Premi letterari conseguiti

Maria Luisa Daniele Toffanin

Premi letterari conseguiti


Dell’azzurro
ed altro

1999

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre” – La Spezia

Premio speciale della giuria

1999

Premio Nazionale di poesia “S.
Margherita
” – Baccano d’Arcola

Premio speciale della giuria

1999

Premio Internazionale di
Poesia Tirteus – Sorrentinum
La
poetessa Maria Luisa Toffanin esprime con intensità poetica sentimenti di vita
usando un linguaggio ricco di termini specifici che permettono al lettore di
cogliere l’intensità della vita vissuta dall’autrice. Da notare inoltre una
certa linearità di contenuto fra tutte le poesie che rappresentano i tasselli di
quel mosaico che è la vita con tutte le sue sfaccettature: delusioni e gioie,
tristezza e felicità, amore e odio, fugacità del tempo. La poetessa nel tempo
potrà sicuramente raggiungere una maggiore e profonda maturità poetica che le
permetteranno di raffinare e perfezionare il suo stile, che comunque presenta
già un buon livello.

1° premio

1999

Premio Internazionale di Posie
Infinito – Montagnareale

1° premio

1999

Premio di Poesia Sorrentinum –
Patti (con motivazione)

4° premio

1999

Concorso Nazionale di
Narrativa e Poesia F. Bargagna – Pontedera

4° premio

1999

Premio Letterario Nazionale
“C. Pavese –M. Gori” – Chiusa Pesio

menzione speciale

1999

Premio Internazionale
letterario “Maestrale San Marco” – Sestri Levante

Premio speciale della giuria

1999

Premio Letterario Campagnola – Brugine
Si fonde
la bellezza del verso classico ai tratti innovativi della scrittura: questi
“riflessi puri” rivivono nella memoria trasformata in genesi del presente. La
sensibilità a colori, suoni e immagini – di raffinata presa lessicale – contiene
nel profondo un’intensa realtà emotiva.

3° premio

1999

Premio Letterario Il Portico –
Bologna

finalista

2000

Premio Nazionale di Poesia e
narrativa Primavera Strianese – Striano

menzione d’onore

2000

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2000

Premio Letterario Nazionale Il
Portone
– Pisa
La
padronanza della tecnica metrica e la capacità di compenetrare contenuto e
versificazione sono le caratteristiche salienti della poesia della Toffanin.
Spesso i versi si succedono in una aumentazione diacronica fino a esplodere in
costruzioni più ampie volte a dare corpo al contenuto. Ma poco di costruito e
tanto di spontaneo nella realtà immaginativa dell’autrice. Il testo è un
continuo spaziare tra il colori di una natura che staccandosi dal reale si fa
immagine rivissuta e personificata: “Ali bianche grige / accese d’argento /
nell’oro che muore / ruotano l’azzuro / immobile nell’ora / che ai gabbiani / è
donato il cielo.” (L’ora dei gabbiani); “Riverberi accesi / in tramonti di
primavera / turbano creste limpide / tra i veli della sera.” (Fino all’ultimo);
“Si turba la sera / nel bianco gelsomino / si tinge di porpora / nel volto di
cielo…”. (Preludio). Uno sparito di musica insomma che incastona nel pentagramma
colori, sensazioni, impressioni, intuizioni e che realizza nella totalità un
quadro di composta plasticità che mai sfugge a un’armonia di tessitura classica.

3° premio

2001

Tra Secchia e Panaro – Modena

Premio speciale della giuria

2001

Poesia – Montepulciano
È
possibile definire la scrittura di Maria Luisa Daniele Toffanin come poesia
della poesia preverbale ovvero anteriore alla propria oggettivazione sonore.
Questi testi appaiono come la rappresentazione di ciò che sta prima del testo
medesimo. È questo, probabilmente, il senso di una poetica di immagini, idee,
emozioni modellate “in acqua ardente”, indicata peraltro dalla stessa autrice.
La tecnica impressionistica o a macchia, spesso presente, sembra finalizzata
piuttosto a dissolvenze e a tenerezze oggettuali e verbali. E tuttavia molti tra
i contenuti espliciti di queste liriche restano a lungo, suggerendo
efficacemente, nel ricordo del lettore.

3° premio Arte

A Tindari

Terzo Millennio – Messina

2° premio
2002

Marziale – La Spezia

3° premio

Per
colli e cieli insieme mia euganea terra

2002

X Premio Nazionale Fiera di Casalguidi
Sbaglierebbe chi parlasse di una raccolta di versi, trattandosi invece di un
poemetto che è un omaggio o, meglio, un atto d’amore verso una terra nativa, e
proprio da questo tema deriva la sua straordinaria unità contenutistica
unitamente ad una altrettanto straordinaria compattezza stilistica. L’atto di
amore, nutrito di fiducia per il creato, è supportato da uno squisito senso
estetico, all’origine della raffinatezza linguistico-espressiva del libro.

2° premio

2002

Città di Fucecchio

3° premio

2002

Val di Comino

finalista

2003

Città di Salò – Salò

premio speciale

Premio
Osti

premio speciale
Tribuna Letteraria

2003

Premio Nazionale di poesia e
narrativa Spazio Donna – Striano
Un
intenso viaggio d’anima e di cuore per una terra che vive dentro con panorami
sospesi in altalenanti visioni. Pagine di luce che prendono ed affascinano per
la intensità del linguaggio e delle immagini.

2° premio

2003

Premio il Golfo – La Spezia

Premio speciale della giuria

2003

Il Litorale – Ronchi di Massa

Premio speciale della giuria

2003

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2003

Città del Noce – Noceto

segnalato

2003

Santa Maria in Castello – Vecchiano

finalista

2003

Aquilaia di Salaiola
(Toscana)

Linguaggio volutamente sostenuto in un uso di retorica mutuata dalla bella
tradizione italiana, ma con un suo marchio personale. Talune invenzioni
linguistiche e una serie di immagini felici salvano dalla giustificabile
retorica l’intenerimento, diffuso nella raccolta, per la regione natia.

2° premio

2003

S. Margherita – Arcola

3° premio

2003

Bertazzi Salzala

menzione d’onore

2003

Lodoletta Pini – Pisa

4° premio

2003

Bargagna – Pontedera

6° premio

2003

Premio di Poesia Lorenzo
Montano
– Anterem – Verona

menzione d’onore

2003

Cinque Terre – La
Spezia
Maria
Luisa Daniele Toffanin ci recita versi consustanziati di cielo, di ruscelli, di
scorci paesistici di fascinazioni infantili e adolescenziali della sua euganea
terra che offre l’occasione di creare paesaggi rivissuti nella loro valenza
fantastico-sentimentale connotati di vitalità di confidenza di una intensità
visionaria etica ed estetica e l’organicità strutturale e lirica lucreziana
cosmica di un antico canzoniere.

1° premo

2003

Mondo Libro – Roma

1° premio

2003

3° Concorso Internazionale
Poetico Musicale – Cenacolo Europeo – Poeti nella Società – Basilea

2° premio

2003

Premio Nazionale –
Vasto

Premio Speciale Unico per il
Veneto


2003

XXIV Premio Nazionale Il
Portone
– Pisa
La cosa
che colpisce maggiormente, leggendo questa nuova opera di Maria Luisa Daniele
Toffanin, è la profonda simbiosi panica tra il corpo delle immagini e l’anima
dell’autrice. Il verso scorre limpido e musicalmente effusivo, facendosi a mano
a mano icastico, in supporto ai contenuti, col ricorso a univerbazioni, a unità
sintagmatiche di aggettivo-sostantivo o a invenzioni creative di grande rilievo.
Sono tenerezza-fantasia / che così incanta / quell’onda tua viola / se
improvvisa si defila l’energia / in alate figure / altro tempo-vita che ancora
migra
.
L’uso di
anastrofe, di una serie di doppi trisillabi che fanno risaltare certe sincronie
naturali e di una metrica in cui i versi di varia misura si alternano a
significare le modulazioni interiori, denota maturazione stilistica e
concretezza immaginativa in questa fusione di realtà complessa fra anima e
natura.

1° premio

2003

Atheste – Este

3° premio

Dell’Amicizia – My red hair

2004

Premio Nazionale Il Portone –
Pisa

finalista

2004

Atheste – Este

1° premio

2004

Venafro

“Dell’amicizia” non è una raccolta di poesie ma una vera e propria intrecciata
corona: e chiede dunque a chi legge una partecipazione altamente attiva,
impervia, a stretto contatto con le ragioni e le regioni coincidenti della gioia
e del dolore. La storia di un’amicizia di due donne, l’una dentro l’euforia
della scrittura e del racconto, l’altra colta nel suo quieto e infuocato vivere,
si fa qui esemplare per l’assai pulita evocazione attraverso la parola ferma e
incantata. Incisa dal bulino di un umano forte sentire, questa poesia naturale e
un poco innocente è sembrata quest’anno a tutti i componenti della Giuria la più
degna del Premio con la pubblicazione.


1° premio


2004

Val di Magra – Aulla

2° premio

2005

Cinque Terre – La Spezia

3° premio

2005

Aquilaia Salaiola

4° premio

2006

Premio Letterario
Internazionale Un tessuto di Cultura – Prato

Premio speciale

2010

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Val di Vara” – Alessandra Marziale – Circolo
Artistico Letterario “Val di Magra” – R. Micheloni – Aulla (MS)
Libro
avvincente e di piacevole lettura. Gli eventi del presente si intrecciano con i
ricordi della poetessa dando vita a versi vivaci ed originali.
La
“fusione di suoni” rimane nel lettore come un messaggio poetico limpido e
fortemente evocativo.

3° premio

Iter Ligure

2006

Premio Nazionale di Poesia
“Santa Margherita” 17 Edizione – Arcola – La Spezia
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2006

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre – Ettore Cozzani” – La Spezia

2° premio

2006

Mondo Libro – Roma

Premio
alla Carriera


2007

Bargagna –
Pontedera

finalista

2007

Atheste
– Este

Premio speciale della giuria

2009

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa e Saggistica “Santa Maria in
Castello
” – Città di Vecchiano – Pisa
Lo spunto
finemente descrittivo appare il primo movimento, il fondamentale nucleo dinamico
di un progetto lirico che ci consegna delicati e vibranti “paesaggi d’anima”.

L’adesione pronta e totale dell’Autrice ai tanti aspetti, ai moltissimi
particolari, ai mille volti di una terra che sente intimamente “sua” diventa
sulla pagina “struggente melodia di note umane”, ricerca di profondi e autentici
significati attraverso una rappresentazione di intense atmosfere affidata alla
fluida, intrigante scorrevolezza dei versi. Questi ultimi sono contraddistinti
da notevole armonia e ricorrente musicalità; rivelano originalità di immagini e
una felice sintesi di cultura e di partecipazione sentimentale.

