A Firenze con “Pianeta Poesia”
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Giovedì 18 marzo 2010, a Firenze, nella Sala degli Specchi del Palazzo Vivarelli Colonna il Centro di studi “900 Poesia-Pianeta Poesia”, diretto dal prof. Franco Manescalchi, ha presentato il libro di poesia Fragmenta (Marsilio editore) di Maria Luisa Daniele Toffanin.
Dopo l’amabile introduzione della prof. Mariagrazia Carraroli i relatori, prof. Annalisa Macchia e prof. Giuseppe Baldassarre, hanno approfondito l’analisi del testo con competenza e partecipazione. L’autrice ha letto le sue poesie soffermandosi sulle diverse occasioni della sua ispirazione e sul linguaggio espressione di tutto il suo vissuto. Questo anche per rispondere alle sollecitazioni dei relatori e del pubblico stesso molto attento e coinvolto dai testi poetici. Un pubblico numeroso, ma soprattutto qualificato, sensibile e culturalmente reattivo come sa essere sempre il pubblico di Firenze. Affettuoso e gratificante il momento dei saluti. Piace ricordare tra i presenti Alberta Bigagli, operatrice culturale, critico letterario e nota poetessa, invitata quest’anno all’importante Festival della poesia di Parma e Anna Balsamo, poetessa, critico letterario e critico d’arte, nonché pluridecennale attiva presenza della storica Camerata dei Poeti di Firenze.
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La poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin è la seconda da sinistra. |
Ed ecco l’introduzione di Mariagrazia Carraroli:
Poesia è ciò che sa cogliere l’universale nel particolare, ciò che sa calarsi nella realtà, non rimanendovi intrappolato, bensì per trasfigurarla, farne simbolo, metafora, canto.
Troviamo questa definizione di Maria Luisa Daniele Toffanin in un’intervista rilasciata a Pasquale Matrone nel n. 96/2009 de “La Nuova Tribuna Letteraria”.
E’ una dichiarazione di poetica che nel libro Fragmenta trova puntuale, concreta attuazione in ogni composizione/frammento.
La poesia, come afferma l’autrice a pag.13, prae-sente le cose | alla mente ancora ignara e vede nel visibile il significato altro come quando riscopre il sole | e ne allunga i raggi.
Per la poetessa la natura diventa amore nella bellezza dei luoghi visitati, o meglio, vissuti in estatica sintonia.
C’è l’Italia, quasi tutta l’Italia in questo libro, un’Italia percorsa, ma soprattutto assaporata palmo a palmo, fatta propria negli angoli in cui la natura uguaglia il divino e le bellezze artistiche alitano respiri d’esterno.
Nelle varie sezioni della raccolta si passa dall’incanto brumoso delle terre di pianura, suoi luoghi d’origine, alle rocce verticali attorno al “Parco dei violini” di Paneveggio dove Accardo vi fremeva | in sciami-ardite note… | violino reincarnato nel cavo-abete rosso | dall’armonia segreta | dalla foresta espansa | in musica tra cielo e terra. ( pag. 81)
Con Fragmenta tocchiamo Venezia di fuoco distesa | in molle broccato d’azzurri (pag. 94) scopriamo gli scogli emersi a Sirolo raggiunti via mare o percorrendo i sentieri del Monte Conero … e veniamo percossi dal Vento del Mito tra gli scavi di Halaesa e nella Sicilia tutta, lambita da un mare antico. Un mare che, come a Militello Rosmarino della poesia a pagina 60, riesce con il suo respiro a circoscrivere e unire insieme vita a morte a vita. Infatti: Si riposa qui anzi si muore…essendo…morte così stretta alla vita | così aperto alla luce il mistero.
La poesia tutto assume e trasforma, esaltandone il fascino.
Accanto al viaggio nella natura, dove anche l’erbe, i fiori e le piante vengono personificate; un esempio per tutti lo abbiamo nella poesia “Mia sofora-mia donna” a pag. 52, accanto al viaggio intorno alle bellezze paesaggistiche e artistiche d’Italia, c’è il viaggio nella memoria, in luoghi familiari dove s’erge la figura della madre da cui l’autrice ha preso l’arte della vita, e quella del padre che conobbe la segregazione nel campo di prigionia di Benjaminov e che tornò a casa provato, ma non vinto: figure esemplari, queste, che riempiono la sua infanzia. Il viaggio continua nei territori del presente percorsi da dolori e sogni…Non rapitemi i sogni implora l’autrice che, divenuta petalo piuma fiore, domanda: Si potrà preparare ancora | nido di nuova gioia?
Risponde e consola l’ultima poesia a pag. 119 che afferma: E anche il cuore è luce di viole fiorite | sulla linea ultima del giorno che a noi così non muore. | Miracolo, poeta, l’infinita nostra attesa.
Fragmenta ha atteso dieci anni. C’è voluto, infatti, questo tempo per riunire i frammenti di vita raccolti nel libro da Maria Luisa Daniele Toffanin, nata a Padova e residente a Selvazzano. L’autrice ha insegnato negli Istituti Superiori e ancora, nell’ambito dell’Associazione Levi-Montalcini, promuove iniziative culturali e di orientamento scolastico, collaborando a varie riviste letterarie. Questa presentata è la sua sesta pubblicazione di poesia.
Da segnalare i lusinghieri consensi critici ai suoi lavori, in particolare la nota di Andrea Zanzotto che nell’ultima silloge, tra l’altro, scrive: sentimenti che si accordano e chiamano il lettore lasciando un forte spazio, nella espressione dell’autrice, anche a una intensità etica, oltre che estetica.