Maria Rizzi – per poesie e altri contributi
Sulfinie miracolo nell’ora africana
Con te, Marisa adorata, arriva il canto della Natura nella sua purezza. Un canto che sembra mai oltraggiato dall’ignavia e la superficialità di noi uomini. Pur nell’anomalo caldo africano incessante i colori, i profumi si levano come reliquie di albe e tramonti sgorgati dai primi cieli e narrano la canzone della Pace! L’ennesimo tributo quasi ossimorico a un tempo in dissonanza con la legge di Dio. Tu, angelo della penna, ripristini l’armonia tramite il tuo speciale sentire. Grazie. Sei luce e Amore!
Nella sera – Un colpo di sole
E i greggi assurgono a simboli meravigliosi del bene. “Bucano il cielo” in simbiosi con le nuvole, “miraggi di un’estate africana”. Mi chiedo quanta originalità, quanto talento e quanta sensibilità creativa sono necessarie per versi così immaginifici, così densi di metafore calde. La Toffanin non si ferma nell’edificare il ponte tra madre-Natura e il cielo. Le sue atmosfere idilliche evocano le Georgiche virgiliane, restituiscono speranza e tese in verticalità hanno ancora e sempre valore di preghiere. Odi al tempo che verrà… grazie!
Laboratorio virtuale di scrittura autobiografica 2024
Ho letto e, come sempre, mi sono commossa. Per me le tue parole sono lame ardenti che penetrano la carne e squarciano le tenebre interiori. Viviamo di ciò che siamo stati, è verissimo, l’identità di Artisti della tua levatura va rivelata, perché consacra il mondo che tende ogni giorno a essere sconsacrato, restituisce i valori che vanno rimpicciolendo, risarcisce del perduto. La tua biografia non è atto intimo, ma intimista, tensione verso il prossimo, precisa volontà di connotare i ricordi incasellandoli nelle loro finestre sul tempo. L’attesa è una finestra spalancata da sempre nel tuo vivere. E condividendola arricchisci i profani come noi, gli individui votati al “qui e ora”, al tempo che scorre veloce e macera i sentimenti al pari degli oggetti materiali. Tu insegni la danza lenta, il sapersi muovere intorno ai buchi creati dell’esistenza, per rigenerare il vuoto, riempirlo con l’amore. Hai saputo attendere tuo padre, i tuoi figli, narri la “magia” di Giulia, che ha rigenerato la tua storia. La poesia viene a cercarti, mia cara, perché conosce la tua capacità terapeutica, sa che puoi divenire specchio e sorgente di linfa nuova. Ancestrale il tuo messaggio, sei sublime messaggera del passato e della storia collettiva attraverso il dettato egli angeli che ti è stato dato in dono. Grazie. Leggendoti si torna a credere in un possibile domani.
Tante rose tante storie
Ho letto la storia delle Rose, Marisa… L’ennesimo gioiello incastonato nella tua storia. La rosa, simbolo da sempre della Letteratura, della Pittura, della Poesia, con la sua caducità insegna il tempo a noi uomini, fragili e impotenti. La prima è alba della vita, ‘innocenza smarrita’, illusioni perdute e riporta alle origini del mondo, alla capacità di assaporare i giorni, di srotolarli sereni, di non tradirli. La rosa rossa, pur atavico simbolo dell’amore, si tinge di impegno sociale, di quell’impegno che ti consente di legare gli elementi del creato alla preghiera per la rinascita delle stagioni; di baci, di luce, di armonia. E infine le rose che resistono in Ucraina, che dinanzi agli scempi perpetrati insegnano ai combattenti la fioritura della Pace. Che dire? Se non inchinarmi di fronte a questa trilogia d’amore e di sofferenza sublimata? Resti la Musa che rende altissimo il canto e possibile il silenzio delle armi. Grazie!
Per Alessandro nei suoi 11 anni
Le tue non sono liriche. Bucano l’anima vegliando ricordi, emozioni, luci. Il bene trionfa sul male e si torna al delirio di onnipotenza degli anni in fiore, del mondo perfetto, che nessun dolore poteva turbare.
Dove poter essere felici ancora
Solo gli elementi del Creato, vergini, purissimi, immuni dalla vertigine del male potranno salvare il Tempo, inteso nell’accezione Cristiana, che stiamo con fatica fronteggiando. Echi dell’ultimo Ungaretti, palpiti pascoliani, ma una cifra indistinguibile, solo tua!
Maria Rizzi, 21 marzo 2024
Magie notturne
Il risveglio di una fontana addormentata tra i guizzi di luce di novembre. Tutto nel tuo mondo di seta diviene incantesimo. Sei il preludio di un Avvento, la Speranza di una Resurrezione, il Sogno di un mondo migliore.
Maria Rizzi, 3 febbraio 2024
Filo rosso – Tu mattino
Lungo brivido scarlatto e un afflato luminoso a risarcire del buio che ci circonda. Sei immensa! Splendido il filmato… ho sentito le lacrime pungermi gli occhi di fronte al prato di “papaun”, i fiori umili tanto amati dalla mia nipotina. Ogni volta che viene deve donarmene uno.
Maria Rizzi, 28 ottobre 2023
Tu mio rosso ibisco
Splendido l’ottobre di Giulia “nel vostro andare / sorriso di lucenti occhi in fiore” e l’ibisco rosso, depositario di “memorie tenerezze infanti”. Celebri con il consueto lirismo ispiratissimo l’ennesima epifania esistenziale, lo slancio vitale del fiore del tuo grembo e del figlio del tuo giardino. Sai trascinare in autentiche vertigini… grazie Marisa.