3° premio

2009

Premio nazionale Histonium
Vasto
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2009

Aquilaia di Salaiola
– Arcidosso (Toscana)
Il titolo
di questa mirabile raccolta di liriche racchiude e svela ad un tempo il segreto
della maestria poetica della nostra autrice. Vi sono al centro del suo universo
poetico dei luoghi, un paesaggio, dei colori, degli edifici, dei nomi –
Monterosso tra tutti – tra i quali e non altrove trascorre il suo poetare. E
questa concentrazione, questo ristringersi ad una focale limitatissima, è la via
per il giungere in profondità. È il caso in cui il limite non costringe, ma è la
condizione per la penetrazione del mistero delle cose e della vita. La Toffanin
con un pudore ed una saggezza che sono davvero d’altri tempi non si avventura in
saccenti pontificali sui perché della storia e del cosmo ma il suo sguardo si
posa sulle cose che conosce e gli sono consuete da sempre e da qui inizia lo
scavo. Si ingannerebbe chi ritenesse la sua lirica una didascalia del paesaggio
ligure eppure se un poeta è attaccato al vero scrive di ciò che conosce: pochi
luoghi, poche persone, pochi sentimenti. Ecco la via per cui questa poesia –
vera come poche altre – giunge al cuore delle cose.

2° premio

2010

Premio Europeo di Arti
Letterarie Via Francigena – Filetto di Villafranca Lunigiana (MS) (con
motivazione)

premio della critica

Fragmenta

2007

Tanzi San Mauro, Signa

segnalato

2007

XXVIII Premio Nazione Il
Portone
– Pisa
Questa
nuova plaquette della Toffanin da una parte conferma il suo stilema, le sue
invenzioni fonico-stilistiche, e dall’altra le novità creative che alimentano il
suo mondo poetico.
La natura
si fa sempre più raffigurazione simbolica di un’anima che tende a ritrattarsi
nelle sue volute. E i contenuti si arricchiscono di una spiritualità
esistenziale. Ed è utilizzo, anche, del mito, finalizzato a concretizzare il
mistero dell’essere e dell’esistere, a simboleggiare la nostalgia di un mondo
dai contorni “ieratici”: “O voi ieratiche immagini / di remoti miti, tornate /
con armonioso ritmo circolare / nelle anfore ocra e nere”.

3° premio

2007

Premio Letterario
Internazionale Maestrale – San Marco, Sestri Levante
Il gioco
tra la vita e la morte, si polarizza nella figura femminile che appare evocata
come energia di contrasto e di difesa dei valori autentici dell’esistere,
attraverso gli affetti e la memoria che si collocano in un linguaggio poetico
dai registri multipli e musicalmente fluidi.

3° premio

2007

Premio Nazionale di poesia
Contini Bonacossi – Seano (con motivazione)

finalista

2007

Premio di poesia Aquilaia,
Arcidosso (con motivazione)

3° premio

2007

Premio Internazionale Città di
Castrovillari
(con motivazione)

finalista

2007

Premio Nazionale di Poesia Santa Margherita – 18 edizione – Arcola (SP)
Il mondo
poetico racchiuso nella raccolta Fragmenta di Maria Luisa Daniele Toffanin cerca
nell’ideale perfezione del mito e del bello la chiave di una possibile
interpretazione della complessità forse senza senso, della natura e della
storia, per riscattare, con energia morale che sempre si rinnova, il valore
della propria identità di donna e di persona. Il canto che scaturisce è
delicato, vario e ricco come la vita che rappresenta.

1° premio

2007

Premio Letterario Gaetano Veggiani – Pontinia (con motivazione)

segnalata

2007

Premio Montano Anterem Verona

segnalata

2007

Premio Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano,
Pisa
Poesia di
grande spessore quella della Toffanin. La plaquette FRAGMENTA tocca i motivi più
vari che ritrattano l’universo dei sentimenti umani. La natura è vissuta come
momento di grande spiritualità e, nei suoi colori, nei suoi profumi, nei suoi
ritmi è sempre configurazione di stati d’animo dell’autrice, e mai semplice
rappresentazione paesaggistica. Il suo dire, di un panismo simbolico, è sempre
analitico-allegorico. Grande è anche la capacità della Toffanin, e credo cosa
nuova nel suo percorso poetico, di fare del mito un significativo momento di
attualizzazione di vicissitudini esistenziali. E proprio nella poesia A TE NINFA
ARETUSA credo si tocchino i tasti di maggiore intensità lirica.
Lo stile
dell’opera evidenzia un sapiente utilizzo del significato metrico: versi che si
ampliano o si abbreviano con un succedersi di suoni a seconda del variare delle
realtà interiori della poetessa. La parola attenta e sofferta, giocata su
accostamenti di univerbazioni e unità sintagmatiche, si combina sempre con una
visione personale sulla fragilità dell’uomo e il mistero del suo animo.

1° premio

2007

Città di Pompei
Una
poesia alta e intensa, che sa scavare negli interrogativi più profondi
dell’animo umano, con un linguaggio colto e nello stesso tempo affabulante. La
raccolta Fragmenta, in apparente antitesi col titolo, rappresenta un insieme
organico che sapientemente e liricamente indaga sui valori primari della vita.
La poetessa mostra ancora una volta di essere un riferimento preciso nel
panorama della poesia contemporanea.

2° premio

2007

Premio Nazionale di Poesia
Terzo millennio – Capit Roma

segnalazione

Histonium
La
poetessa padroneggia con rara perizia la parola, mezzo espressivo di un pensiero
vigile e intelligente, dando luogo a un discorso poetico di alto livello, con
esiti sicuri e affascinanti. Nel fluire del verso si susseguono soprattutto
immagini ed emozioni, ricche di sfumature, che conducono il lettore in percorsi
interiori ed esperienze esistenziali di grande valore etico.


1° premio


2007

Premio di poesia Iniziative
letterarie
– Milano (con motivazione)

3° premio

2008

Val di Vara – A. Marziale, La
Spezia – Aulla (+ Briciole)

2° premio

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa – Firenze Capitale d’Europa

2° premio

III Concorso Internazionale
di Libri “Il saggio” – Eboli

finalista

2009

Firenze – Capitale d’Europa
– Firenze
La
profonda cultura dell’autrice, attraversata dalla luce della poesia, si fa
patrimonio esistenziale ed etico di un’umanità femminile che sa trovare un
rassicurante, armonico equilibrio nell’assaporamento dei doni del creato e nella
libertà interiore di cavalcare le praterie del sogno e quelle del cuore mai
domo, capaci di lenire l’assillo della propria fragile, dolente finitezza.
Ne
scaturisce un percorso poetico dal coerente andamento poematico, reso più
liricamente vibrante dalla fresca originalità di un linguaggio armonioso,
musicale, suadente.

2° premio

2013

Premio nazionale Voci –
Città di Abano Terme
– La Nuova Tribuna Letteraria – Circolo Iplac
L’opera
di Maria Luisa Daniele Toffanin, molto apprezzata anche da Andrea Zanzotto, si
distingue per numerose ragioni di eccellenza. Innanzitutto la compatta
architettura tematica e organizzatrice, che fa di Fragmenta – pur nella varietà
dei motivi ispiratori – un effettivo libro e non una semplice raccolta. In
secondo luogo la ricca peculiarità del lessico, che manifesta una evidente
originalità e personalità senza tuttavia tradire la vocazione profonda ad un
discorso condiviso e accessibile. Inoltre, la tensione verso una parola che
compenetri in sé emozione e raziocinio, bellezza e pensiero, sentimento e
argomentazione, meraviglia e intelligenza, unendo in un tutt’uno scavo interiore
ed indagine del reale. Infine, la propensione – oggigiorno inusuale – ad una
scrittura che esprima anche una nitida valenza etica ed educativa, volta a
trasmettere una concezione dell’esistenza (nei suoi molteplici aspetti
transitori ed eterni) come dono fruttifero di inestimabile valore, significato e
dignità.

premio della critica

E ci sono angeli

2011

VI Concorso Nazionale
di Poesia e Narrativa Voci – Circolo Iplac
Quasi un
salmodiare il canto di Maria Luisa Daniele Toffanin. “E ci sono angeli” è un
libro, in effetti, che presenta i suoi testi come inni d’invocazione e di lode
se non direttamente al Dio trascendente che orbita al di sopra e al di là del
mondo, a quel Dio, profondamente immerso nella realtà umana, che si rivela nella
storia come re-bambino del regno dei cieli. Per asserzione della stessa autrice
questa sua poesia si rivolte “ai poeti affannati per la terrestre avventura”
sollecitandoli “alla premura per ogni infanzia”, a “riedificare un altare ai
bambini di tutto il mondo”. Molto interessante, sotto il profilo strutturale, la
suddivisione dell’opera in tre sezioni che si propongono come guida per il
lettore che abbia ogni buona intenzione di riscoperta dell’innocenza. E
sicuramente maturi lo stile, la perizia versificatoria e l’uso equilibrato della
parola.

3° premio

2011

Premo Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica – Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano (Pisa)

segnalazione d’onore

2012

Cenacolo
Artistico Letterario Roberto Micheloni (Aulla – Lunigiana)
Premio di Poesia e Narrativa
Cinque Terre – Golfo dei Poeti

Premio Ettore Cozzani

I luoghi di Sebastiano

2017

XXI Premio Il Saggio Città di Eboli
I luoghi di Seastiano

Finalista
2016

Città di Pontremoli

Trofeo Pegasus
Cattolica

Appunti di mare

2012

Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini –
Città di Anzio
La soggettività
diventa strumento per esprimere una propria passione, facendo scattare un
coordinamento di processi lirici in termini di sincronia metafisica e non di
casualità trasfigurata e levitante, in una chiave più emblematica che memoriale
laddove gli appunti di mare miscelano una efficace tensione tra contingenza e
oltranza interpretando significativamente il senso postmoderno della raccolta.”

1° premio sezione metafisica

Firenze Capitale d’Europa

Premio della giuria

Premio Graziano – Il filo rosso – Cosenza

Premio speciale

2013

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa, Saggistica e
Arti Visive Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano – Pisa
Il
costante riferimento al mare si risolve in un atteggiamento pànico coerente e
concettualmente e formalmente molto interessante: “Io sono scoglio / che incerto
del vivere / si agita invano / sono isola / che lontana vaneggia / terra ferma
di quiete”.
La catena
ponderata, mai causale delle immagini, rivela un sistema di associazioni
semantiche caratterizzato da lucidità elaborativa e da coinvolgenti vibrazioni
liriche.

