Antonio Capuzzo – Come in sogno. Viaggio di Cristo nell’oltretomba
Antonio Capuzzo patavino di nascita, ora vive a Vicenza, dove è docente di Scienze Umane in un Istituto superiore. E’ noto quale promotore e coordinatore della collana “Quaderni di poesia” dell’Editrice Veneta di Vicenza, raccolte di poesie a tema di autori vicentini e per la sua collaborazione culturale con riviste e gruppi letterari.
Ha pubblicato una decina di libri di poesia tra i quali Mattini a Monteviale, Colli Berici o della luna, Il mare, Val Leogra sognando la pace. Emergono, per il carattere religioso, Oltre gli antichi simboli, Come in sogno – Viaggio di Cristo nell’oltretomba. Interessanti anche i due lavori a quattro mani uno con Anisa Baba Bressan, e l’altro con Lucia Gaddo Zanovello entrambe poetesse.
Ma ritorniamo al libro, qui oggi rappresentato: consiste in un poemetto in versi sciolti in cui Antonio Capuzzo fa parlare il protagonista Gesù Cristo in prima persona della sua crocifissione, del suo distacco e discesa agli inferi e risurrezione. Tre quadri attraversati da suggestioni diverse derivate da ricordi dell’infanzia, dal vangelo apocrifo di Nicodemo, dalla cultura orientale e classica, in cui ognuno può ritrovare però se stesso in una reinterpretazione personale del testo, come ben afferma Selim Tietto poeta di formazione teologica, nelle sue note critiche.
Il titolo già evidenzia questo: la similitudine Come in sogno ci apre, così sottolinea anche la prefatrice Chiara Magaraggia, ci apre a diversi esiti: il sogno di Cristo dell’autore, o di noi lettori/spettatori? Il viaggio di Cristo nell’oltretomba ( sottotitolo ) ci riconduce a temi già preannunciati caratteristici della cultura orientale, ma a noi più noti in Omero, in Virgilio e in Dante, tanto per citare i maggiori, con finalità simili o diverse. Ma il senso di questo nostro viaggio nella sua funzione salvifica è da RICERCARE approfonditamente attraverso l’analisi dei tre quadri che costituiscono il poemetto in cui a mio avviso ritornano come motivi conduttori l’umanità e la divinità di Cristo e il suo messaggio d’amore che è incontro con l’altro.
La copertina riporta I luoghi di Emmaus, opera di Bruno Gorlato esposta in questa mostra.
Premetto che ogni verso è così ricco di significati reconditi di natura psicologica e filosofica da richiedere un’analisi approfondita. La mia presentazione quindi sintetica dovrà essere completata da interventi dell’autore stesso.
Primo quadro “Crocifissione”
Cristo in un monologo intenso rivive la sua agonia rivelando stati d’animo oscillanti tra la consapevolezza della fisicità del suo corpo (lo definisce pesante) e la straneità dallo stesso ormai insensibile al dolore e lontano da tutti, dalla stessa madre e da Giovanni; dei quali pur sottolinea la sapienza e la vita abiteranno insieme. Stati d’animo oscillanti tra la sua umana fragilità nella solitudine, nell’abbandono del padre: padre mio perché mi hai abbandonato ? e la coscienza del suo ruolo di Maestro, guaritore, della sua appartenenza alla Trinità in cui dice io sono il grido d’amore (del padre) sul mondo. In nome di questo amore Gesù esalta la sua funzione salvifica dal peccato originale dissolto col mio disperdermi cosmico, eucaristico. E annuncia il suo viaggio nell’oltretomba in cui la sua divinità vincerà per sprofondare l’anima fino agli inferi e per liberare gli uomini antichi dal peccato. Un breve monologo interiore del Cristo immerso in una meditazione secondo le tecniche orientali come ben afferma la prefatrice Chiara Magaraggia, espresso in un linguaggio molto realistico, pregnante in cui la natura è presente quale riflesso dell’angoscia del Cristo.