Maria Rizzi, 17 ottobre 2023
Azzurro e oro
Il tuo mare corredato di una lirica così intensa oscura Sereni, Neruda e Baudelaire. “Ha il colore del dopo che attendo”… è già poesia!
Maria Rizzi, 20 settembre 2023
Natura conforto inesauribile rivelazione
Marisa, Maestra nell’illuminare di immagini anche adottando l’arte della sottrazione, ci doni un altro cammeo di colori, profumi e sensazioni estive. E restituisci il calice colmo di sapore dell’esistenza che temiamo di aver perduto. In te, nei tuoi versi, si compie ancora e sempre l’impossibile, a dimostrazione che Fëdor Dostoevskij asseriva il vero quando diceva: “la bellezza salverà il mondo”. Grazie per questa lirica che rappresenta un lascito e una promessa d’amore! Ti stringo al cuore insieme al nostro Nume Tutelare.
18 agosto 2021
Carissime Loredana e Maria, unite in questa condivisione emozionale, entrambe molto care al mio cuore. Dà infatti speranza, in quest’ora confusa del vivere, l’essere insieme nella verità della parola e ritrovare il senso della vita in ogni palpito di luce che la natura ci dona, sentimento che avverto vibrare in molte anime amiche.
Con gratitudine sempre nella presenza illuminata del Nume Tutelare, nostro Condottiero.
Marisa, 23 agosto 2021
Rose d’antica stirpe
Tu ne hai colto in pieno il significato. I forzati della vacanza mi deprimono. E’ una festa religiosa! Grazie mia Musa! “Esiste nel corpo la neve che non si squaglia in nessun ferragosto, rimane dentro il fiato come il mare dentro una conchiglia vuota” – Erri De Luca. Da partenopea convinta cito il grande intellettuale napoletano e vi porgo il mio augurio tramite le sue parole che riassumono il senso di una festa religiosa che diviene il momento dei forzati delle vacanze. Si può essere vicini senza grigliate, senza mete idilliache, senza Sogni comprati a prezzi altissimi. Il Sogno è in noi, se sappiamo e vogliamo indossarlo. E il Sogno non può trascendere dagli infiniti dolori che ci circondano. Un abbraccio forte e una Speranza pura di Pace!
Maria Rizzi, 14 agosto 2023
Suggestioni
Il tuo mare, Marisa, mi ha riportato in altra atmosfera, a una Poesia apparentemente lontana dalle immagini, ovvero l’Infinito. Il primo verso è diagrammatico: su quell’accentuazione in “fu” s’erge la sommità del colle. Un diagramma, un grafico, un disegno mentale, uno schema concettuale del paesaggio, davanti al quale, dentro al quale, sta per avvenire il miracolo dell’intuizione e dell’invenzione poetica. La linea dell’orizzonte, così netta nelle tue foto, sappiamo tutti che è illusoria, eppure separa la terra dal cielo, divide tutte le direzioni visibili in due categorie: quelle che intersecano la superficie terrestre, e quelle che non la intersecano. L’orizzonte, a mio avviso è l’immensa siepe, che spinge tutti a immaginare l’oltre… Grazie per questo dono speciale e un forte abbraccio! Maria, 2 agosto 2021
Marisa mia, vengo a chiederti venia per il commento relativo solo alle foto. Nell’aprire la pagina non mi era apparsa l’intera schermata. Ti sarò sembrata folle con un commento mirato solo alle immagini. Ti leggo bene e, per farmi perdonare, cerco di rispondere alle tue “Suggestioni” con le mie. Descrivi un’isola che ho visitato alcuni anni orsono, un piccolo gioiello situato tra Chioggia e Comacchio, e mi consenti di vederla ancora… L'”Infinito” è incredibilmente in tema con i tuoi versi, “l’anima s’adagia riposa alfine” evoca ‘il naufragar in tanto mare’. Qui il mare si fonde con la palude, non ha siepi, ma riflessi di madreperla, “vita pulsante in semine mollusche”, ed è risposta di vita alla morte che continua a tiranneggiare. In qualche modo lasci che la natura ci perdoni… e il tuo canto si leva altissimo e luminoso. Ti bacio grata, amica bella! Maria, 3 agosto 2021
Grazie mia carissima amica per la tua prima e seconda interpretazione che ben completa la precedente e la sublima nel senso della vita che pulsa sempre anche nell’arcano silenzio. Ecco che ancora una volta ci siamo ritrovate nell’eternità dell’infinito, nella speranza-certezza del valore positivo del nostro vivere che in ogni caso ha un battito, un input vitale per non naufragare. Ti abbraccio con immenso affetto nella tua acuta sensibilità e nella tua interpretazione critica sempre puntuale. Grazie del tuo duplice impegno culturale nella lettura del testo. Marisa, 7 agosto 2021
M. Luisa Daniele Toffanin legge “Zanzotto” L’innocenza del creato
Marisa cara, questo tributo ad Andrea Zanzotto, l’intellettuale di Pieve di Soligo, del quale proprio quest’anno si celebrerà il centenario della nascita, è uno dei tuoi cammei e l’ennesima testimonianza della sensibilità e della grandezza della tua anima. La lirica tratta dai versi giovanili presenta in nuce le peculiarità della produzione poetica successiva, ma come giustamente sottolinei, si sofferma sulla osservazione riflessiva del paesaggio, sia come ambiente concreto, sia nei suoi tratti pittorici e figurativi. Zanzotto valorizza gli elementi naturali e il piccolo borgo, ovvero il suo territorio, da cui egli sembra osservare il mondo come da un angolo protetto. Seducente, allegro e al tempo stesso disilluso il Poeta inizia il proprio viaggio verso la consapevolezza della fragilità dell’uomo. Con una disamina alata svolgi poi l’esegesi della lirica “Ligonàs”, che già nei primi versi narra l’incanto di un suo paesaggio perduto, rivisitato dalla memoria poetica come luogo dell’innocenza rigeneratrice della natura e dell’infanzia. Posso dirti da umile ascoltatrice di questo incanto, delle due voci, tua e di Zanzotto, che l’assonanza che avverti è molto forte, ‘la sua armonia e l’energia del creato’ sono tematiche che vi accomunano e creano la famosa affinità elettiva… dono raro e bellissimo. Mi complimento per l’omaggio e plaudo i due Poeti e le loro voci che accarezzano e arricchiscono. Un forte abbraccio, amica mia!