3° premio

Premio Letterario Nazionale Il Portone – Pisa
– 2° premio
Questa
plaquette
di Maria Luisa Daniele Toffanin è il risultato di due differenti
sillogi che si ispirano a due distinti viaggi siciliani: uno a Tindari e l’altro
a Lampedusa. E il mare, con tutta la sua polisemica significanza, è il
protagonista principale di queste pagine, il personaggio che dà continuità e
compattezza al percorso poetico. Totale è sicuramente la simbologia del mare se
riferito al vivere, alla sua caducità e ad una aspirazione a svincolarsi dalle
maglie del tempo. Quindi il mare come vita, come mistero, come fuga da una
realtà invadente, come slancio verso orizzonti senza confini.
La virtù
di questi versi è quella di saper rappresentare con simbiotica fusione il mondo
e le sue forme come fotogrammi dell’esistere. Di quelli si serve l’autrice per
delineare i suoi subbugli interiori, i suoi pensieri che poi si fanno filosofia
di vita. Il confronto continuo fra sé stessa e l’incommensurabilità,
l’imperscrutabilità delle grandi estensioni. Una lotta col tempo, con la sua
voracità, con la sua protervia, una lotta che si attua anche ricorrendo a ninfe
e muse: Un gioco con ninfe / in mutati sembianti / una sfida al tempo: /
memoria rapita / a molli eucalipti
.
Ed il
linguaggio è secco, veloce, i versi si fanno brevi in questa ricerca di forme e
di colori. Il discorso poetico è personalissimo: si ricorre spesso a metafore di
grande impatto, ad allusioni iperboliche, a significanti metrici che combacino
col suo sentire, ad un’unità sintagmatica e a sottrazioni sintattiche.
Altra
caratteristica di queste pagine la grande nervatura culturale della poetessa. Lo
spaziare con un’indifferenza sconcertante da riferimenti mitologici ad altri più
specificamente geografico-letterari. E se l’autrice vede spesso in angoli
sorprendenti scintille-echi d’Eterno, è perché in lei domina l’aspirazione al
tanto, all’immenso, come alfine immenso è il mare. E se si confonde anima e
corpo con la natura che l’avvolge, è perché si ciba di quella natura, si fa
tutt’uno con quella, ne assorbe salmastri ed onde peregrine, muretti a secco ed
arpeggi di verde, per elevarsi, poi, con scarti fecondi verso slarghi d’azzurro.


2014

Premio Cinque Terre Golfo dei Poeti – Sirio Guerrieri

Premio della critica

2014

Premio letterario Voci – Abano Terme
Per
comprendere fino in fondo ciò che Maria Luisa Daniele Toffanin vuole raccontare
con i suoi Appunti di mare, bisogna riflettere su quanto di lei si dice a pag.
89, quando – e valga in generale – la sua persona viene assimilata alla figura
di una “Penelope premoderna”, non più quindi “solo Penelope ma Penelope più
Ulisse che ha, nel cuore e nella mente, la doppia tensione della partenza e del
ritorno.”.

Emblematica, al riguardo, la seconda parte di questo libro, Da traghetto a
traghetto per non morire: la lirica Traghettando il giorno (una delle più belle
dell’intera raccolta) ed il seguente commento in prosa sono chiara testimonianza
di una propensione in cui la connotazione illusoria del viaggio è riscattata dal
potere salvifico dell’amore.
Un amore
cercato e trovato nel Creato, nel contatto ravvicinato con la natura:
insostituibile fonte d’ispirazione di un’autentica poetessa.

premio all’eccellenza “Le
Gioie del Corso”

Premio Poesia Prosa e Arti figurative Il Convivio e
Angelo Musco
Il Convivio

Finalista

Premio Delfino

Finalista

Premio nazionale di Poesia e Narrativa Il Litorale
la
poetica delicata di Maria Luisa Toffanin Daniele in “Appunti di mare” invita il
lettore a compiere un percorso nell’isola siciliana dove visioni e luoghi
suggestivi avvolgono la mente inebriata da tanta bellezza. Un canto di luce che
è speranza di vita e anche “il tuo silenzio ora / dentro s’illumina / di tutto
l’immenso cielo”.

segnalazione di merito

3° Premio Thesaurus- Cenacolo Altre
Voci
– Albarella

5° classificata

Florilegi femminili controvento

2017

XIX Premio Il Litorale

Premio speciale della giuria

2017

VI Premio Città di Pontremoli

Premio speciale della critica

2017

XXXIX Premio int. Cinque Terre Golfo dei
Poeti – Sirio Guarrieri

Premio Donna

19° Premio Santa Maria in Castello – Vecchiano

segnalazione d’onore

XXXIV Premio Nazionale di Poesia
Aeclanum – Avellino

2° premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)


2016

Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Francesco
Graziano
– Ass. Cult. Il Filorosso – Rogliano

2° premio
Il
filorosso del volume di Maria Luisa Daniele Toffanin è sicuramente il femminile,
declinato in varie accezioni e figure, da quelle note di donne celebri, ammirate
e amate come Rita Levi Montalcini o Madre Teresa a quelle piccole donne che si
ritrovano nel cerchio magico delle amicizie e degli affetti. Poesia
delicata,densa di affetti ed emozioni, ma che non dimentica l’impegno
sociale; il
tutto espresso con rara raffinatezza con la presenza diun lessico colto, ricco
di echi classici che si sposa con espressioni colloquiali del linguaggio
quotidiano con esiti estremamente interessanti.


2016

Premio Letterario Nazionale L’anfora di Calliope
– Circolo Culturale Iplac Insieme per la Cultura

1° premio

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.


2016

Premio “Tulliola Renato Filippelli” –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio
ex aequo
Silloge centrata sul tema della donna. Le
varie sezioni offrono ritratti di figure femminili caratterizzate da una
dimensione ora pubblica, ora privata, comunque tese a proporre l’immagine di
una donna impegnata a combattere i soprusi secolari, ma anche a mantenere i
doveri tradizionali nei confronti della famiglia, delle figlie, in
definitiva, della società. Elevato lo stile, ricercato il lessico.

La
silloge raccoglie liriche tutte centrate sul tema della donna, che si
caratterizzano nel panorama della poesia contemporanea per il lessico ricercato
e lo stile alto. Le varie sezioni offrono ritratti di figure femminili colte ora
nella dimensione pubblica ora in quella privata, ma, comunque, sempre tese a
delineare l’immagine di una donna esemplare e non convenzionale, “controvento”,
impegnata tanto a combattere i soprusi secolari quanto a mantenere i doveri
tradizionali nei confronti della famiglia, dei figli e, in definitiva, della
società. (Raffaele Messina)


2016

Premio “Il Convivio” – Castiglione di Sicilia –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio Città
Giardini Naxos


Segreti Casentini ed oltre a
primavera

2014

Il Portone – Pisa

5° premio
2014

Premio Letterario Casentino

Menzione d’onore

Sottovoce a te madre

2016

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

Premio
speciale della giuria


La grande
storia in minute lettere

2018

Concorso di poesia e narrativa Le Grazie di Porto
Venere

Primo premio

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

2019

VIII Premio Città di Pontremoli – Narrativa
edita: La grande storia in minute lettere

Premio speciale della critica narrativa edita


Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

Maria Luisa Daniele Toffanin

Premi letterari conseguiti


Dell’azzurro
ed altro

1999

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre” – La Spezia

Premio speciale della giuria

1999

Premio Nazionale di poesia “S.
Margherita
” – Baccano d’Arcola

Premio speciale della giuria

1999

Premio Internazionale di
Poesia Tirteus – Sorrentinum
La
poetessa Maria Luisa Toffanin esprime con intensità poetica sentimenti di vita
usando un linguaggio ricco di termini specifici che permettono al lettore di
cogliere l’intensità della vita vissuta dall’autrice. Da notare inoltre una
certa linearità di contenuto fra tutte le poesie che rappresentano i tasselli di
quel mosaico che è la vita con tutte le sue sfaccettature: delusioni e gioie,
tristezza e felicità, amore e odio, fugacità del tempo. La poetessa nel tempo
potrà sicuramente raggiungere una maggiore e profonda maturità poetica che le
permetteranno di raffinare e perfezionare il suo stile, che comunque presenta
già un buon livello.

1° premio

1999

Premio Internazionale di Posie
Infinito – Montagnareale

1° premio

1999

Premio di Poesia Sorrentinum –
Patti (con motivazione)

4° premio

1999

Concorso Nazionale di
Narrativa e Poesia F. Bargagna – Pontedera

4° premio

1999

Premio Letterario Nazionale
“C. Pavese –M. Gori” – Chiusa Pesio

menzione speciale

1999

Premio Internazionale
letterario “Maestrale San Marco” – Sestri Levante

Premio speciale della giuria

1999

Premio Letterario Campagnola – Brugine
Si fonde
la bellezza del verso classico ai tratti innovativi della scrittura: questi
“riflessi puri” rivivono nella memoria trasformata in genesi del presente. La
sensibilità a colori, suoni e immagini – di raffinata presa lessicale – contiene
nel profondo un’intensa realtà emotiva.

3° premio

1999

Premio Letterario Il Portico –
Bologna

finalista

2000

Premio Nazionale di Poesia e
narrativa Primavera Strianese – Striano

menzione d’onore

2000

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2000

Premio Letterario Nazionale Il
Portone
– Pisa
La
padronanza della tecnica metrica e la capacità di compenetrare contenuto e
versificazione sono le caratteristiche salienti della poesia della Toffanin.
Spesso i versi si succedono in una aumentazione diacronica fino a esplodere in
costruzioni più ampie volte a dare corpo al contenuto. Ma poco di costruito e
tanto di spontaneo nella realtà immaginativa dell’autrice. Il testo è un
continuo spaziare tra il colori di una natura che staccandosi dal reale si fa
immagine rivissuta e personificata: “Ali bianche grige / accese d’argento /
nell’oro che muore / ruotano l’azzuro / immobile nell’ora / che ai gabbiani / è
donato il cielo.” (L’ora dei gabbiani); “Riverberi accesi / in tramonti di
primavera / turbano creste limpide / tra i veli della sera.” (Fino all’ultimo);
“Si turba la sera / nel bianco gelsomino / si tinge di porpora / nel volto di
cielo…”. (Preludio). Uno sparito di musica insomma che incastona nel pentagramma
colori, sensazioni, impressioni, intuizioni e che realizza nella totalità un
quadro di composta plasticità che mai sfugge a un’armonia di tessitura classica.

