Dell’amicizia… a Rovigo
Gruppo Autori Polesani e Comitato Dante Alighieri di Rovigo
Conversazione con Luisa San Bonifacio presidente del Comitato di Padova sulla silloge Dell’amicizia-My red hair di Maria Luisa Daniele Toffanin
Rovigo – Palazzo Nagliati
Giovedì 23 novembre 2006
Aurora Gardin
“Tutto il merito di questo incontro storico con la Dante patavina va agli Autori Polesani che lo hanno caldeggiato” ha commentato Maria Grazia Previati della Dante Alighieri di Rovigo. Erano anni, infatti, che i Comitati di Padova e Rovigo non si incontravano, anche se era sempre nelle intenzioni: l’occasione, un titolo significativo: Dell’amicizia-My red hair, quarta raccolta poetica di Maria Luisa Daniele Toffanin, premio di poesia Venafro, raffinata poetessa di Selvazzano (Padova) già conosciuta a Rovigo per Dell’azzurro ed altro e A Tindari.
Le sue poesie sono contraddistinte dall’eleganza del verso e una soffusa spiritualità. Maria Luisa dedica questo libro alla sua più cara amica scomparsa, che non nomina, ma della quale conosciamo i suoi magnifici capelli rossi, “la rossa criniera frizzante”. II libro è diviso in due parti “Il nostro tenero tempo” e “Il nostro tempo maturo”. La giovinezza e l’età adulta. Inizia con una “Praefatio”, quasi una melodia, un canto che irretisce alla lettura, al ricordo di una donna d’eccezione, ma che assomiglia a tante altre ugualmente straordinarie per l’energia e l’amore che sanno donare agli altri.
da sx: Aurora Gardin, Maria Luisa Daniele Toffanin, Luisa San Bonifacio e Maria Grazia Previati. |
Donne d’oggi, generose e infaticabili che si dividono fra la casa, i figli, il proprio uomo, il lavoro dispensando tenerezza, gioia, rifugio. L’amica, alla quale era legata fin dalla giovinezza muore in un incidente stradale lasciando tragicamente gli affetti più cari, gli amici e tante cose in sospeso, discorsi, confidenze che anche Maria Luisa doveva dirle, parole interrotte, ma riprese con una mitologica discesa all’ade. Dal “luogo delle ombre” nasce “un fermento” che è il sacro inno all’amicizia.
L’amica dell’Autrice, merito il suo slancio poetico, diventa amica di tutte. Maria Luisa la descrive nel suo entusiasmo per la vita nei più umili lavori domestici come in quello di insegnate, nell’impegno sociale, nella gioia che riversava in tutte le cose. Il libro è un cantico degli accadimenti in una quotidianità quasi mistica e c’è lindore, trasparenza morale. Richiama tutto ciò il ripetersi cadenzato, familiare della parola “lavava”, “lavava l’onda dei ricordi”, “lavava d’umano l’incontro”, “lavava d’amore i pensieri alla casa”, “lavava le calze bambine nell’antro della sera”. L’Amica dalla rossa criniera sapeva infondere negli altri il messaggio di “un vivere cortese alla voce di un’etica stella”, questo verso intenso si ispira, dice l’Autrice a Kant, all’affascinante frase: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”. Le liriche si dispiegano in un lessico volutamente ricercato, elegante, ma anche usuale, casalingo che intenerisce e penetra nell’animo del lettore.
Federico Pinaffo mentre legge alcune poesie di Maria Luisa Daniele Toffanin. |