Maria, 16 aprile 2021
Cara Maria, come posso esprimerti la mia gratitudine per questa tua premura affettuosa, critica, sublime alla mia scrittura? Credo che la risposta sia proprio in questa amicizia che si nutre della parola condivisa come un atto di fede comune. E non è di tutti. Grazie sempre della tua cara presenza..
Marisa
La risposta è nella tua arte, Marisa, credimi…
Io ti considero un’amica antica della quale vado fiera.
Maria
Annuncio di Re surrezione
Sempre in levare, la mia Marisa, con i suoi tocchi soavi leva un’ode alla vita. L’anafora “No, non può morire il mondo” è il prologo dell’universo in lotta con le forze avverse per salvarsi. La Natura trionfa: “la luna col suo candore immacolato”; “nello stupore di questa primavera”; “nei silenzi virali delle stelle/brilla sempre il respiro di Dio”; la vita resiste, è nell’eco di quel sorriso ed è nella madre, nella ‘sola madre’ che annuncia la sua risposta alla morte, donando nuova vita… Sei cantico delle creature in versione XXI Secolo e in tempo di pandemia. Sei laddove gli angeli fanno forse fatica ad arrivare… Grazie di tanto dono, sei apertura d’ali e ne abbiamo tutti bisogno. Ti stimo e ti voglio bene. Siano lievi tutti i tuoi giorni
Maria, 5 aprile 2021
Cara Maria, sei unica! Sai sempre trovare la chiave di lettura più alta di ogni verso fino ad arrivare alla sfera angelica, con le tue parole. Grazie sempre per queste bellissime immagini che sai creare entrando nella mia anima e nella mia parola. Come tu hai già affermato, è proprio vero che è un miracolo condividere i nostri sentimenti, ritrovarci nei versi vivendo un attimo felice lontano dalle insidie virali. Ti penso anch’io con grande affetto e ricambio cornucopie di Bene!
Marisa
Dal fuoco etneo alle acque polesane
Divagazioni sulla mitica bellezza del paesaggio riflessa nello stile di vita dei nostri amici polesani
Cara Marisa, le tue pagine sono sempre caratterizzate da un’umanità travolgente. Non descrivi i luoghi o le persone, ma rivisiti le isole della memoria con calda, intensa partecipazione e con la capacità di rendere filmiche le tue narrazioni. Il Polesine rivive nella tua recensione – racconto, che è omaggio agli amici, con i quali hai condiviso momenti importanti della fanciullezza, ed è riflessione spirituale sul valore dei territori, sulle loro peculiarità storiche e umane, sugli aspetti che li rendono unici. Leggerti equivale a calarsi nella vicenda commovente di un Ponte creato tra due estremi della nostra penisola, che affreschi magicamente in questo modo: “un atto d’amore per due estremi, da una parte il fuoco della Sicilia, dall’altra parte le acque, raggiunte come in un volo perché noi siamo in continuo volo: siamo nomadi reali, virtuali alla ricerca della verità pure nell’esercizio poetico.” D’amore si tratta, poiché d’amore sai e vuoi scrivere, toccando le corde dell’anima di noi lettori e rendendoci più ricchi. Ti sono grata ogni volta di più e ti stringo forte al cuore insieme al nostro instancabile Condottiero!
Cara Maria, il mio più affettuoso grazie per la tua sentita partecipazione ai sentimenti da me espressi in questa prosa e per la tua capacità di valorizzare i messaggi da me trasmessi. Credimi, ho sempre nel cuore quel Polesine da me cantato anche perché ora ho là una mia cara amica che vorrei rivedere ma da cui il Covid mi ha tenuta finora lontana. Quante emozioni condivise con lei in quel paesaggio magico!
