Parola-dialogo – in “Dialogare con le istituzioni. Il lessico delle pari opportunità”

in: Dialogare con le istituzioni. Il lessico delle pari opportunità
A cura di Silvana Serafin e Marina Brollo. Editrice Universitaria Udinese, Udine 2008, pp. 221.
Ho sempre amato la poesia che sublima la Grazia della parola, come la definisce Karl Rathner [Per un approfondimento cfr. il saggio di Spadaro], e da sempre mi affascina lo strumento umano che si apre in dialogo sollecitando dubbi, anche dissensi, depositi di materiale intimo da rimuovere, rielaborare per altri incontri verbali. Ma facilmente può germinare anche amicizia tra spiriti affini che attraverso tale esperienza ancor più si avvicinano in condivisione di ideali e progetti. Così:
Ma è sacro profondo
ogni umano incontro
intesa chiara
di sguardi mani
per quell’invisibile
che alita in spiriti affini
aperto poi in note diverse
di un idioma uguale.
Prodigio di terra altra
sempre da scoprire
ove radicare sinergia
per fronde prima mai viste
terra da serbare nello scrigno
per semina di gemme.`Luoghi ed incontri’: 43.
E piace seguire poeticamente la formazione della parola muta alla nascita: sono gli occhi che dicono come nel dialogo tra la Madonna e il Bambino, scultura di Giovanni Pisano: «…qui nel tempio del mio Giotto | Madonna con Bambino muti si parlano | per sempre con sguardo infinito» (`Maternità’: 38). Dicono pure le mani, i sorrisi, i battiti del cuore come durante l’allattamento: «…Incipit dell’immensa sinfonia | del nostro umano vivere | in un crescendo d’armonia… | anelito delle universe genti…» (`Maternità’: 38).
E lenta avviene la grande conquista dell’infanzia che, dall’alba della terra, si esprime con gorgheggi, poi con sillabe, bisillabi ed altro ripetendo voci di persone, animali e cose precedentemente in lei impresse. E spunta così la parola, il fiore della vita:
Voci di creature e cose dentro
raccolte dall’alba del tuo sentire
rimbalzano ora nell’aria in sillabe
tuo slancio alla parola.E nel sole sfarfalli
col fiore della vita fra le labbra
che al mattino si apre
rinato in freschezza verbale.Originale prova
per concerto-dialogo
tua prossima armonia
con le creature, le cose.‘Il fiore della vita’ – Inedito
E già le prime sillabe sono proprio la prova per il grande concerto, il dialogo, che relaziona il soggetto con le creature e il creato, base della convivenza civile, di un vivere insieme cortese.
Ma se questo rapporto verbale nell’infanzia nasce spontaneo e fiducioso per varie motivazioni, successivamente può divenire un’operazione più faticosa a causa anche delle mutazioni generazionali. E rendere più problematico il dialogo, l’uso stesso della parola nella famiglia e di riflesso nella società quando spira un vento che «secca le labbra dell’anima» (`L’annuncio di un evento’: 106).
Interviene allora la parola poetica che dà voce all’appello dei padri: richiamano i figli ad usare la libertà con misura «a gocce minute suggete quel nettare | raro per essenze. | … senza bruciarvi in un volo di fuoco | emuli di antichi miti…» (‘Appello fuoritempo’: 55). E un `Appello fuoritempo’ considerata la dismisura comportamentale dai più oggi adottata, ma è anche un atto di fede della poesia in quei giovani che ancora credono nella famiglia e sanno ascoltare il messaggio poetico quando è vero, nato dal profondo, per accendere poi un dialogo costruttivo. E un sostegno per la famiglia che diffida dei tempi inquinati e chiede, «è dolce preghiera» (55), agli stessi giovani di non tradire, ma di salvare le speranze in loro riposte. Una parola poetica quindi consapevole della realtà, ma fiduciosa nella difesa dei grandi valori su cui poggia la società, quindi parola-richiamo-conforto-speranza:
Quell’acqua sorgiva attesa desiata
che sazia d’un fiato l’ardore di gesta
è l’acqua versata per mettere ali
ai sogni raccolti in coppe d’argilla
per dare splendore al giovane sole
dei vostri pensieri,
– Non avide labbra così impazienti –
sussurra la fonte d’antica sapienza
– a gocce minute suggete quel nettare
raro per essenze.
