattenere il filo del suo vivere.”…
“Ora che la mensa | anche di lei è deserta, | in un turbine d’ali grigie | in un lamento di candele spente | si condensa il nostro silenzio. | Conforta nel profondo | solo quella luce | letizia al nodo d’anime | tra noi eletta amicizia.” E l’Autrice conclude dicendo “…Lei mi rivivrà ogni momento! come in un’infinita primavera…”
Filo conduttore del poema è quel “lavava lavava” che si ripete nei primi versi delle varie liriche, insieme a quella “rossa criniera” che ne svolge la storia, tanto gioiosa prima, quanto dolorosa poi.
Il linguaggio aulico, libero, ricco della Poetessa è alquanto originale, personalissimo. E l’opera risulta davvero degna di un Primo Premio. Brava l’Autrice!