3° premio

2001

Tra Secchia e Panaro – Modena

Premio speciale della giuria

2001

Poesia – Montepulciano
È
possibile definire la scrittura di Maria Luisa Daniele Toffanin come poesia
della poesia preverbale ovvero anteriore alla propria oggettivazione sonore.
Questi testi appaiono come la rappresentazione di ciò che sta prima del testo
medesimo. È questo, probabilmente, il senso di una poetica di immagini, idee,
emozioni modellate “in acqua ardente”, indicata peraltro dalla stessa autrice.
La tecnica impressionistica o a macchia, spesso presente, sembra finalizzata
piuttosto a dissolvenze e a tenerezze oggettuali e verbali. E tuttavia molti tra
i contenuti espliciti di queste liriche restano a lungo, suggerendo
efficacemente, nel ricordo del lettore.

3° premio Arte

A Tindari

Terzo Millennio – Messina

2° premio
2002

Marziale – La Spezia

3° premio

Per
colli e cieli insieme mia euganea terra

2002

X Premio Nazionale Fiera di Casalguidi
Sbaglierebbe chi parlasse di una raccolta di versi, trattandosi invece di un
poemetto che è un omaggio o, meglio, un atto d’amore verso una terra nativa, e
proprio da questo tema deriva la sua straordinaria unità contenutistica
unitamente ad una altrettanto straordinaria compattezza stilistica. L’atto di
amore, nutrito di fiducia per il creato, è supportato da uno squisito senso
estetico, all’origine della raffinatezza linguistico-espressiva del libro.

2° premio

2002

Città di Fucecchio

3° premio

2002

Val di Comino

finalista

2003

Città di Salò – Salò

premio speciale

Premio
Osti

premio speciale
Tribuna Letteraria

2003

Premio Nazionale di poesia e
narrativa Spazio Donna – Striano
Un
intenso viaggio d’anima e di cuore per una terra che vive dentro con panorami
sospesi in altalenanti visioni. Pagine di luce che prendono ed affascinano per
la intensità del linguaggio e delle immagini.

2° premio

2003

Premio il Golfo – La Spezia

Premio speciale della giuria

2003

Il Litorale – Ronchi di Massa

Premio speciale della giuria

2003

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2003

Città del Noce – Noceto

segnalato

2003

Santa Maria in Castello – Vecchiano

finalista

2003

Aquilaia di Salaiola
(Toscana)

Linguaggio volutamente sostenuto in un uso di retorica mutuata dalla bella
tradizione italiana, ma con un suo marchio personale. Talune invenzioni
linguistiche e una serie di immagini felici salvano dalla giustificabile
retorica l’intenerimento, diffuso nella raccolta, per la regione natia.

2° premio

2003

S. Margherita – Arcola

3° premio

2003

Bertazzi Salzala

menzione d’onore

2003

Lodoletta Pini – Pisa

4° premio

2003

Bargagna – Pontedera

6° premio

2003

Premio di Poesia Lorenzo
Montano
– Anterem – Verona

menzione d’onore

2003

Cinque Terre – La
Spezia
Maria
Luisa Daniele Toffanin ci recita versi consustanziati di cielo, di ruscelli, di
scorci paesistici di fascinazioni infantili e adolescenziali della sua euganea
terra che offre l’occasione di creare paesaggi rivissuti nella loro valenza
fantastico-sentimentale connotati di vitalità di confidenza di una intensità
visionaria etica ed estetica e l’organicità strutturale e lirica lucreziana
cosmica di un antico canzoniere.

1° premo

2003

Mondo Libro – Roma

1° premio

2003

3° Concorso Internazionale
Poetico Musicale – Cenacolo Europeo – Poeti nella Società – Basilea

2° premio

2003

Premio Nazionale –
Vasto

Premio Speciale Unico per il
Veneto


2003

XXIV Premio Nazionale Il
Portone
– Pisa
La cosa
che colpisce maggiormente, leggendo questa nuova opera di Maria Luisa Daniele
Toffanin, è la profonda simbiosi panica tra il corpo delle immagini e l’anima
dell’autrice. Il verso scorre limpido e musicalmente effusivo, facendosi a mano
a mano icastico, in supporto ai contenuti, col ricorso a univerbazioni, a unità
sintagmatiche di aggettivo-sostantivo o a invenzioni creative di grande rilievo.
Sono tenerezza-fantasia / che così incanta / quell’onda tua viola / se
improvvisa si defila l’energia / in alate figure / altro tempo-vita che ancora
migra
.
L’uso di
anastrofe, di una serie di doppi trisillabi che fanno risaltare certe sincronie
naturali e di una metrica in cui i versi di varia misura si alternano a
significare le modulazioni interiori, denota maturazione stilistica e
concretezza immaginativa in questa fusione di realtà complessa fra anima e
natura.

1° premio

2003

Atheste – Este

3° premio

Dell’Amicizia – My red hair

2004

Premio Nazionale Il Portone –
Pisa

finalista

2004

Atheste – Este

1° premio

2004

Venafro

“Dell’amicizia” non è una raccolta di poesie ma una vera e propria intrecciata
corona: e chiede dunque a chi legge una partecipazione altamente attiva,
impervia, a stretto contatto con le ragioni e le regioni coincidenti della gioia
e del dolore. La storia di un’amicizia di due donne, l’una dentro l’euforia
della scrittura e del racconto, l’altra colta nel suo quieto e infuocato vivere,
si fa qui esemplare per l’assai pulita evocazione attraverso la parola ferma e
incantata. Incisa dal bulino di un umano forte sentire, questa poesia naturale e
un poco innocente è sembrata quest’anno a tutti i componenti della Giuria la più
degna del Premio con la pubblicazione.


1° premio


2004

Val di Magra – Aulla

2° premio

2005

Cinque Terre – La Spezia

3° premio

2005

Aquilaia Salaiola

4° premio

2006

Premio Letterario
Internazionale Un tessuto di Cultura – Prato

Premio speciale

2010

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Val di Vara” – Alessandra Marziale – Circolo
Artistico Letterario “Val di Magra” – R. Micheloni – Aulla (MS)
Libro
avvincente e di piacevole lettura. Gli eventi del presente si intrecciano con i
ricordi della poetessa dando vita a versi vivaci ed originali.
La
“fusione di suoni” rimane nel lettore come un messaggio poetico limpido e
fortemente evocativo.

3° premio

Iter Ligure

2006

Premio Nazionale di Poesia
“Santa Margherita” 17 Edizione – Arcola – La Spezia
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2006

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre – Ettore Cozzani” – La Spezia

2° premio

2006

Mondo Libro – Roma

Premio
alla Carriera


2007

Bargagna –
Pontedera

finalista

2007

Atheste
– Este

Premio speciale della giuria

2009

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa e Saggistica “Santa Maria in
Castello
” – Città di Vecchiano – Pisa
Lo spunto
finemente descrittivo appare il primo movimento, il fondamentale nucleo dinamico
di un progetto lirico che ci consegna delicati e vibranti “paesaggi d’anima”.

L’adesione pronta e totale dell’Autrice ai tanti aspetti, ai moltissimi
particolari, ai mille volti di una terra che sente intimamente “sua” diventa
sulla pagina “struggente melodia di note umane”, ricerca di profondi e autentici
significati attraverso una rappresentazione di intense atmosfere affidata alla
fluida, intrigante scorrevolezza dei versi. Questi ultimi sono contraddistinti
da notevole armonia e ricorrente musicalità; rivelano originalità di immagini e
una felice sintesi di cultura e di partecipazione sentimentale.

3° premio

2009

Premio nazionale Histonium
Vasto
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2009

Aquilaia di Salaiola
– Arcidosso (Toscana)
Il titolo
di questa mirabile raccolta di liriche racchiude e svela ad un tempo il segreto
della maestria poetica della nostra autrice. Vi sono al centro del suo universo
poetico dei luoghi, un paesaggio, dei colori, degli edifici, dei nomi –
Monterosso tra tutti – tra i quali e non altrove trascorre il suo poetare. E
questa concentrazione, questo ristringersi ad una focale limitatissima, è la via
per il giungere in profondità. È il caso in cui il limite non costringe, ma è la
condizione per la penetrazione del mistero delle cose e della vita. La Toffanin
con un pudore ed una saggezza che sono davvero d’altri tempi non si avventura in
saccenti pontificali sui perché della storia e del cosmo ma il suo sguardo si
posa sulle cose che conosce e gli sono consuete da sempre e da qui inizia lo
scavo. Si ingannerebbe chi ritenesse la sua lirica una didascalia del paesaggio
ligure eppure se un poeta è attaccato al vero scrive di ciò che conosce: pochi
luoghi, poche persone, pochi sentimenti. Ecco la via per cui questa poesia –
vera come poche altre – giunge al cuore delle cose.

2° premio

2010

Premio Europeo di Arti
Letterarie Via Francigena – Filetto di Villafranca Lunigiana (MS) (con
motivazione)

premio della critica

Fragmenta

2007

Tanzi San Mauro, Signa

segnalato

2007

XXVIII Premio Nazione Il
Portone
– Pisa
Questa
nuova plaquette della Toffanin da una parte conferma il suo stilema, le sue
invenzioni fonico-stilistiche, e dall’altra le novità creative che alimentano il
suo mondo poetico.
La natura
si fa sempre più raffigurazione simbolica di un’anima che tende a ritrattarsi
nelle sue volute. E i contenuti si arricchiscono di una spiritualità
esistenziale. Ed è utilizzo, anche, del mito, finalizzato a concretizzare il
mistero dell’essere e dell’esistere, a simboleggiare la nostalgia di un mondo
dai contorni “ieratici”: “O voi ieratiche immagini / di remoti miti, tornate /
con armonioso ritmo circolare / nelle anfore ocra e nere”.

3° premio

2007

Premio Letterario
Internazionale Maestrale – San Marco, Sestri Levante
Il gioco
tra la vita e la morte, si polarizza nella figura femminile che appare evocata
come energia di contrasto e di difesa dei valori autentici dell’esistere,
attraverso gli affetti e la memoria che si collocano in un linguaggio poetico
dai registri multipli e musicalmente fluidi.

3° premio

2007

Premio Nazionale di poesia
Contini Bonacossi – Seano (con motivazione)

finalista

2007

Premio di poesia Aquilaia,
Arcidosso (con motivazione)

3° premio

2007

Premio Internazionale Città di
Castrovillari
(con motivazione)

finalista

2007

Premio Nazionale di Poesia Santa Margherita – 18 edizione – Arcola (SP)
Il mondo
poetico racchiuso nella raccolta Fragmenta di Maria Luisa Daniele Toffanin cerca
nell’ideale perfezione del mito e del bello la chiave di una possibile
interpretazione della complessità forse senza senso, della natura e della
storia, per riscattare, con energia morale che sempre si rinnova, il valore
della propria identità di donna e di persona. Il canto che scaturisce è
delicato, vario e ricco come la vita che rappresenta.

