Luisa di San Bonifacio Scimemi – E ci sono angeli – “Padova e il suo territorio” – n.151 – giugno 2011
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Padova e il suo territorio nr. 151/2011
La mia lettura di E ci sono angeli, raccolta di versi di Maria Luisa Daniele Toffanin, pubblicata da La Garangola Editrice con la bella, duplice prefazione del prof. Mario Richter, ordinario di letteratura francese presso l’Università di Padova, e dell’Abate di Praglia, Norberto Villa, inizia dalle intense note critiche comunicate direttamente all’Autrice da letterati illustri, come Antonia Arslan; Giorgio Bárberi Squarotti; Antonio Daniele; Gianni Rescigno.
Sono commenti immediati, più o meno articolati, ma spontanei, nitidi e positivi, a cui si aggiungono le annotazioni di Lugaresi, Ruffilli, Nanni, De Stefani, e altri autori di grande risonanza che, come nelle analisi ispirate di Richter e di Villa, dilatano magistralmente gli orizzonti di lettura di queste riflessioni in versi, confermando una volta ancora la fortuna e le innegabili doti poetiche di un’autrice impegnata, colta e gentile, usa a cantare con sommessa passione i paesaggi e le stagioni, la storia e i protagonisti della vita che le scorre accanto mutevole e incalzante e le penetra, dolce e bruciante, nelle vene e nel cuore.
Donna di forte sensibilità, la Daniele Toffanin è anche di temperamento risoluto: insieme all’Abate Norberto Villa, autore di versi (La mia barca è una conchiglia, Come goccia di rugiada) di fede umanissima, lungimirante e generosa, ha replicato tra le mura dell’Abbazia di Praglia i seminari di scrittura e lettura poetica che con successo aveva realizzato nelle scuole della Provincia, dando vita ad un “Cenacolo di Poesia” i cui incontri cingono l’amato territorio veneto in una rete solidale di spiritualità.
Il volumetto illustrato da Milvia Bellinello Romano (così suggestive, a pag. 25, le piccole coppie di ali — i bimbi mai nati — che s’involano lievi nel cielo…) contiene anche, in un’indovinata corrispondenza, le voci autentiche di infanzie violate provenienti da tutto il mondo: testimonianze dirette che non ci lasciano scampo, che ci chiedono ragione del nostra inerzia di spettatori globali. Intorno all’uomo, nel suo cuore confuso, ci sono angeli, angeli-custodi, epifanie divine: i bimbi, i nostri figli, innocenti testimoni — martiri, appunto, troppo spesso — e simboli della nostra tormentata umanità, piagata dalla colpa, soffocata dal dolore. Eppure capace di un sorriso, di uno sguardo, di una carezza di redenzione disegnata, secondo una prospettiva felicemente femminile, dall’inesausta sensibilità poetica di Maria Luisa Toffanin, madre-nonna tenera e partecipe, alla ricerca e alla custodia di ciò che di bello e di buono la pietà celeste riserba ancora agli uomini di buona volontà.