Rosapineta: Si vive alla macchia, si vive la macchia


In questa pandemia si vive tutto in modo altro. Affermazione quasi banale, ma reale perché anche la semplice frequentazione di un negozio diviene operazione nuova e diversa dall’abituale. Si vive così anche il mare oggi, con attenzione per sé e per gli altri. In particolare si evita la spiaggia il sabato e la domenica quando tribù di giovani tutti insieme sono completamente dimentichi del prima e di ora e si divertono là cercando di ricuperare il perduto. Non seguono quindi alcuna norma quando anche qui a Rosapineta si devono rispettare le regole proposte di distanza fisica e mascherina, obbligatorie anzi per ogni tipo di incontro commerciale od altro. Allora dato che non tutti si attengono alla normativa con comportamenti responsabili, si cercano risorse nuove, si scoprono luoghi nuovi, segreti, con altre visioni marine e di vita. Ecco, da questa situazione, da tali scoperte è nata la poesia qui proposta corredata da fotografie che abbiamo condiviso con altre amiche creando una specie di presentazione virtuale. Emerge, come discorso generale, che i versi hanno suscitato in ognuna ricordi di giorni felici, spensierati, di tempi altri.

Si vive alla macchia, si vive la macchia

Si vive ora alla macchia
braccati dall’usurpatore
indifesi al nulla-civico rispetto
disarmati da voi che comunicate
si vive smarriti alla macchia
senza rifugio interiore
nell’afasia dell’anima.

Altro è vivere la macchia
respiro d’aria rigenerante
laboratorio operoso di madre natura
ove le more grevi di frutti poggiano
sulle asparagine selvatiche.
Le tamerici ombreggiano
l’oro delle belle di notte e
l’ontano troneggia rassicurante
al piegarsi insicuro della canna.
Ondeggia al vento il pioppo cipressino
altro referente certo
tra voli e canti sublimi
infimi insetti assordanti
in un mutare d’ombre e luci.

Si vive ora la macchia
fra paradigmi ovunque d’umano sentire.

Oltre tra ultimi petali morbidi
d’un lilla evanescente
improvviso s’apre su un balcone di dune
un filo lontano d’azzurro marino
s’insinua segreto il salmastro
nell’umore acceso di macchia.

E sul sentiero del sole
chioccioline infinite
imperlano stecchi reti barriere
imperlano il negativo con lievi ricami
quasi sospesi nell’aria
minuta storia di vita operosa
a noi non noto il senso.

O mia natura qui gloriosa
nella tua etica estetica fusione
prodigio d’appartenenza
a noi messaggio da svelare.

Rosapineta, 29 luglio 2020

E ognuno, come in una conversazione attraverso le mail e whatsapp, ha espresso qualcosa di sé.

E ancora e sempre hai creato un capolavoro, giocando sulla tesi-antitesi – alla macchia-la macchia…

Ed è la tua lirica un ricamo d’impegno civile e di malinconica nostalgia della macchia intesa soltanto come ricorso a madre -natura, ai suoi miracoli poetici, alla sua indicibile, sussurrata quiete.

Bellissimo il distinguo tra i due stati d’essere. Viviamo effettivamente nascosti, in luoghi dell’anima che fungano da riparo e da isolamento e gli elementi della natura che tessi con rara abilità, sembrano portare avanti ‘la loro vita operosa’, che a tratti, ci appare priva di senso, ma rappresenta, forse, il senso solenne dell’andare avanti. La vita continua, vibra, palpita e noi, troppo spesso spettatori, torneremo a farne parte da protagonisti. Sei una Poetessa sublime, amica mia. Grazie di aver impreziosito il sabato con tanto Dono!

E grazie di esistere.

Maria

L’abate Norberto invece esalta Il canto segreto e luminoso della Natura in continua effusiva Creazione è il giubilo del Dio con noi…

Milvia, come Luciana, di fronte a queste immagini, rievoca ricordi della giovinezza. Essendo una pittrice e abile illustratrice di libri per bambini, sottolinea il valore delle espressioni usate e interviene dicendo: Bella, tu disegni con le parole.

Mentre Luciana, in quelle dune che si aprono in nuovi orizzonti marini, intravede Oltre affermando: Ho sentito la Speranza tra quelle dune…Grazie Marisa delle tante immagini a me care.

E Vittoria, ugualmente condividendo il ricordo, si sofferma in note anche di carattere critico sulla visione a lei più cara: Lo sai che la tua poesia non poteva non piacermi perché evoca ricordi di quei luoghi che ho percorso in anni felici. Tutto contribuiva a farne momenti speciali: la giovinezza con la sua energia e un po’ di spensieratezza. La vita all’aria aperta e nella natura… Ma della tua poesia in particolare due versi bellissimi: “improvviso s’apre su un balcone di dune un filo lontano d’azzurro marino”… quante volte percorsa la salita della duna appariva la linea del mare… brava!

Anche per Roberta queste immagini e altre offrono gioia, pur avvertendo all’inizio note inquietanti relative alla situazione in cui viviamo: … l’inizio mette ansia ma poi, scorrendo riga per riga, le frasi si sono trasformate dentro me in immagini bellissime portando serenità e bellezza.