1° premio

2007

Premio Letterario Gaetano Veggiani – Pontinia (con motivazione)

segnalata

2007

Premio Montano Anterem Verona

segnalata

2007

Premio Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano,
Pisa
Poesia di
grande spessore quella della Toffanin. La plaquette FRAGMENTA tocca i motivi più
vari che ritrattano l’universo dei sentimenti umani. La natura è vissuta come
momento di grande spiritualità e, nei suoi colori, nei suoi profumi, nei suoi
ritmi è sempre configurazione di stati d’animo dell’autrice, e mai semplice
rappresentazione paesaggistica. Il suo dire, di un panismo simbolico, è sempre
analitico-allegorico. Grande è anche la capacità della Toffanin, e credo cosa
nuova nel suo percorso poetico, di fare del mito un significativo momento di
attualizzazione di vicissitudini esistenziali. E proprio nella poesia A TE NINFA
ARETUSA credo si tocchino i tasti di maggiore intensità lirica.
Lo stile
dell’opera evidenzia un sapiente utilizzo del significato metrico: versi che si
ampliano o si abbreviano con un succedersi di suoni a seconda del variare delle
realtà interiori della poetessa. La parola attenta e sofferta, giocata su
accostamenti di univerbazioni e unità sintagmatiche, si combina sempre con una
visione personale sulla fragilità dell’uomo e il mistero del suo animo.

1° premio

2007

Città di Pompei
Una
poesia alta e intensa, che sa scavare negli interrogativi più profondi
dell’animo umano, con un linguaggio colto e nello stesso tempo affabulante. La
raccolta Fragmenta, in apparente antitesi col titolo, rappresenta un insieme
organico che sapientemente e liricamente indaga sui valori primari della vita.
La poetessa mostra ancora una volta di essere un riferimento preciso nel
panorama della poesia contemporanea.

2° premio

2007

Premio Nazionale di Poesia
Terzo millennio – Capit Roma

segnalazione

Histonium
La
poetessa padroneggia con rara perizia la parola, mezzo espressivo di un pensiero
vigile e intelligente, dando luogo a un discorso poetico di alto livello, con
esiti sicuri e affascinanti. Nel fluire del verso si susseguono soprattutto
immagini ed emozioni, ricche di sfumature, che conducono il lettore in percorsi
interiori ed esperienze esistenziali di grande valore etico.


1° premio


2007

Premio di poesia Iniziative
letterarie
– Milano (con motivazione)

3° premio

2008

Val di Vara – A. Marziale, La
Spezia – Aulla (+ Briciole)

2° premio

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa – Firenze Capitale d’Europa

2° premio

III Concorso Internazionale
di Libri “Il saggio” – Eboli

finalista

2009

Firenze – Capitale d’Europa
– Firenze
La
profonda cultura dell’autrice, attraversata dalla luce della poesia, si fa
patrimonio esistenziale ed etico di un’umanità femminile che sa trovare un
rassicurante, armonico equilibrio nell’assaporamento dei doni del creato e nella
libertà interiore di cavalcare le praterie del sogno e quelle del cuore mai
domo, capaci di lenire l’assillo della propria fragile, dolente finitezza.
Ne
scaturisce un percorso poetico dal coerente andamento poematico, reso più
liricamente vibrante dalla fresca originalità di un linguaggio armonioso,
musicale, suadente.

2° premio

2013

Premio nazionale Voci –
Città di Abano Terme
– La Nuova Tribuna Letteraria – Circolo Iplac
L’opera
di Maria Luisa Daniele Toffanin, molto apprezzata anche da Andrea Zanzotto, si
distingue per numerose ragioni di eccellenza. Innanzitutto la compatta
architettura tematica e organizzatrice, che fa di Fragmenta – pur nella varietà
dei motivi ispiratori – un effettivo libro e non una semplice raccolta. In
secondo luogo la ricca peculiarità del lessico, che manifesta una evidente
originalità e personalità senza tuttavia tradire la vocazione profonda ad un
discorso condiviso e accessibile. Inoltre, la tensione verso una parola che
compenetri in sé emozione e raziocinio, bellezza e pensiero, sentimento e
argomentazione, meraviglia e intelligenza, unendo in un tutt’uno scavo interiore
ed indagine del reale. Infine, la propensione – oggigiorno inusuale – ad una
scrittura che esprima anche una nitida valenza etica ed educativa, volta a
trasmettere una concezione dell’esistenza (nei suoi molteplici aspetti
transitori ed eterni) come dono fruttifero di inestimabile valore, significato e
dignità.

premio della critica

E ci sono angeli

2011

VI Concorso Nazionale
di Poesia e Narrativa Voci – Circolo Iplac
Quasi un
salmodiare il canto di Maria Luisa Daniele Toffanin. “E ci sono angeli” è un
libro, in effetti, che presenta i suoi testi come inni d’invocazione e di lode
se non direttamente al Dio trascendente che orbita al di sopra e al di là del
mondo, a quel Dio, profondamente immerso nella realtà umana, che si rivela nella
storia come re-bambino del regno dei cieli. Per asserzione della stessa autrice
questa sua poesia si rivolte “ai poeti affannati per la terrestre avventura”
sollecitandoli “alla premura per ogni infanzia”, a “riedificare un altare ai
bambini di tutto il mondo”. Molto interessante, sotto il profilo strutturale, la
suddivisione dell’opera in tre sezioni che si propongono come guida per il
lettore che abbia ogni buona intenzione di riscoperta dell’innocenza. E
sicuramente maturi lo stile, la perizia versificatoria e l’uso equilibrato della
parola.

3° premio

2011

Premo Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica – Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano (Pisa)

segnalazione d’onore

2012

Cenacolo
Artistico Letterario Roberto Micheloni (Aulla – Lunigiana)
Premio di Poesia e Narrativa
Cinque Terre – Golfo dei Poeti

Premio Ettore Cozzani

I luoghi di Sebastiano

2017

XXI Premio Il Saggio Città di Eboli
I luoghi di Seastiano

Finalista
2016

Città di Pontremoli

Trofeo Pegasus
Cattolica

Appunti di mare

2012

Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini –
Città di Anzio
La soggettività
diventa strumento per esprimere una propria passione, facendo scattare un
coordinamento di processi lirici in termini di sincronia metafisica e non di
casualità trasfigurata e levitante, in una chiave più emblematica che memoriale
laddove gli appunti di mare miscelano una efficace tensione tra contingenza e
oltranza interpretando significativamente il senso postmoderno della raccolta.”

1° premio sezione metafisica

Firenze Capitale d’Europa

Premio della giuria

Premio Graziano – Il filo rosso – Cosenza

Premio speciale

2013

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa, Saggistica e
Arti Visive Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano – Pisa
Il
costante riferimento al mare si risolve in un atteggiamento pànico coerente e
concettualmente e formalmente molto interessante: “Io sono scoglio / che incerto
del vivere / si agita invano / sono isola / che lontana vaneggia / terra ferma
di quiete”.
La catena
ponderata, mai causale delle immagini, rivela un sistema di associazioni
semantiche caratterizzato da lucidità elaborativa e da coinvolgenti vibrazioni
liriche.

3° premio

Premio Letterario Nazionale Il Portone – Pisa
– 2° premio
Questa
plaquette
di Maria Luisa Daniele Toffanin è il risultato di due differenti
sillogi che si ispirano a due distinti viaggi siciliani: uno a Tindari e l’altro
a Lampedusa. E il mare, con tutta la sua polisemica significanza, è il
protagonista principale di queste pagine, il personaggio che dà continuità e
compattezza al percorso poetico. Totale è sicuramente la simbologia del mare se
riferito al vivere, alla sua caducità e ad una aspirazione a svincolarsi dalle
maglie del tempo. Quindi il mare come vita, come mistero, come fuga da una
realtà invadente, come slancio verso orizzonti senza confini.
La virtù
di questi versi è quella di saper rappresentare con simbiotica fusione il mondo
e le sue forme come fotogrammi dell’esistere. Di quelli si serve l’autrice per
delineare i suoi subbugli interiori, i suoi pensieri che poi si fanno filosofia
di vita. Il confronto continuo fra sé stessa e l’incommensurabilità,
l’imperscrutabilità delle grandi estensioni. Una lotta col tempo, con la sua
voracità, con la sua protervia, una lotta che si attua anche ricorrendo a ninfe
e muse: Un gioco con ninfe / in mutati sembianti / una sfida al tempo: /
memoria rapita / a molli eucalipti
.
Ed il
linguaggio è secco, veloce, i versi si fanno brevi in questa ricerca di forme e
di colori. Il discorso poetico è personalissimo: si ricorre spesso a metafore di
grande impatto, ad allusioni iperboliche, a significanti metrici che combacino
col suo sentire, ad un’unità sintagmatica e a sottrazioni sintattiche.
Altra
caratteristica di queste pagine la grande nervatura culturale della poetessa. Lo
spaziare con un’indifferenza sconcertante da riferimenti mitologici ad altri più
specificamente geografico-letterari. E se l’autrice vede spesso in angoli
sorprendenti scintille-echi d’Eterno, è perché in lei domina l’aspirazione al
tanto, all’immenso, come alfine immenso è il mare. E se si confonde anima e
corpo con la natura che l’avvolge, è perché si ciba di quella natura, si fa
tutt’uno con quella, ne assorbe salmastri ed onde peregrine, muretti a secco ed
arpeggi di verde, per elevarsi, poi, con scarti fecondi verso slarghi d’azzurro.


2014

Premio Cinque Terre Golfo dei Poeti – Sirio Guerrieri

Premio della critica

2014

Premio letterario Voci – Abano Terme
Per
comprendere fino in fondo ciò che Maria Luisa Daniele Toffanin vuole raccontare
con i suoi Appunti di mare, bisogna riflettere su quanto di lei si dice a pag.
89, quando – e valga in generale – la sua persona viene assimilata alla figura
di una “Penelope premoderna”, non più quindi “solo Penelope ma Penelope più
Ulisse che ha, nel cuore e nella mente, la doppia tensione della partenza e del
ritorno.”.