Ti abbraccio con grande affetto insieme al generoso Condottiero,
Marisa
Da sempre quel contenzioso
Sublime Marisa cara questo tuo omaggio a Dante, che rispecchia lo spirito profetico del grandissimo Poeta e gli rende autentico tributo. Riesci a creare una parabola, sotto forma di allegoria esistenziale, che attraversa la leggenda omerica di Odisseo, la vicenda del cavallo che espugnò Troia per arrivare ai nostri giorni e a trasformarci in disperati tesi ‘a imbrigliare il cavallo pazzo-progresso’… Citi nel tuo poemetto il Poeta antesignano d’ogni rivoluzione, con le sue arditezze acrobatiche, ovvero Andrea Zanzotto, e dimostri quanto la vera Poesia possa essere Rivelazione. I tuoi versi lasciano in stato di sospensione, si è tutti figli di questa grande metafora e di un presagio lontanissimo, che non abbiamo saputo mettere in conto. L’arte di noi piccoli uomini resta quella di ignorare. Purtroppo, Marisa mia, lo stiamo dimostrando ancora, nel pieno di una tragedia che verrà capita dai posteri. Sei soave. Pagine simili restituiscono dignità e altezza all’Arte. Ti abbraccio ammirata
Maria, 28 marzo 2021
Il tuo commento, cara Maria, veramente mi confonde per la tua acuta lettura e per la profondità della tua analisi. Rimaniamo abbarbicati all’arte, alla bellezza e all’amicizia. Con tutto il mio grande bene,
Marisa, 31 marzo 2021
Da sempre quel contenzioso
Sublime Marisa cara questo tuo omaggio a Dante, che rispecchia lo spirito profetico del grandissimo Poeta e gli rende autentico tributo. Riesci a creare una parabola, sotto forma di allegoria esistenziale, che attraversa la leggenda omerica di Odisseo, la vicenda del cavallo che espugnò Troia per arrivare ai nostri giorni e a trasformarci in disperati tesi ‘a imbrigliare il cavallo pazzo-progresso’… Citi nel tuo poemetto il Poeta antesignano d’ogni rivoluzione, con le sue arditezze acrobatiche, ovvero Andrea Zanzotto, e dimostri quanto la vera Poesia possa essere Rivelazione.
I tuoi versi lasciano in stato di sospensione, si è tutti figli di questa grande metafora e di un presagio lontanissimo, che non abbiamo saputo mettere in conto. L’arte di noi piccoli uomini resta quella di ignorare. Purtroppo, Marisa mia, lo stiamo dimostrando ancora, nel pieno di una tragedia che verrà capita dai posteri. Sei soave. Pagine simili restituiscono dignità e altezza all’Arte. Ti abbraccio ammirata
Maria, 28 marzo 2021
Il tuo commento, cara Maria, veramente mi confonde per la tua acuta lettura e per la profondità della tua analisi. Rimaniamo abbarbicati all’arte, alla bellezza e all’amicizia.
Con tutto il mio grande bene,
Marisa
Immenso provvido cosmo
Un canto alla cima della Marmolada delle Dolomiti, molto caro a voi veneti, ai patavini in particolare… Un canto che non elude ‘i presagi di morte’. Ma la tua poesia, Marisa cara, non nasce per celebrare il buio. È sempre e comunque in levare, infatti la cima di colpo “esplode in una raggiera gugliata /di candore” e tu levi l’ode al cosmo, che semina il bene sempre e comunque a dispetto di noi uomini… Grazie ancora di tutto e infiniti baci…
Maria
Cara Maria,
ti ringrazio sempre per la tua disponibilità critica. Credimi, è veramente un segno di stupore quando il sole illumina il Sasso Bianco tanto che, al suo primo apparire a metà febbraio (da dicembre a febbraio la vallata è senza sole), le donne del paese dicono che la montagna sorride dalla gioia di sentire il sole. Effettivamente questa luce riflessa sulla pietra accende proprio tutto il paesaggio e per me, in questo momento, è un segno di grande speranza.
Marisa, 26 febbraio 2021
Marisa mia,
condivido tutto… La metafora che adotti è degna del tuo valore di Poetessa. Sei una donna sopra le righe in tutti i sensi.
Il Premio, lo dico fraternamente, devo portarlo avanti, ma mi interessa poco. La gente aderisce, per la serietà del progetto, ma io l’ho lasciato slittare di un anno proprio per dare respiro alle case editrici coinvolte e alle biblioteche.
Marisa
Il fiume delle parole
Un breve, esaustivo Cantico sulle Parole quello della cara Maria Luisa, delle parole che premono, urgono come fatti e divengono quindi ‘giganti’ per dirla con Seneca. L’Autrice vuol porre un argine al torrente di inutili disgreganti espressioni, che creano fossati, non ponti e impediscono al vivere di riacquistare dignità. La Poetessa, si erge fiera come esempio, come maestra e invoca ‘una stella chiomata d’oro /sorta in cieli lontani lontani /che ci segni il sentiero insieme ai Re Magi”. La sua soave cifra stilistica le permette di esprimere la rabbia con voce d’angelo, di invocare la premura di ricevere parole nuove in nome di un mondo che rischia ‘di crollarci addosso addosso con il suo mistero /come una Pompei soffocata da polvere’. Calata nel triste tempo che siamo chiamati a fronteggiare Maria Luisa si sente parte del creato, non ha paura di rompere gli stampi, di scrivere con il sangue, con il dolore della donna che teme possa spegnersi ‘la scintilla celata in noi’… Inevitabilmente termina in levare la sua seconda lirica, lascia spazio alla speranza e dona alle parole il potere di traghettarci verso un sogno di pace. La ammiro sempre di più e sono fiera di esserle Amica. Un forte caldo grato abbraccio a lei e al nostro infaticabile Condottiero.