Sia dato alla mente per suo lievitare
la lenta scoperta d’assonanze prime
tra forme rigide emblema di reale
e fantasie d’infinito dimora di ideali –.Trattenete la libertà
quell’anelito nuovo sentito
argenteo guizzo di sfida
ardito vibrare di sé.
Trattenetela
sull’orlo del pozzo dei desideri
senza bruciarvi in un volo di fuoco
emuli di antichi miti.
Salvate, è dolce preghiera,
l’isola segreta dei nostri germogli
dal vuoto che urla agli errori compiuti.`Appello fuoritempo’: 55.
La parola, fiore di vita che si aprirà nel dialogo, poi nei gesti, è tale solo se investita dalla luce d’oro, l’amore «leitmotiv che tutto percorre l’universo | e l’arco nostro di sole | nel dono di sentieri di ginestre | nell’offerta di parole e gesti» (`La luce d’oro’: 55).
E così la parola «foglia | sempreverde processo di luce | inesauribile divina fotosintesi» (`Divina fotosintesi’: 109) divenuta sostanza d’amore, potrà sconfiggere anche quel reticolo di incomunicabilità che accerchia noi figli di un tempo evoluto, collassati per tecnoafasia interiore. E come in un nuovo umanesimo, questo verbo rinato darà vita a colloqui autentici e solleciterà «volontà di voli/con ali molteplici» (109).
E l’auspicio della poesia è che il nostro andare per le vie del giorno sia guidato dalla verità del pensiero tradotto nell’incontro di parole chiare, sguardi trasparenti, in raro accordo quasi «melodia raccolta/nel cavo di una nota sola» (`Questo andare’: 47). Tutti riflessi di una sostanza d’anima che ci conduca ad un percorso insieme armonioso.
Schegge di pensiero
– punti d’intensa luce –
strappati al nonsenso
calati in fondo al cuore.
Brevità di lampo
guizzi d’irreale.Incontri chiari di parole
similari generate
da una stessa terra.
Raro accordo
di voci di violini
melodia raccolta
nel cavo di una nota sola.Trasparenza d’occhi
nel guardarsi dentro:
acque di cristallo
neve appena sciolta.Alba del senso
di questo andare
alba che si svela
per le vie del giorno.
Riflessi puri di pietra rara
in fondo all’anima adagiata.`Questo andare’: 47.
E così il poeta con fede sempre rinnovata nella forza salvifica della parola e del dialogo continua ad «elevare altari di poesia | sull’orlo del naufragio dei giorni» (`La stanza bassa’ – Inedito).
Bibliografia citata
Daniele Toffanin, Maria Luisa. `Luoghi ed incontri’. Dell’amicizia — my red hair. Venafro: Edizioni Eva. 2004: 43.
— `Maternità’. Fragmenta. Venezia: Marsilio. 2006: 38.
— ‘Il fiore della vita’. Inedito.
—.`L’annuncio di un evento’. Fragmenta. Venezia: Marsilio. 2006: 106.
—.`Appello fuoritempo’. Fragmenta. Venezia: Marsilio. 2006: 55.
— `La luce d’oro’. Per colli e cieli insieme mia euganea terra. Padova: La Garangola. 2002: 55.
— `Divina fotosintesi’. Fragmenta. Venezia: Marsilio. 2006: 109.
— `Questo andare’. Dell’azzurro ed altro. Padova: La Garangola. 1998: 47.
— `La stanza bassa’. Inedito.
Spadaro, Antonio. La grazia della parola – Karl Rahner e la poesia. Milano: Jaca Book. 2006.