Gianpaolo Romanato – Presentazione a I luoghi di Sebastiano [Schiavon]

Un uomo d’altri tempi, Sebastiano Schiavon (1883-1922), il leader del mondo contadino che infiammò le campagne venete negli anni precedenti la prima guerra mondiale e fu eletto due volte in Parlamento, nel 1913 e nel 1919. Morto quasi un secolo fa, vissuto in un Veneto ancora largamente premoderno, non era ormai che un nome disperso in volumi che oggi maneggiano solo gli studiosi di mestiere. A trarlo dall’oblio, ricostruendone la vita breve e drammatica, fu Massimo Toffanin, legato alla sua memoria anche da ascendenze famigliari.

Il suo volume (Sebastiano Schiavon. Lo“strapazzasiori”, Padova 2005), denso di note, di riferimenti bibliografici e d’archivio, ci ha fatto ritrovare un personaggio vivo, autentico, sanguigno, che fece scelte difficili, drammatiche, meritevoli di essere ripensate. Una per tutte: nel maggio del 1915 fu uno dei pochi parlamentari che votarono contro la concessione dei pieni poteri al Governo Salandra. Perché quel voto merita rispetto e attenzione? Perché se i deputati che la pensavano come Schiavon fossero stati maggioranza invece che minoranza, ci saremmo risparmiati l’entrata in guerra, settecentomila morti e una crisi che poi travolse tutte le istituzioni rappresentative, regalandoci il fascismo.

Ma anche quel libro di Massimo Toffanin era destinato ad un pubblico scelto, selezionato, di “addetti ai lavori”. Ben pochi giovani, forse nessuno, mette gli occhi su libri come quello, pieni di note, di riflessioni, di minute discussioni. E così l’autore ha pensato di trasferire la sua ricerca, con la collaborazione di Maria Luisa Daniele Toffanin, in un testo più semplice, discorsivo, fatto di domande e risposte, pensato come un dialogo con la nipote adolescente, che nulla sa di Schiavon e delle lotte sociali di allora.

Ne è nato questo volumetto – cui auguro successo e diffusione – rivolto ai giovani d’oggi, che hanno il diritto (e anche il dovere) di sapere quante sofferenze ci sono dietro il loro benessere attuale, quanti Schiavon ci sono all’origine di quella fragile società opulenta in cui vivono.