Maria
Maria, sei indicibile! Sai sempre trovare la giusta espressione per esprimere l’anima altrui e per nobilitare la scrittura che può essere oggi, come tu affermi, un modo per traghettare verso la speranza, la pace anche interiore. E ci sentiamo insieme io, te e tante altre anime che il Condottiero conduce nel cammino verso la bellezza, ci sentiamo delle privilegiate perché questa della poesia diviene un’isola ove meditare le cose del mondo, rifiutarle, ricostruirle, ristrutturarle in un comune progetto di rinascita.
Ti abbraccio sempre con grande affetto, mia preziosa amica.
Maria Luisa, 21 gennaio 2021
Pastore di memoria
Una lirica di Natale, che spinge a pensare al capolavoro di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”. Ogni pastore diviene testimone del tempo, porta in sè i ricordi della famiglia e non è compartecipe, ma protagonista del presepe, unico simbolo del Natale legato realmente alla nostra tradizione. Sei sempre lieve come carezza, Maria Luisa mia, e restituisci a questi giorni “la magia dell’infantile tempo / dilatato a dismisura nel mito”. Mito inteso non favolisticamente, ma nel senso di narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore religioso e comunque simbolico. Sei una Poetessa che dona il senso delle cose importanti, restituisce il sorriso, anche in tempi bui, e … io dopo averti letta mi sento ricca. Mi piace chiudere con i tuoi versi: ” nei domestici riti del Natale tu, infanzia, custode del Prodigio” Grazie! Ti bacio e ti rivolgo gli auguri più cari…
Maria, 24 dicembre 2020
Cara Maria, ti sono molto grata per le tue note critiche al Mio pastore. Riesci sempre a penetrare nell’anima della poesia e dell’autore. Raccolgo tutte le tue note per inserirle nel mio sito. Auguri a te e famiglia di giorni di luce insieme ai miei pastori e alla mia rosa di natale.
Un abbraccio affettuoso.
Marisa
Maria Luisa mia,
ringrazi me e ogni giorno dovrei ringraziare te, infinita
fonte di arricchimento e di dolcezza. Oggi viviamo un Natale
particolare, almeno per alcuni, più mistico, di maggiore riflessione,
e le tue liriche di raso e oro sono balsamo per le anime ferite.
Mi hai inviato un altro diamante. Nel cielo opaco di smog mi è sembrato
di vedere “un filo di candore nivale / radiosa plaga di luce nell’azzurro cristallo”
e ho immaginato la Nascita nel senso puro, incandescente, che animava
la mia infanzia. Nessuno sfarzo, spiritualità, amore, vicinanza e la ‘radice del cielo’
reincarnata in ognuno di noi. Sei un sogno di Poetessa, Amica mia!Ti voglio bene
e poso sul tuo cuore quella cosa piumata che lievita e dà senso al domani: la Speranza!
Maria
La tua vita un cantico
Cara Marisa, come sempre, spicchi il volo con i tuoi versi di velluto dedicati a un colosso come Rita Levi-Montalcini, scienziata del Novecento, che ricevette il premio Nobel per la medicina nel 1986 e fu senatrice a vita dal 2001 fino alla morte, nel 2012. Con le tue soavi capacità di versificare e di scegliere argomenti vicini al sociale, la definisci:
“soffusa d’energia interiore
fiore semprevivo-ardore
per la nicchia del pensiero”.
E sei calata nella storia della donna nata a Torino da una famiglia ebraica, che visse varie fasi della vita, studiando all’estero e, tornando poi in Italia, dove si intuisce che tu abbia avuto l’onore di conoscerla a Pistoia, entrando in sintonia con il suo sguardo severo e dolce al tempo stesso
“informali incontri con noi
subito da te ravvisati
oltre il velato sguardo
sodali in comuni ideali”.
Ti assicura, amica mia, che leggendoti ho sempre la sensazione che valichi le frontiere del possibile, in quanto riesci a rendere di un lirismo assoluto vicende che, di norma, andrebbero narrate in prosa. E’ molto più di una dote: incarni la Poesia, ne sei figlia, sorella e madre. Grazie per questi tributi e per l’onore della tua vicinanza affettiva. Sai che abiti il mio cuore.
Maria, 27 novembre 2020
Grazie Maria per aver ripercorso la vita di Rita Levi-Montalcini e di aver così inserito questo bellissimo personaggio nel contesto storico preciso. Io, nei miei versi, ho dovuto sintetizzare, come tu hai ben sottolineato, la sua storia sì ma soprattutto i nostri rapporti avendo lei creato per prima in Italia i Centri di Orientamento dell’Associazione Levi-Montalcini per aiutare i giovani nella scelta scolastica. Perché il futuro dei giovani era un’altra delle sue grandi passioni. In questo ambito ci siamo incontrate in una condivisione di ideali, così, spesso, ci siamo anche frequentate. Ad esempio è stata resa cittadina onoraria di Abano, come dico negli ultimi versi, in cui alludo ad una foto ricordo con tutto il nostro gruppo di orientatrici. Di questo lungo cammino è rimasto in suo ricordo il concorso di poesia, disegno ed altro “Mia euganea terra” patrocinato ora dalla nipote Piera. Veramente mi sento fortunata di averla conosciuta e di averla per caso rivista, come tu ben hai intuito, in altre città e perfino nella stessa Torino per festeggiare i suoi 100 anni. Questo per completare il quadro non mai completo dell’esistenza di questa scienziata-donna aperta sempre all’incontro umano.
