Sebastiano Gesù – Introduzione a L’attesa perlata di stelle e rugiada
I sogni del pesce rosso
Salta subito all’occhio del lettore di questa raffinata plaquette, e Pardini nella sua colta prefazione lo evidenzia chiaramente, che la poetica della Toffanin è permeata da un forte sentimento panico, da una percezione assai profonda degli elementi naturali per esprimere il suo sentimento d’arte e ancor più quello umano. L’autrice esprime con abbondante dovizia il suo giocoso stato d’animo che rivela raggiante felicità per la venuta al mondo del nipotino attraverso l’utilizzo di elementi naturali che fanno entrare in contatto, anzi fondono l’essere umano e il mondo all’unisono.
La Toffanin nella sua poesia accoglie modi, forme e immagini che si trasformano in eloquenti metafore, in abbandoni alle suggestioni cosmiche, che, per usare le sue parole, “smuovono incantesimi”. Tutto l’universo – ci vuole dire la poetessa – cospira, ma forse è più giusto dire, con le parole di La Fontaine, – rispolverate di recente da Franco Battiato – obbedisce all’amore, in questo caso di nonna amorevole e affettuosa. L’amore smuove le montagne e fa scatenare tempeste nell’animo umano, commuove il creato e tutto magicamente si trasforma in musica: il cinguettio degli uccelli, il tremolio delle foglie, il luccichio delle stelle, l’ondeggiare dell’acqua e persino la pallida, la solitaria e indifferente luna partecipa a questa sinfonia festosa e sfavillante del firmamento.
Assai delicata e tenera ci appare la metafora dell’utero materno, confortevole acquario, dove il piccolo nipotino fluttua nel liquido amniotico come un pesciolino rosso dentro la trasparente boccia di vetro, pronto a trasformarsi da crisalide a farfalla, “per sfidare l’aria immensa”e divenire “uomo libero e felice”.
“Ora con magia di nonna / nel cuore ti poso in dono / i sogni del pesce rosso”.
Arcano auspicio, sortilegio di nonna, amorevole segno premonitore, che conferisce alla stessa poetessa un misterico potere divinatorio che l’avvicina al Creatore.