Roberta, che è una creativa e ha un gusto innato per il bello (fa pittura, ama la poesia e crea modelli), conclude: complimenti per il vestito indossato per la presentazione virtuale. È lei la creatrice di questo abito e veramente è stata geniale a trasformare così un pareo sorrentino.

Ma ritorniamo al paesaggio. Si uniscono nell’esaltarlo: Elvira, Piermarina, Paola, Arrigo e Luisa affascinata dalla teoria delle chioccioline, quasi come in una processione, che le ricorda altre analoghe visioni. Ma ecco che si leva la voce affettuosa di Bruna che si ricollega anche a Vittoria condividendo l’immagine del filo d’azzurro marino. Ma lasciamole rispettosamente la parola: Alla prima struggente strofa che racconta il dolore dei nostri giorni, segue commovente la tua presentazione della macchia respiro d’aria rigenerante in un paesaggio arboreo fresco e vivo. Il testo armonioso e ricco di aggettivi come tu sai ben distribuire, pone in evidenza aspetti, vissuti da te, della spiaggia che si apre su un balcone di dune e lievi ricami che coprono quasi come un gioco il negativo delle cose presenti. Stupenda la natura gioiosa con i messaggi… da svelare. Cara Marisa, questa tua poesia mi è piaciuta moltissimo per lo stile ed i tuoi pensieri. Cerchiamo, io per prima, cose piccole, segrete, intime come quel tuo lontano filo marino che dà senso alle nostre fatiche.

Questa presentazione virtuale che ha ravvivato i contatti fra noi in un bel confronto poetico, ci ha guidato a delle considerazioni comuni finali. La natura è lo specchio universale a cui guardare per ritrovare noi stessi nella voce dei suoi messaggi. La macchia ci fa scoprire la tolleranza, l’alleanza fra piante diverse, l’operosità delle chioccioline ci sollecita ad andare avanti sempre perché la speranza non deve morire mai. Tra le dune poi appare il Miracolo, parola viva nel vissuto delle nostre famiglie insieme a Provvidenza, miracolo che apre orizzonti nuovi di fede ed eleva a quota più alta la nostra spiritualità. Ci si sofferma infatti a riflettere sui messaggi divini celati nell’umiltà della natura: in primis il procedere sempre insieme rispettosi uno dell’altro, ora con le mani lavate e mascherine sempre come un atto d’amore reciproco.

Allora grazie a tutti voi, cari amici e amiche, per il vostro impegno critico e per aver operato insieme attuando il pensiero della Gran madre: Maria Rizzi, p. Abate Norberto Villa, Milvia Bellinello Romano, Luciana Filippi, Vittoria Gallo, Roberta Fabris, Bruna Perin e le altre amiche.

E’ felice sorpresa se, alla fine di una presentazione pur virtuale, si uniscono inattese altre voci. Ascoltiamole insieme con piacere.

Mario, sintetico, ma chiaro nella sua idea, conferma: questa è veramente una fra le tue più riuscite poesie. Prima di tutto c’è un sicuro ritmo che dà risalto e splendore a immagini e sentimenti. Ho ammirato anche le fotografie, utili ad aumentare la suggestione.

E Laura che è una creativa di acconciature sempre nuove e quindi ama il bello così partecipa: complimenti per la poesia in particolare per la descrizione dell’opera delle chioccioline. Mi è piaciuto molto anche l’abito colorato indossato per l’occasione adatto all’atmosfera.

E allora un grazie affettuoso a Mario Richter e a Laura Nardi.

Ancora altri rimandi di amici lontani e vicini in assonanza con la natura.

Ecco da Milano la voce gradita di Marco: Grazie di tutto, cara Maria Luisa: … della suggestiva poesia dedicata a Rosapineta, con quel sentimento creaturale infuso nella compenetrazione con la natura che è una tua distintiva cifra stilistica.

E dai colli interviene la cara amica Daniela con le sue attente considerazioni: E la natura, la natura sempre, imperla la poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin: fosse una timida chiocciolina o una mora succosa, un’elegante tamerice o un ondeggiante pioppo cipressino, un respiro d’aria rigenerante o un profumo di macchia a cui aggrapparsi. Aggrapparsi per non vivere alla macchia come un fuggitivo, che sente incombere dietro i suoi passi un presente assurdo e un divenire incognito, braccato dal nemico usurpatore della quotidianità, della comunicazione di certezze e coerenze, dei significati veri e pregnanti che dovrebbero animare ogni momento dell’esistenza.

Imperla la vita che non vuole arrendersi all’ usurpatore, sia esso invisibile o visibile, imperla l’esistenza di chi, come la nostra poetessa, vive ogni attimo dal profondo e ha necessità di confidare in quel filo d’orizzonte, segno di speranza e laboratorio d’infinito. La natura della macchia come rifugio di chi cerca di uscire dalla macchia oscura e usurpatrice. Macchie di opposta valenza, ombra e luce. E natura, natura sempre, ricama la speranza e l’intimo sentire.

Con gratitudine anche a Marco Beck e a Daniela Babolin per questo momento poetico vissuto insieme.