Grazie ancora per la tua attenzione nei miei confronti: sei proprio un’amica preziosa ed insostituibile.
Marisa
Cara Marisa,
sono i tuoi tributi che mi arricchiscono e mi entusiasmano…
La vita della Levi-Montalcini l’hai affrescata in modo sublime. Tra l’altro, come ti ho scritto, era quasi impossibile renderlo in poesia, tu hai detto tutto toccando le consuete altissime vette. Ricorda che sono sempre e solo io a sentirmi onorata e felice e a vivere come un Dono di Dio. Ti stringo forte forte al cuore.
Maria
I tuoi fiori di vita
Non posso che commentare le parole della mia Amica, Poetessa sublime, con la commozione e la più profonda condivisione. Il ricordo della mamma avvolge, come bolla di vetro magico, l’intero universo della Donna e dell’Artista. È vivo e vibrante nelle creature di madre natura, ma anche e soprattutto ‘nel calore della casa / che si rinnova ogni giorno’ e ‘nella matta /sbrigliata fantasia a me donata’. La mamma, in questa lirica sublime, non viene angelicata, ma resa anima eterna della Poetessa. In fondo dal grembo si nasce e al grembo si torna e si resta figli /figlie per tutti i giorni che ci vengono dati in dote. Un inno d’amore intimista, non intimo, in quanto affresca un quadro di emozioni universali.
Ringrazio Marisa per quest’ennesimo dono!
Maria, 17 novembre 2020
Sempre grata per la tua affettuosa presenza nella mia poesia che sai leggere sempre con acuto pensiero. Un abbraccio affettuoso di tutto cuore,
Marisa, 19 novembre 2020
Grazie, cara Maria, per quella “donna delle meraviglie”, mi è molto piaciuto! Credo veramente, al di là delle tue splendide riflessioni, che in questo momento sia urgente vivere la nostra vita nella bellezza della natura e approfondire il colloquio con il creato in cui possiamo ritrovare orme di presenze care come quella di mia madre che io ritrovo nell’Erba Luigia, la pianta da lei più amata, che odora di limoncello e che ha quei fiori esili e forti, metafora della nostra vita. E così la memoria diviene luogo in cui ritrovare altro nutrimento per resistere al delirio di questo tempo. E ti riporto dei versi tratti da “Sottovoce a te madre” con prefazione, pensati, del nostro amato Nazario:
“… e l’Erba Luisa diafana nuvola
nel turgido verde-emozionale essenza
tra le mani anche dell’aria
a tronco in vigoroso slancio
misura del tempo ormai bruciato
in un anomalo lampo.”
E diviene l’immagine e la memoria della madre stessa
“… assente presente accanto a noi
brezza essenza foglie fiori.”
E così, concludendo, e ringraziandoti ancora per il tuo viaggio attraverso la mia poesia, ribadisco che la nostra resistenza a questo tempo difficile può avvenire per tutti noi proprio nel conforto-colloquio con la bellezza del creato e con la memoria come rinascita interiore.
Un abbraccio affettuosissimo con tutto il mio cuore,
Maria Luisa
15 novembre 2020
Si rincorrono i colori d’autunno
“Leggere il giardino”, nuovo visionario e realistico volo della nostra Maria Luisa che attribuisce alla Poesia il senso delle storie che ama, delle passioni che coltiva… Il suo novembre, appendice dell’estate, è dipinto con colori che farebbero invidia a un artista figurativo in questa lirica che celebra la Natura, ma com’è usanza dell’Autrice patavina diviene grande allegoria della vita che scorre.
“Tutto è splendida congiunzione di colori-vita
segno dell’amore-concordia che percorre
da sempre l’universo, nostra fede ancora
pur fra le lacrime l’affanno di chi in bilico
fra l’alfa e l’omega, vacilla sulla corda”.
I versi citati, che possono definirsi Poesia compiuta in se stessi ne rappresentano la grande dimostrazione. Le creature del giardino, miracoli lirici, come tutti gli esseri viventi, si accordano alle umane vicende e divengono presagi di nuove armonie, perché non ‘si vacilla sulla corda’ per tempi infiniti. Sguardo d’amore posato sul sociale, che con la levità, che caratterizza Maria Luisa, mette in risalto quanto le perdite spingano a intensificare i sensi. Non si muore un po’ per volta, si nasce morendo, visto che le due realtà sono intimamente legate. Un affresco di sole, di colori, di profumi, di riflessioni, composto con i cinque sensi e donato con il consueto amore. Grazie, amica mia! Sei la donna delle meraviglie. Ti bacio.
Maria
13 novembre 2020
Omnes Sancti
Maria Luisa mia, le tue tre liriche scandiscono il cammino di fede percorso dal 1998 a oggi in onore dei tuoi genitori e del testimone, che con amore immenso, ti hanno passato. La cifra stilistica ha toni epici, grandiosi, inimitabili e lo asserisco senza alcuna enfasi, con onestà intellettuale. Di fronte ai tuoi versi mi sono sentita inadeguata. La festa di Ognissanti è stata celebrata dai tuoi ‘come la più importante dell’anno’ e questo assunto è già segno di anime d’immenso respiro. Per dirla con Sant’Agostino:
“Ora voi sapienti di cielo e terra
fili lucenti riceventi messaggini
di noi figli esuli dal Padre
illuminate, di grazia, la città dell’uomo
smarrita in un deserto virale
greve per scorie sociali ed ombre interiori”
La fatica del vivere ricorre anche nelle altre liriche, evocando Montale e i grandi della nostra Letteratura. Nel leggerti ho preso coscienza, una volta di più, che l’esistenza scorre come un respiro e dentro lascia la nostalgia del perduto e la consapevolezza dell’esempio da seguire. Ogni giorno che passa tesse il filo invisibile dei ricordi e questi ultimi non muoiono mai, al massimo si addormentano. Sei Donna d’Amore, amica mia, tesa ad arco verso gli altri. Ti ammiro infinitamente e ti stringo a me, insieme al nostro infaticabile Nazario.
