Abano Terme: Gli Internati Militari Italiani


Gli I.M.I (Internati Militari Italiani) nei Giorni della Memoria

A cura di Maria Luisa Daniele Toffanin e Daniela Babolin

Giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 17.30, presso la Biblioteca Civica di Abano Terme (Padova), si svolge la presentazione del libro “La grande storia in minute lettere” diMaria Luisa Daniele Toffanin e Massimo Toffanin.

Oltre agli autori è presente l’editore, il giornalista Stefano Valentini, che conduce l’incontro.

Saggio ginnico di Lia (la prima a sinistra). Lettera scritta da Ermes Fedetto il 4 aprile 1943

Dopo una breve introduzione di Daniele Ronzoni, direttore della Biblioteca, interviene l’Assessore alla Cultura Cristina Pollazzi, che sottolinea quanto sia fondamentale lasciare ai giovani, che rappresentano il nostro presente, la testimonianza del passato e in particolare del periodo trattato, perché ne siano consapevoli e ne facciano tesoro. Evidenzia quanto la storia degli I.M.I, gli Internati Militari Italiani, argomento fondamentale del libro, sia ancora al giorno d’oggi scarsamente conosciuta e appena accennata nei testi scolastici.

Stefano Valentini quindi inizia l’approfondita illustrazione del testo come storia d’amore tra i due protagonisti Lia e Gino, come storia di guerra vissuta da Gino prima in Grecia e poi nei campi di concentramento, il tutto riflesso nella vita di Lia e della sua famiglia sole a Padova. Ne emerge anche il tessuto umano e sociale patavino in quei tempi, nella vita economica svolta nelle varie attività commerciali tipiche della città. Appare quindi l’immagine di una Padova in pieno periodo bellico resa in maniera vivace, realistica e appassionata in questa corrispondenza tra loro nell’arco di un decennio. L’esame di Valentini, attento particolarmente anche ai vari stati d’animo dei protagonisti, ne coglie il grande senso di fiducia e di speranza sostenuta dalla fede, che li univa, pur lontani, attraverso la figlioletta, motivo conduttore di tutte le loro vicissitudini. L’esposizione è accompagnata da slides e intervallata da interventi integrativi di Massimo Toffanin e di Maria Luisa Daniele che sottolineano la difficoltà di riordinare cronologicamente queste quasi 600 lettere preziose collegate ai fatti e agli eventi del periodo, arricchite da riferimenti storici contemporanei, precedenti e seguenti il periodo bellico.

Utile è anche la precisazione del coautore quando inizia la descrizione dei protagonisti, Gino e Lia, dei loro legami famigliari e del contesto storico-ambientale in cui era nata e si era sviluppata la loro storia di coppia, ma anche l’attenzione al motivo ricorrente dell’amicizia come energia vitale sia per Lia nella sua vita a Padova, sia per Gino nei campi di concentramento. Da ricordare in particolare gli amici: il filosofo Enzo Paci, lo scrittore Giovannino Guareschi, l’amico di sempre Oreste Guelfi, il poeta Roberto Rebora, l’aspirante attore Gianrico Tedeschi, il tenore Enzo De Angelis, il professore di liceo Contarello, tutti compagni nelle difficoltà superate anche attraverso momenti di evasione culturale e spirituale che davano loro la coscienza di essere ancora uomini pure nel campo di concentramento. Suggestiva è inoltre la lettura di alcune lettere da parte di Daniela Babolin, di Maria Luisa lei stessa figlia di un I.M.I., del cui sofferto percorso rimangono purtroppo scarse memorie.

La sala dell’incontro: sullo sfondo il tavolo con l’autore Massimo Toffanin e Stefano Valentini.

Particolare commozione suscita la chiusura da parte di Stefano Valentini, che ricorda la figura di Gino come I.M.I., fedele fino in fondo al giuramento di soldato “al re”, uno tra le tante migliaia, che oltre alle dure vicissitudini hanno poi subito il loro arduo rientro in Patria e la difficile reintegrazione nella società. Ora di lui rimane il marmetto nella sacralità del tempio dell’Internato Ignoto di Padova.

L’incontro si chiude oltre le ore 19.00. Numerosi presenti si avvicinano agli autori per complimentarsi per l’immane lavoro svolto e per questa testimonianza di vita e di storia così preziosa. Tra essi, un giovanissimo studente dell’Istituto di Istruzione Superiore Alberti di Abano Terme, Simone, e lo studente universitario di storia Mazzetto: significative testimonianze di interesse per la memoria storica da parte di giovani che cercano la verità come elemento fondamentale per costruire il loro futuro. Grande segno per noi di speranza.

Da evidenziare anche la gradita presenza della signora Fedetto, moglie di Ermes, noto commercialista di Padova, scolaro allora di Lia che nel 1943, a nome della classe, scrive a Gino in quel tempo in Grecia, una letterina augurandogli di ritornare presto a casa dalla loro maestra e dalla sua figlioletta. Lettera riportata testualmente nel libro e proiettata durante l’incontro.

Daniela Babolin