Emblematica, al riguardo, la seconda parte di questo libro, Da traghetto a
traghetto per non morire: la lirica Traghettando il giorno (una delle più belle
dell’intera raccolta) ed il seguente commento in prosa sono chiara testimonianza
di una propensione in cui la connotazione illusoria del viaggio è riscattata dal
potere salvifico dell’amore.
Un amore
cercato e trovato nel Creato, nel contatto ravvicinato con la natura:
insostituibile fonte d’ispirazione di un’autentica poetessa.

premio all’eccellenza “Le
Gioie del Corso”

Premio Poesia Prosa e Arti figurative Il Convivio e
Angelo Musco
Il Convivio

Finalista

Premio Delfino

Finalista

Premio nazionale di Poesia e Narrativa Il Litorale
la
poetica delicata di Maria Luisa Toffanin Daniele in “Appunti di mare” invita il
lettore a compiere un percorso nell’isola siciliana dove visioni e luoghi
suggestivi avvolgono la mente inebriata da tanta bellezza. Un canto di luce che
è speranza di vita e anche “il tuo silenzio ora / dentro s’illumina / di tutto
l’immenso cielo”.

segnalazione di merito

3° Premio Thesaurus- Cenacolo Altre
Voci
– Albarella

5° classificata

Florilegi femminili controvento

2017

XIX Premio Il Litorale

Premio speciale della giuria

2017

VI Premio Città di Pontremoli

Premio speciale della critica

2017

XXXIX Premio int. Cinque Terre Golfo dei
Poeti – Sirio Guarrieri

Premio Donna

19° Premio Santa Maria in Castello – Vecchiano

segnalazione d’onore

XXXIV Premio Nazionale di Poesia
Aeclanum – Avellino

2° premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)


2016

Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Francesco
Graziano
– Ass. Cult. Il Filorosso – Rogliano

2° premio
Il
filorosso del volume di Maria Luisa Daniele Toffanin è sicuramente il femminile,
declinato in varie accezioni e figure, da quelle note di donne celebri, ammirate
e amate come Rita Levi Montalcini o Madre Teresa a quelle piccole donne che si
ritrovano nel cerchio magico delle amicizie e degli affetti. Poesia
delicata,densa di affetti ed emozioni, ma che non dimentica l’impegno
sociale; il
tutto espresso con rara raffinatezza con la presenza diun lessico colto, ricco
di echi classici che si sposa con espressioni colloquiali del linguaggio
quotidiano con esiti estremamente interessanti.


2016

Premio Letterario Nazionale L’anfora di Calliope
– Circolo Culturale Iplac Insieme per la Cultura

1° premio

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.


2016

Premio “Tulliola Renato Filippelli” –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio
ex aequo
Silloge centrata sul tema della donna. Le
varie sezioni offrono ritratti di figure femminili caratterizzate da una
dimensione ora pubblica, ora privata, comunque tese a proporre l’immagine di
una donna impegnata a combattere i soprusi secolari, ma anche a mantenere i
doveri tradizionali nei confronti della famiglia, delle figlie, in
definitiva, della società. Elevato lo stile, ricercato il lessico.

La
silloge raccoglie liriche tutte centrate sul tema della donna, che si
caratterizzano nel panorama della poesia contemporanea per il lessico ricercato
e lo stile alto. Le varie sezioni offrono ritratti di figure femminili colte ora
nella dimensione pubblica ora in quella privata, ma, comunque, sempre tese a
delineare l’immagine di una donna esemplare e non convenzionale, “controvento”,
impegnata tanto a combattere i soprusi secolari quanto a mantenere i doveri
tradizionali nei confronti della famiglia, dei figli e, in definitiva, della
società. (Raffaele Messina)


2016

Premio “Il Convivio” – Castiglione di Sicilia –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio Città
Giardini Naxos


Segreti Casentini ed oltre a
primavera

2014

Il Portone – Pisa

5° premio
2014

Premio Letterario Casentino

Menzione d’onore

Sottovoce a te madre

2016

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

Premio
speciale della giuria


La grande
storia in minute lettere

2018

Concorso di poesia e narrativa Le Grazie di Porto
Venere

Primo premio

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

2019

VIII Premio Città di Pontremoli – Narrativa
edita: La grande storia in minute lettere

Premio speciale della critica narrativa edita


Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

Maria Luisa Daniele Toffanin

Premi letterari conseguiti


Dell’azzurro
ed altro

1999

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre” – La Spezia

Premio speciale della giuria

1999

Premio Nazionale di poesia “S.
Margherita
” – Baccano d’Arcola

Premio speciale della giuria

1999

Premio Internazionale di
Poesia Tirteus – Sorrentinum
La
poetessa Maria Luisa Toffanin esprime con intensità poetica sentimenti di vita
usando un linguaggio ricco di termini specifici che permettono al lettore di
cogliere l’intensità della vita vissuta dall’autrice. Da notare inoltre una
certa linearità di contenuto fra tutte le poesie che rappresentano i tasselli di
quel mosaico che è la vita con tutte le sue sfaccettature: delusioni e gioie,
tristezza e felicità, amore e odio, fugacità del tempo. La poetessa nel tempo
potrà sicuramente raggiungere una maggiore e profonda maturità poetica che le
permetteranno di raffinare e perfezionare il suo stile, che comunque presenta
già un buon livello.

1° premio

1999

Premio Internazionale di Posie
Infinito – Montagnareale

1° premio

1999

Premio di Poesia Sorrentinum –
Patti (con motivazione)

4° premio

1999

Concorso Nazionale di
Narrativa e Poesia F. Bargagna – Pontedera

4° premio

1999

Premio Letterario Nazionale
“C. Pavese –M. Gori” – Chiusa Pesio

menzione speciale

1999

Premio Internazionale
letterario “Maestrale San Marco” – Sestri Levante

Premio speciale della giuria

1999

Premio Letterario Campagnola – Brugine
Si fonde
la bellezza del verso classico ai tratti innovativi della scrittura: questi
“riflessi puri” rivivono nella memoria trasformata in genesi del presente. La
sensibilità a colori, suoni e immagini – di raffinata presa lessicale – contiene
nel profondo un’intensa realtà emotiva.

3° premio

1999

Premio Letterario Il Portico –
Bologna

finalista

2000

Premio Nazionale di Poesia e
narrativa Primavera Strianese – Striano

menzione d’onore

2000

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2000

Premio Letterario Nazionale Il
Portone
– Pisa
La
padronanza della tecnica metrica e la capacità di compenetrare contenuto e
versificazione sono le caratteristiche salienti della poesia della Toffanin.
Spesso i versi si succedono in una aumentazione diacronica fino a esplodere in
costruzioni più ampie volte a dare corpo al contenuto. Ma poco di costruito e
tanto di spontaneo nella realtà immaginativa dell’autrice. Il testo è un
continuo spaziare tra il colori di una natura che staccandosi dal reale si fa
immagine rivissuta e personificata: “Ali bianche grige / accese d’argento /
nell’oro che muore / ruotano l’azzuro / immobile nell’ora / che ai gabbiani / è
donato il cielo.” (L’ora dei gabbiani); “Riverberi accesi / in tramonti di
primavera / turbano creste limpide / tra i veli della sera.” (Fino all’ultimo);
“Si turba la sera / nel bianco gelsomino / si tinge di porpora / nel volto di
cielo…”. (Preludio). Uno sparito di musica insomma che incastona nel pentagramma
colori, sensazioni, impressioni, intuizioni e che realizza nella totalità un
quadro di composta plasticità che mai sfugge a un’armonia di tessitura classica.

3° premio

2001

Tra Secchia e Panaro – Modena

Premio speciale della giuria

2001

Poesia – Montepulciano
È
possibile definire la scrittura di Maria Luisa Daniele Toffanin come poesia
della poesia preverbale ovvero anteriore alla propria oggettivazione sonore.
Questi testi appaiono come la rappresentazione di ciò che sta prima del testo
medesimo. È questo, probabilmente, il senso di una poetica di immagini, idee,
emozioni modellate “in acqua ardente”, indicata peraltro dalla stessa autrice.
La tecnica impressionistica o a macchia, spesso presente, sembra finalizzata
piuttosto a dissolvenze e a tenerezze oggettuali e verbali. E tuttavia molti tra
i contenuti espliciti di queste liriche restano a lungo, suggerendo
efficacemente, nel ricordo del lettore.

3° premio Arte

A Tindari

Terzo Millennio – Messina

2° premio
2002

Marziale – La Spezia

3° premio

Per
colli e cieli insieme mia euganea terra

2002

X Premio Nazionale Fiera di Casalguidi
Sbaglierebbe chi parlasse di una raccolta di versi, trattandosi invece di un
poemetto che è un omaggio o, meglio, un atto d’amore verso una terra nativa, e
proprio da questo tema deriva la sua straordinaria unità contenutistica
unitamente ad una altrettanto straordinaria compattezza stilistica. L’atto di
amore, nutrito di fiducia per il creato, è supportato da uno squisito senso
estetico, all’origine della raffinatezza linguistico-espressiva del libro.

2° premio

2002

Città di Fucecchio

3° premio

2002

Val di Comino

finalista

2003

Città di Salò – Salò

premio speciale

Premio
Osti

premio speciale
Tribuna Letteraria

2003

Premio Nazionale di poesia e
narrativa Spazio Donna – Striano
Un
intenso viaggio d’anima e di cuore per una terra che vive dentro con panorami
sospesi in altalenanti visioni. Pagine di luce che prendono ed affascinano per
la intensità del linguaggio e delle immagini.

2° premio

2003

Premio il Golfo – La Spezia

Premio speciale della giuria

2003

Il Litorale – Ronchi di Massa

Premio speciale della giuria

2003

Premio Nazionale di Poesia
Contini Bonacossi – Casalguidi

finalista

2003

Città del Noce – Noceto

segnalato

2003

Santa Maria in Castello – Vecchiano

finalista

2003

Aquilaia di Salaiola
(Toscana)

Linguaggio volutamente sostenuto in un uso di retorica mutuata dalla bella
tradizione italiana, ma con un suo marchio personale. Talune invenzioni
linguistiche e una serie di immagini felici salvano dalla giustificabile
retorica l’intenerimento, diffuso nella raccolta, per la regione natia.

2° premio

2003

S. Margherita – Arcola

3° premio

2003

Bertazzi Salzala

menzione d’onore

2003

Lodoletta Pini – Pisa

4° premio

2003

Bargagna – Pontedera

6° premio

2003

Premio di Poesia Lorenzo
Montano
– Anterem – Verona

menzione d’onore

2003

Cinque Terre – La
Spezia
Maria
Luisa Daniele Toffanin ci recita versi consustanziati di cielo, di ruscelli, di
scorci paesistici di fascinazioni infantili e adolescenziali della sua euganea
terra che offre l’occasione di creare paesaggi rivissuti nella loro valenza
fantastico-sentimentale connotati di vitalità di confidenza di una intensità
visionaria etica ed estetica e l’organicità strutturale e lirica lucreziana
cosmica di un antico canzoniere.