Secondo quadro “Distacco e discesa agli Inferi”
Il secondo quadro, invece molto ampio, è occupato dal viaggio del Cristo nella luce attraverso le nebbie e le tenebre, attraverso una selva di riferimenti simbolici, di suggestioni derivati dal momdo biblico, dalla contaminazione con il vangelo apocrifo di Nicodemo, dalla tradizione bizantina e ortodossa ove il topos dell’oltretomba è motivo ricorrente, dal Corano e altro, che rivelano la cultura del poeta, la sua formazione teologica. Ecco quindi il Cristo segue la sua anima libera ormai dal corpo in questo cammino di luce incontrando personaggi dell’Antico Testamento quali Davide, Elia, Giacobbe, Isacco, Abramo; vecchi saggi quali Socrate e Platone, il vecchio Omero che lo confonde con Odisseo e si rivolge al viandante in un intenso dialogo vivificatore in cui il Cristo conferma di essere l’uomo nuovo. E nel prosieguo a Mosè si identifica nell’uomo-Dio in un colloquio carico di entusiasmo e umanità. Ma dopo aver visto uno specchio spezzato da una croce Gesù dice mi affretto, la mezzanotte del sabato è vicina, poi sarà Pasqua… mi attende il compiersi della redenzione. E alfine attraverso un paesaggio di umanità diversa in tutte le sue sfaccettature che costituisce la storia, attraverso una natura tutta colori sempre più bella e selvaggia arriva oltre l’Eden in un paesaggio attonito, immobile senza acqua, senza tempo e spazio ( per indicare la retrocessione secondo Capuzzo di Adamo cacciato dal Paradiso terrestre ). Finalmente incontra il primo uomo. Coinvolgente la descrizione della natura ora mutata, di Adamo nei cui occhi scorrono secoli di storia della terra e dell’umanità. Gesù indaga nel suo volto, nella sua anima e nella partecipazione del vento, del sole, della luna, Adamo, tolto il velo, si manifesta, come dice Gesù, con volto uguale al suo quasi riflesso in uno specchio secondo un’immagine usata da S.Paolo e qui rivisitata. E il Cristo entusiasta afferma io sono lui, io sono il nuovo Adamo perché il cerchio si chiuda, son venuto fin qui per salvare l’uomo. Trionfa il Gesù salvifico rivoluzionario dell’amore tra gli uomini. Il tutto reso in un linguaggio variegato anche nella descrizione della natura che l’autore rende malleabile adattandola alle diverse situazioni con risvolti talora psicologici. I versi sono impreziositi da slanci lirici e rivitalizzanti dal calore umano che esonda negli incontri e nei dialoghi in cui si sente esaltata certamente la divinità del Cristo ma anche tutta la sua umanità come la abbiamo incontrata per le strade del Vangelo. Un viaggio allora che forse vuole evidenziare, al di là delle varie suggestioni e riferimenti ed altro, l’universalità del messaggio del viandante: l’amore che va oltre la veridicità dei testi stessi oltre l’oriente e l’occidente, travalica i limiti umani.
Terzo quadro “La Resurrezione”
La scena, come un sogno nel sogno, si sposta in un sepolcro, in una grotta terrena rivisitata da altre realtà religiose, mentre una voce dall’alto si fa udire: rientra, rientra in lui perché il cerchio si chiuda. E Gesù ritorna nel suo corpo risvegliato dalla sua anima che è luce-amore. E l’anima, la vita eterna, non è più solo un’idea, un teorema ha nome amore amore amore, esclama Gesù.. Ecco, aggiungo io, la sua grande rivoluzione ( vedi prof. Vecchi ) per il mondo intero con promesse di resurrezione per ogni uomo. Ed esalta l’inizio di un nuovo percorso della storia in quella, dice Gesù, magica notte che divide la storia, che divide credenti nell’amore e increduli. Notte in cui un uomo, il figlio dell’uomo, risorge da morte al vivere vero, eterno. Io sono di nuovo una persona, corpo e anima. E uscito dal sepolcro corre contento della sua natura umana per riunirsi ai suoi, riaffermando però la sua divinità: io e il Padre siamo una cosa sola Il linguaggio è incalzante, stimolante, il paesaggio è dominato dalla luce, invaso da una nuova speranza di eternità.
Ringrazio il poeta Antonio Capuzzo perché dalla lettura di questa sua opera ho avvertito il viaggio come invito anche a ritornare sui nostri passi, fino alla caverna dell’inconscio, per riportare alla luce le ombre e purificare gli errori in una catarsi dello spirito, per una conversione del cuore, come ha detto papa Francesco all’inizio della Quaresima, in un cammino d’amore guardando oltre queste singole interpretazioni in una visione appunto universale come quella di Gesù in questo viaggio nell’oltretomba in cui ha riscattato tutti gli uomini dal peccato.
Anche Antonio Capuzzo alla fine ha ringraziato i vari protagonisti della presentazione e il pubblico presente.