3 novembre 2020
Scorre l’eterno
Maria Luisa mia, sei sempre attenta ai momenti storici e stendi veli di levità e di armonia sulla paura e sul dolore. Con i tuoi versi, intrisi di magia, tutto si ferma. L’eternità è racchiusa nell’attimo presente, come dovrebbe essere, visto che siamo figli del momento e dovremmo legarci al concetto: “ogni giorno è il giorno”.
Con il tuo stile soave affreschi bimbi che giocano in un giardino ‘dei vesperali colori
di cielo e terra oltre il mare’ e il mondo sembra un’ampolla di vetro, qualcosa che ci ricorda di non soffiare troppo forte. La chiusa, da brividi, è lirica in se stessa e riassume il senso della Poesia. Grazie, Amica di voli pindarici, di luce e di speranza. Ti voglio bene e ti stringo insieme al nostro Condottiero!
17 ottobre 2020
Bellezza d’armonia-dolore insieme
Una preghiera, un lungo momento di celebrazione dei nostri fratelli che hanno affrontato la fine da soli e dei loro parenti ai quali è stato negato di assisterli e di salutarli degnamente.
“Ali bianche d’innocenza volano nell’ora
memorante Bergamo-città-famiglia
di troppi figli orfana”
impossibile evitare la commozione. Prendere atto, una volta di più, che attraversiamo un anno che nessuno avrebbe potuto immaginare. Sottrazione di vite in tutto il mondo, anche nei paesi nei quali le strutture sanitarie non sono adeguate e, soprattutto, le persone sono “invisibili”, in quanto non registrate alla nascita. Il tuo Cantico, Maria Luisa mia, ti rivela ancora la donna impegnata nel sociale, tesa ad arco verso il prossimo. Le tue parole sono scintillanti come diamanti e si incastonano nei drammi lenendo, almeno in parte, gli strappi e gli addii. Ti ringrazio, ti ammiro…
Maria Rizzi
Grazie, cara Maria, della tua presenza critica così sensibile e affettuosa, presenza a me molto gradita e cara.
6 ottobre 2020
Il miracolo di un libro di poesia
Leggo della meravigliosa iniziativa “Il miracolo di un libro di poesia” portata avanti a Rocca Pietore da un gruppo di autentici intellettuali per consentire la donazione di Borse di Studio a tutte le categorie di studenti e mi rendo conto che il Covid non arresta la beneficienza, lo spirito di solidarietà, l’amore verso il prossimo. Non mi stupisce che il testo che ha consentito di raccogliere i fondi sia stato quello della cara Maria Luisa Daniele Toffanin “La casa in mezzo al prato in Bosco Verde”. Le poesie estratte dal testo e postate in questa pagina rappresentano diamanti incastonati nel cuore di Leucade ed ennesime risposte alle liriche postate in precedenza dagli altri brillanti Autori del blog. Si tratta infatti di un poemetto che ricorda la Via Crucis scandendola al battito del procedere dei cavalli, delle greggi, degli ‘spazi d’agresti riti montani’, di ‘di mufloni nell’acerba primavera / inarcati in amorose lotte’. La Natura è in festa, come i ‘foresti e paesani’ che ‘intrecciano ghirlande di parole nuove’. Un’Ode a Cristo, una processione di fede e di speranza che nel mistero del dolore dell’Uomo attende milioni di Resurrezioni. Un miracolo di Arte, di Fede, di Amore… Ringrazio la nostra Poetessa patavina per sì immenso Dono e per la causa che ha portato avanti con i suoi familiari. Un grande abbraccio,
Maria Rizzi
Sono felice, cara Maria, di averti ritrovata nella Parola della poesia da te con originalità interpretata e nella condivisione di questa esperienza di solidarietà culturale a cui tante tante mani hanno contribuito in una trama d’amore per l’agordino deturpato e per i giovani turbati dall’uragano Vaia. Grazie sempre della tua affettuosa e viva partecipazione.
Maria Luisa
23 settembre 2020
Poesie sul COVID
Maria Luisa non ti smentisci mai. Sei attenta ai battiti della vita, li scandisci al ritmo dei tuoi, e soffri, ti consumi per i dolori, per le nuove realtà, che canti evocando Gianni Rodari per sminuire l’impatto dello strazio, del non potersi abbracciare, toccare:
“Noi siam le mascherine
con gli occhi a mandorline
venute da lontano
andiamo in tutto il mondo
per la festa della vita
giochiamo al girotondo
ma a distanza sociale”.
Diventa fiaba la vita che conduciamo da mesi e che non darà tregua tanto presto. Alludi alla ‘cabala’, quale termine più adatto ai giorni che ‘ci vivono’ togliendoci l’immaginazione, lo spirito insolente e meraviglioso che consentiva di sentirci brividi di eternità. E, amica mia, di versi di oro e seta e di passi lievi sulle storie difficili, non dimentichi che:
“Dove sembra la fine improvvisa della strada
là può sorgere un nuovo inatteso cammino.”