1° premo

2003

Mondo Libro – Roma

1° premio

2003

3° Concorso Internazionale
Poetico Musicale – Cenacolo Europeo – Poeti nella Società – Basilea

2° premio

2003

Premio Nazionale –
Vasto

Premio Speciale Unico per il
Veneto


2003

XXIV Premio Nazionale Il
Portone
– Pisa
La cosa
che colpisce maggiormente, leggendo questa nuova opera di Maria Luisa Daniele
Toffanin, è la profonda simbiosi panica tra il corpo delle immagini e l’anima
dell’autrice. Il verso scorre limpido e musicalmente effusivo, facendosi a mano
a mano icastico, in supporto ai contenuti, col ricorso a univerbazioni, a unità
sintagmatiche di aggettivo-sostantivo o a invenzioni creative di grande rilievo.
Sono tenerezza-fantasia / che così incanta / quell’onda tua viola / se
improvvisa si defila l’energia / in alate figure / altro tempo-vita che ancora
migra
.
L’uso di
anastrofe, di una serie di doppi trisillabi che fanno risaltare certe sincronie
naturali e di una metrica in cui i versi di varia misura si alternano a
significare le modulazioni interiori, denota maturazione stilistica e
concretezza immaginativa in questa fusione di realtà complessa fra anima e
natura.

1° premio

2003

Atheste – Este

3° premio

Dell’Amicizia – My red hair

2004

Premio Nazionale Il Portone –
Pisa

finalista

2004

Atheste – Este

1° premio

2004

Venafro

“Dell’amicizia” non è una raccolta di poesie ma una vera e propria intrecciata
corona: e chiede dunque a chi legge una partecipazione altamente attiva,
impervia, a stretto contatto con le ragioni e le regioni coincidenti della gioia
e del dolore. La storia di un’amicizia di due donne, l’una dentro l’euforia
della scrittura e del racconto, l’altra colta nel suo quieto e infuocato vivere,
si fa qui esemplare per l’assai pulita evocazione attraverso la parola ferma e
incantata. Incisa dal bulino di un umano forte sentire, questa poesia naturale e
un poco innocente è sembrata quest’anno a tutti i componenti della Giuria la più
degna del Premio con la pubblicazione.


1° premio


2004

Val di Magra – Aulla

2° premio

2005

Cinque Terre – La Spezia

3° premio

2005

Aquilaia Salaiola

4° premio

2006

Premio Letterario
Internazionale Un tessuto di Cultura – Prato

Premio speciale

2010

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Val di Vara” – Alessandra Marziale – Circolo
Artistico Letterario “Val di Magra” – R. Micheloni – Aulla (MS)
Libro
avvincente e di piacevole lettura. Gli eventi del presente si intrecciano con i
ricordi della poetessa dando vita a versi vivaci ed originali.
La
“fusione di suoni” rimane nel lettore come un messaggio poetico limpido e
fortemente evocativo.

3° premio

Iter Ligure

2006

Premio Nazionale di Poesia
“Santa Margherita” 17 Edizione – Arcola – La Spezia
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2006

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa “Cinque Terre – Ettore Cozzani” – La Spezia

2° premio

2006

Mondo Libro – Roma

Premio
alla Carriera


2007

Bargagna –
Pontedera

finalista

2007

Atheste
– Este

Premio speciale della giuria

2009

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa e Saggistica “Santa Maria in
Castello
” – Città di Vecchiano – Pisa
Lo spunto
finemente descrittivo appare il primo movimento, il fondamentale nucleo dinamico
di un progetto lirico che ci consegna delicati e vibranti “paesaggi d’anima”.

L’adesione pronta e totale dell’Autrice ai tanti aspetti, ai moltissimi
particolari, ai mille volti di una terra che sente intimamente “sua” diventa
sulla pagina “struggente melodia di note umane”, ricerca di profondi e autentici
significati attraverso una rappresentazione di intense atmosfere affidata alla
fluida, intrigante scorrevolezza dei versi. Questi ultimi sono contraddistinti
da notevole armonia e ricorrente musicalità; rivelano originalità di immagini e
una felice sintesi di cultura e di partecipazione sentimentale.

3° premio

2009

Premio nazionale Histonium
Vasto
Una
silloge varia e articolata, un viaggio non solo panoramico, ma una vera ricerca
di misteriosi echi che combaciano con i battiti del cuore, in una simbiosi
panica tra il corpo delle immagini e l’anima dell’autrice. Il volume si
distingue per compattezza e organicità poetica, con un verso limpido e
musicalmente effusivo.

4° premio

2009

Aquilaia di Salaiola
– Arcidosso (Toscana)
Il titolo
di questa mirabile raccolta di liriche racchiude e svela ad un tempo il segreto
della maestria poetica della nostra autrice. Vi sono al centro del suo universo
poetico dei luoghi, un paesaggio, dei colori, degli edifici, dei nomi –
Monterosso tra tutti – tra i quali e non altrove trascorre il suo poetare. E
questa concentrazione, questo ristringersi ad una focale limitatissima, è la via
per il giungere in profondità. È il caso in cui il limite non costringe, ma è la
condizione per la penetrazione del mistero delle cose e della vita. La Toffanin
con un pudore ed una saggezza che sono davvero d’altri tempi non si avventura in
saccenti pontificali sui perché della storia e del cosmo ma il suo sguardo si
posa sulle cose che conosce e gli sono consuete da sempre e da qui inizia lo
scavo. Si ingannerebbe chi ritenesse la sua lirica una didascalia del paesaggio
ligure eppure se un poeta è attaccato al vero scrive di ciò che conosce: pochi
luoghi, poche persone, pochi sentimenti. Ecco la via per cui questa poesia –
vera come poche altre – giunge al cuore delle cose.

2° premio

2010

Premio Europeo di Arti
Letterarie Via Francigena – Filetto di Villafranca Lunigiana (MS) (con
motivazione)

premio della critica

Fragmenta

2007

Tanzi San Mauro, Signa

segnalato

2007

XXVIII Premio Nazione Il
Portone
– Pisa
Questa
nuova plaquette della Toffanin da una parte conferma il suo stilema, le sue
invenzioni fonico-stilistiche, e dall’altra le novità creative che alimentano il
suo mondo poetico.
La natura
si fa sempre più raffigurazione simbolica di un’anima che tende a ritrattarsi
nelle sue volute. E i contenuti si arricchiscono di una spiritualità
esistenziale. Ed è utilizzo, anche, del mito, finalizzato a concretizzare il
mistero dell’essere e dell’esistere, a simboleggiare la nostalgia di un mondo
dai contorni “ieratici”: “O voi ieratiche immagini / di remoti miti, tornate /
con armonioso ritmo circolare / nelle anfore ocra e nere”.

3° premio

2007

Premio Letterario
Internazionale Maestrale – San Marco, Sestri Levante
Il gioco
tra la vita e la morte, si polarizza nella figura femminile che appare evocata
come energia di contrasto e di difesa dei valori autentici dell’esistere,
attraverso gli affetti e la memoria che si collocano in un linguaggio poetico
dai registri multipli e musicalmente fluidi.

3° premio

2007

Premio Nazionale di poesia
Contini Bonacossi – Seano (con motivazione)

finalista

2007

Premio di poesia Aquilaia,
Arcidosso (con motivazione)

3° premio

2007

Premio Internazionale Città di
Castrovillari
(con motivazione)

finalista

2007

Premio Nazionale di Poesia Santa Margherita – 18 edizione – Arcola (SP)
Il mondo
poetico racchiuso nella raccolta Fragmenta di Maria Luisa Daniele Toffanin cerca
nell’ideale perfezione del mito e del bello la chiave di una possibile
interpretazione della complessità forse senza senso, della natura e della
storia, per riscattare, con energia morale che sempre si rinnova, il valore
della propria identità di donna e di persona. Il canto che scaturisce è
delicato, vario e ricco come la vita che rappresenta.

1° premio

2007

Premio Letterario Gaetano Veggiani – Pontinia (con motivazione)

segnalata

2007

Premio Montano Anterem Verona

segnalata

2007

Premio Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano,
Pisa
Poesia di
grande spessore quella della Toffanin. La plaquette FRAGMENTA tocca i motivi più
vari che ritrattano l’universo dei sentimenti umani. La natura è vissuta come
momento di grande spiritualità e, nei suoi colori, nei suoi profumi, nei suoi
ritmi è sempre configurazione di stati d’animo dell’autrice, e mai semplice
rappresentazione paesaggistica. Il suo dire, di un panismo simbolico, è sempre
analitico-allegorico. Grande è anche la capacità della Toffanin, e credo cosa
nuova nel suo percorso poetico, di fare del mito un significativo momento di
attualizzazione di vicissitudini esistenziali. E proprio nella poesia A TE NINFA
ARETUSA credo si tocchino i tasti di maggiore intensità lirica.
Lo stile
dell’opera evidenzia un sapiente utilizzo del significato metrico: versi che si
ampliano o si abbreviano con un succedersi di suoni a seconda del variare delle
realtà interiori della poetessa. La parola attenta e sofferta, giocata su
accostamenti di univerbazioni e unità sintagmatiche, si combina sempre con una
visione personale sulla fragilità dell’uomo e il mistero del suo animo.

1° premio

2007

Città di Pompei
Una
poesia alta e intensa, che sa scavare negli interrogativi più profondi
dell’animo umano, con un linguaggio colto e nello stesso tempo affabulante. La
raccolta Fragmenta, in apparente antitesi col titolo, rappresenta un insieme
organico che sapientemente e liricamente indaga sui valori primari della vita.
La poetessa mostra ancora una volta di essere un riferimento preciso nel
panorama della poesia contemporanea.

2° premio

2007

Premio Nazionale di Poesia
Terzo millennio – Capit Roma

segnalazione

Histonium
La
poetessa padroneggia con rara perizia la parola, mezzo espressivo di un pensiero
vigile e intelligente, dando luogo a un discorso poetico di alto livello, con
esiti sicuri e affascinanti. Nel fluire del verso si susseguono soprattutto
immagini ed emozioni, ricche di sfumature, che conducono il lettore in percorsi
interiori ed esperienze esistenziali di grande valore etico.


1° premio


2007

Premio di poesia Iniziative
letterarie
– Milano (con motivazione)

3° premio

2008

Val di Vara – A. Marziale, La
Spezia – Aulla (+ Briciole)

2° premio

Premio Internazionale di
Poesia e Narrativa – Firenze Capitale d’Europa

2° premio

III Concorso Internazionale
di Libri “Il saggio” – Eboli

finalista

2009

Firenze – Capitale d’Europa
– Firenze
La
profonda cultura dell’autrice, attraversata dalla luce della poesia, si fa
patrimonio esistenziale ed etico di un’umanità femminile che sa trovare un
rassicurante, armonico equilibrio nell’assaporamento dei doni del creato e nella
libertà interiore di cavalcare le praterie del sogno e quelle del cuore mai
domo, capaci di lenire l’assillo della propria fragile, dolente finitezza.
Ne
scaturisce un percorso poetico dal coerente andamento poematico, reso più
liricamente vibrante dalla fresca originalità di un linguaggio armonioso,
musicale, suadente.

