Soglie americane – in “Quale America? Soglie e culture di un continente – I”

Soglie americane

in: Quale America? Soglie e culture di un continente – I
a cura di: Silvana Serafin
Mazzanti Editori, Venezia 2007.

Appello

Ascolta
                non fermarti alla soglia
ambiguo specchio allo sguardo
abbagliato alla propria identità,
rete fatale ai voli del pensiero
per cieli
d’altre ali-ideali,
nodo al divenire setoso dell’anima
nell’umano procedere,
negato l’oltre-offerta-scoperta
d’impensabili stupori.
                Non fermarti
nella strettoia del tuo microcosmo
culla ambiziosa di gente
ora stretta
da uguali eventi riti idiomi
per sempre incisi nella cavità del cuore.
Ascolta
l’amore di terra che odora di mare
colora di cielo con la
bandiera
oscillante nel vento di mille canzoni
si serra in scrigni
d’orgoglio-rifiuto
a turgide diverse realtà.
Degrado intellettuale-immobilità.
                Non fermarti
nella casa mentale blindata
ove s’inaridisce fino a necrosi
la polla interiore d’ogni
creatura
e dell’intera società.
Ascolta
spalanca la stanza all’aria-respiro
urgenza del mondo
lànciati come da trampolino
in piazze strade solari
col tuo bagaglio cromatico di folk.
                Confrontati confonditi
nell’universo alveare
con geometrie di mille operosi sciami
per un vivere rinato
umanesimo
nel lievitare d’originale sostanza
in raffinata forma reinventata:
miele-pane d’umana cultura
da gustare tuttinsieme in sapienza e umiltà.
                Sia una rosa
rossa
mio dono augurale.

Oltre la soglia

Oltre la soglia
un unicum d’acqua
azzurra trasparenza variegata
da sorgive diverse
ove veleggiare rotte inusitate
intuite esperite
da plurime anime e menti

un unicum di voci
rara pura armonia
oltre le singole corde vocali
per un’ascesa interiore
un’umana crescita insieme
in timbri culturali,
che travalica ogni attesa

un unicum d’arpeggi,
in primis assonanze dissonanze
misura di sé con l’altro,
poi un sentire immenso
che in sé accoglie raccoglie
la minuta croma e lo spartito intero
per una sinfonia del
nuovo mondo.

Alveo d’oro d’infinite note
cornucopia di luce-speranza
per un divenire altro in arditi voli
oltre l’etnica siepe,
limite limitante.

Comune denominatore

Gemmi al davanzale del mattino
sul crinale della notte
sempre in noi ovunque gemmi
l’irripetibile verdazzurro
dei nostri cieli e monti
il guizzoperla del mare
l’ocra della nostra terra
che ci portiamo dentro ovunque,
terra d’approdo accoglienza
rifugio.

Comune denominatore
catena simile dissimile
di pulsioni etniche sociali
di costume memoria amore
che
tutti ci stringe
oltre il ristretto confine abituale
allora che, sconfitta la soglia mentale,
il chiuso sentire in noi si schiude
s’allarga a trame d’umani convivi altri.

Gemmi ovunque il verdazzurro
l’ocra della nostra terra
e splenda il grembo memorante
nativo richiamo refrain di
nostalgia
cifra preziosa d’appartenenza,
al dilatarsi d’orizzonti culturali
in
spazi di fronde mai viste uguali
per humus-rinnovo di linfa
all’incontro
fertile.

E America America
nome fra le labbra dolce sempre
che si scioglie lento in
bocca
nutrimento all’anima
radice unica di terra.