La tua Silloge vibra di consapevolezza, di solidarietà, di pietas e di un amore che travolge e che rappresenta l’antidoto più potente per il male che vorrebbe disarmarci. Siamo vivi! Anche grazie a te. Ti voglio bene. (14 agosto 2020)
A colloquio con il poeta
La magistrale Maria Luisa ha riletto due liriche famosissime del Premio Nobel Salvatore Quasimodo “Alle fronde dei salici” e del soldato semplice Giuseppe Ungaretti “San Martino al Carso” scritta, quest’ultima, nel 1916 su fronte di trincea del Carso. La nostra Autrice attua un’operazione artistica di alto livello trasferendo le emozioni dei due Poeti ai tempi attuali, instaurando un confronto dialettico con il Poeta nato in Alessandria d’Egitto, che tornò in patria nel 1942. Maria Luisa si ispira alla chiusa della lirica di Ungaretti: “è il mio cuore /il paese più straziato.” per creare un’analogia con il vento virale che rende il mondo ‘paese straziato’ ed estende il concetto alla lirica di Quasimodo, asserendo:
“vorrei appendere alle fronde dei salici la cetra
ora che l’ordine vitale da tempo scardinato
d’improvviso s’è squarciato azzerando ogni
liturgia
e noi travolti tutti nel girone infernale
del terzo conflitto globale.”
Definire la parabola dell’Artista patavina una parafrasi non credo sia errato, visto che ella espone i testi con parole proprie, accompagnandoli con sviluppi e chiarimenti, ma ho la sensazione che sia riduttivo. Maria Luisa attua delle interlocuzioni liriche, e le ampia creando una breve Silloge, che prende spunto dai versi dei classici, ma squarcia le tenebre del passato con l’attualità delle sue poesie, corredate di titoli, tese a scegliere tra tutti i sentimenti la Speranza, e cita il poeta tedesco Rilke, che afferma “che i vivi sono ossessionati dalla distinzione tra i vivi e i morti’ e precisa che egli crede ‘in altri esseri, gli angeli, che non notano alcuna differenza’. E la nostra Poetessa, riferendosi a lui, recita:
” ne sortirà un uomo nuovo plasmato dalle attese disperanti:
muoverà umili passi in ascesa della montagna dei
Beati”
Di certo la stessa Maria Luisa scrive come un angelo. Dona liriche che stordiscono e che ci rendono meno prostrati. L’Arte pura è balsamo per tutte le ferite. La Poetessa ne è consapevole e sparge il suo miracoloso unguento. Stregata da tanto incantesimo la ringrazio e la stringo con tutto il cuore! (7 agosto 2020)
In diretta dalla RAI: reinventiamo l’ora delle camicie
A dir poco avvincente la lettura di questi quattro racconti della cara Maria Luisa Daniele Toffanin, che ho avuto l’onore di conoscere e premiare. Ero consapevole delle sue capacità poetiche, non la conoscevo in prosa e devo dire che questo mese d’aprile scandito dal ‘canto’ del ferro sulle stoffe di varia fattura, ricorda per ritmo e armonia una ballata. Questo dolcissimo componimento musicale a carattere sentimentale, diviso in quattro tempi – settimane – ha la grande struttura dell’allegoria di un’intera vita attraverso l’atto dello stirare e la presa di coscienza di un fermo – vita e di orrori inimmaginabili. Tutte le componenti di questa metafora esistenziale hanno come filo conduttore il passo di danza della Scrittrice, che narra, seduce, avvolge, coinvolge. Gli eventi del passato riemergono dai territori della memoria e la saudade è palpabile… nei periodi tragici il potere dei ricordi può essere sfiancante e curante al tempo stesso… Le verità della vita lievitano nelle righe e tra di esse e spesso commuovono, in quanto le storie evocate nel giro di ballo sono condivisibili ed è risaputo che la Letteratura autentica crea uno stato di empatia tra chi scrive e coloro che leggono. Posso dire di essere uscita arricchita in ogni senso da questo valzer con il ferro da stiro, anche se non ho stirato meravigliose tovaglie o lenzuola cucite da parenti. Le camicie sì… e da oggi in poi le vivrò con levità e con la fantasia in libertà. Grazie Maria Luisa, possiedi un talento straordinario!… 21 maggio 2020
Si vive la macchia, si vive la macchia
E ancora e sempre hai creato un capolavoro, giocando sulla tesi – antitesi – alla macchia – la macchia-…
Ed è la tua lirica un ricamo d’impegno civile e di malinconica nostalgia della macchia intesa soltanto come ricorso a madre – natura, ai suoi miracoli poetici, alla sua indicibile, sussurrata quiete.
Bellissimo il distinguo tra i due stati d’essere. Viviamo effettivamente nascosti, in luoghi dell’anima che fungano da riparo e da isolamento e gli elementi della natura che tessi con rara abilità, sembrano portare avanti ‘la loro vita operosa’, che a tratti, ci appare priva di senso, ma rappresenta, forse, il senso solenne dell’andare avanti. La vita continua, vibra, palpita e noi, troppo spesso spettatori, torneremo a farne parte da protagonisti. Sei una Poetessa sublime, amica mia. Grazie di aver impreziosito il sabato con tanto Dono! E grazie di esistere.