2° premio

2013

Premio nazionale Voci –
Città di Abano Terme
– La Nuova Tribuna Letteraria – Circolo Iplac
L’opera
di Maria Luisa Daniele Toffanin, molto apprezzata anche da Andrea Zanzotto, si
distingue per numerose ragioni di eccellenza. Innanzitutto la compatta
architettura tematica e organizzatrice, che fa di Fragmenta – pur nella varietà
dei motivi ispiratori – un effettivo libro e non una semplice raccolta. In
secondo luogo la ricca peculiarità del lessico, che manifesta una evidente
originalità e personalità senza tuttavia tradire la vocazione profonda ad un
discorso condiviso e accessibile. Inoltre, la tensione verso una parola che
compenetri in sé emozione e raziocinio, bellezza e pensiero, sentimento e
argomentazione, meraviglia e intelligenza, unendo in un tutt’uno scavo interiore
ed indagine del reale. Infine, la propensione – oggigiorno inusuale – ad una
scrittura che esprima anche una nitida valenza etica ed educativa, volta a
trasmettere una concezione dell’esistenza (nei suoi molteplici aspetti
transitori ed eterni) come dono fruttifero di inestimabile valore, significato e
dignità.

premio della critica

E ci sono angeli

2011

VI Concorso Nazionale
di Poesia e Narrativa Voci – Circolo Iplac
Quasi un
salmodiare il canto di Maria Luisa Daniele Toffanin. “E ci sono angeli” è un
libro, in effetti, che presenta i suoi testi come inni d’invocazione e di lode
se non direttamente al Dio trascendente che orbita al di sopra e al di là del
mondo, a quel Dio, profondamente immerso nella realtà umana, che si rivela nella
storia come re-bambino del regno dei cieli. Per asserzione della stessa autrice
questa sua poesia si rivolte “ai poeti affannati per la terrestre avventura”
sollecitandoli “alla premura per ogni infanzia”, a “riedificare un altare ai
bambini di tutto il mondo”. Molto interessante, sotto il profilo strutturale, la
suddivisione dell’opera in tre sezioni che si propongono come guida per il
lettore che abbia ogni buona intenzione di riscoperta dell’innocenza. E
sicuramente maturi lo stile, la perizia versificatoria e l’uso equilibrato della
parola.

3° premio

2011

Premo Internazionale di
Poesia, Narrativa e Saggistica – Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano (Pisa)

segnalazione d’onore

2012

Cenacolo
Artistico Letterario Roberto Micheloni (Aulla – Lunigiana)
Premio di Poesia e Narrativa
Cinque Terre – Golfo dei Poeti

Premio Ettore Cozzani

I luoghi di Sebastiano

2017

XXI Premio Il Saggio Città di Eboli
I luoghi di Seastiano

Finalista
2016

Città di Pontremoli

Trofeo Pegasus
Cattolica

Appunti di mare

2012

Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini –
Città di Anzio
La soggettività
diventa strumento per esprimere una propria passione, facendo scattare un
coordinamento di processi lirici in termini di sincronia metafisica e non di
casualità trasfigurata e levitante, in una chiave più emblematica che memoriale
laddove gli appunti di mare miscelano una efficace tensione tra contingenza e
oltranza interpretando significativamente il senso postmoderno della raccolta.”

1° premio sezione metafisica

Firenze Capitale d’Europa

Premio della giuria

Premio Graziano – Il filo rosso – Cosenza

Premio speciale

2013

Premio Internazionale di Poesia, Narrativa, Saggistica e
Arti Visive Santa Maria in Castello – Città di Vecchiano – Pisa
Il
costante riferimento al mare si risolve in un atteggiamento pànico coerente e
concettualmente e formalmente molto interessante: “Io sono scoglio / che incerto
del vivere / si agita invano / sono isola / che lontana vaneggia / terra ferma
di quiete”.
La catena
ponderata, mai causale delle immagini, rivela un sistema di associazioni
semantiche caratterizzato da lucidità elaborativa e da coinvolgenti vibrazioni
liriche.

3° premio

Premio Letterario Nazionale Il Portone – Pisa
– 2° premio
Questa
plaquette
di Maria Luisa Daniele Toffanin è il risultato di due differenti
sillogi che si ispirano a due distinti viaggi siciliani: uno a Tindari e l’altro
a Lampedusa. E il mare, con tutta la sua polisemica significanza, è il
protagonista principale di queste pagine, il personaggio che dà continuità e
compattezza al percorso poetico. Totale è sicuramente la simbologia del mare se
riferito al vivere, alla sua caducità e ad una aspirazione a svincolarsi dalle
maglie del tempo. Quindi il mare come vita, come mistero, come fuga da una
realtà invadente, come slancio verso orizzonti senza confini.
La virtù
di questi versi è quella di saper rappresentare con simbiotica fusione il mondo
e le sue forme come fotogrammi dell’esistere. Di quelli si serve l’autrice per
delineare i suoi subbugli interiori, i suoi pensieri che poi si fanno filosofia
di vita. Il confronto continuo fra sé stessa e l’incommensurabilità,
l’imperscrutabilità delle grandi estensioni. Una lotta col tempo, con la sua
voracità, con la sua protervia, una lotta che si attua anche ricorrendo a ninfe
e muse: Un gioco con ninfe / in mutati sembianti / una sfida al tempo: /
memoria rapita / a molli eucalipti
.
Ed il
linguaggio è secco, veloce, i versi si fanno brevi in questa ricerca di forme e
di colori. Il discorso poetico è personalissimo: si ricorre spesso a metafore di
grande impatto, ad allusioni iperboliche, a significanti metrici che combacino
col suo sentire, ad un’unità sintagmatica e a sottrazioni sintattiche.
Altra
caratteristica di queste pagine la grande nervatura culturale della poetessa. Lo
spaziare con un’indifferenza sconcertante da riferimenti mitologici ad altri più
specificamente geografico-letterari. E se l’autrice vede spesso in angoli
sorprendenti scintille-echi d’Eterno, è perché in lei domina l’aspirazione al
tanto, all’immenso, come alfine immenso è il mare. E se si confonde anima e
corpo con la natura che l’avvolge, è perché si ciba di quella natura, si fa
tutt’uno con quella, ne assorbe salmastri ed onde peregrine, muretti a secco ed
arpeggi di verde, per elevarsi, poi, con scarti fecondi verso slarghi d’azzurro.


2014

Premio Cinque Terre Golfo dei Poeti – Sirio Guerrieri

Premio della critica

2014

Premio letterario Voci – Abano Terme
Per
comprendere fino in fondo ciò che Maria Luisa Daniele Toffanin vuole raccontare
con i suoi Appunti di mare, bisogna riflettere su quanto di lei si dice a pag.
89, quando – e valga in generale – la sua persona viene assimilata alla figura
di una “Penelope premoderna”, non più quindi “solo Penelope ma Penelope più
Ulisse che ha, nel cuore e nella mente, la doppia tensione della partenza e del
ritorno.”.

Emblematica, al riguardo, la seconda parte di questo libro, Da traghetto a
traghetto per non morire: la lirica Traghettando il giorno (una delle più belle
dell’intera raccolta) ed il seguente commento in prosa sono chiara testimonianza
di una propensione in cui la connotazione illusoria del viaggio è riscattata dal
potere salvifico dell’amore.
Un amore
cercato e trovato nel Creato, nel contatto ravvicinato con la natura:
insostituibile fonte d’ispirazione di un’autentica poetessa.

premio all’eccellenza “Le
Gioie del Corso”

Premio Poesia Prosa e Arti figurative Il Convivio e
Angelo Musco
Il Convivio

Finalista

Premio Delfino

Finalista

Premio nazionale di Poesia e Narrativa Il Litorale
la
poetica delicata di Maria Luisa Toffanin Daniele in “Appunti di mare” invita il
lettore a compiere un percorso nell’isola siciliana dove visioni e luoghi
suggestivi avvolgono la mente inebriata da tanta bellezza. Un canto di luce che
è speranza di vita e anche “il tuo silenzio ora / dentro s’illumina / di tutto
l’immenso cielo”.

segnalazione di merito

3° Premio Thesaurus- Cenacolo Altre
Voci
– Albarella

5° classificata

Florilegi femminili controvento

2017

XIX Premio Il Litorale

Premio speciale della giuria

2017

VI Premio Città di Pontremoli

Premio speciale della critica

2017

XXXIX Premio int. Cinque Terre Golfo dei
Poeti – Sirio Guarrieri

Premio Donna

19° Premio Santa Maria in Castello – Vecchiano

segnalazione d’onore

XXXIV Premio Nazionale di Poesia
Aeclanum – Avellino

2° premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)


2016

Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Francesco
Graziano
– Ass. Cult. Il Filorosso – Rogliano

2° premio
Il
filorosso del volume di Maria Luisa Daniele Toffanin è sicuramente il femminile,
declinato in varie accezioni e figure, da quelle note di donne celebri, ammirate
e amate come Rita Levi Montalcini o Madre Teresa a quelle piccole donne che si
ritrovano nel cerchio magico delle amicizie e degli affetti. Poesia
delicata,densa di affetti ed emozioni, ma che non dimentica l’impegno
sociale; il
tutto espresso con rara raffinatezza con la presenza diun lessico colto, ricco
di echi classici che si sposa con espressioni colloquiali del linguaggio
quotidiano con esiti estremamente interessanti.


2016

Premio Letterario Nazionale L’anfora di Calliope
– Circolo Culturale Iplac Insieme per la Cultura

1° premio

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.


2016

Premio “Tulliola Renato Filippelli” –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio
ex aequo
Silloge centrata sul tema della donna. Le
varie sezioni offrono ritratti di figure femminili caratterizzate da una
dimensione ora pubblica, ora privata, comunque tese a proporre l’immagine di
una donna impegnata a combattere i soprusi secolari, ma anche a mantenere i
doveri tradizionali nei confronti della famiglia, delle figlie, in
definitiva, della società. Elevato lo stile, ricercato il lessico.

La
silloge raccoglie liriche tutte centrate sul tema della donna, che si
caratterizzano nel panorama della poesia contemporanea per il lessico ricercato
e lo stile alto. Le varie sezioni offrono ritratti di figure femminili colte ora
nella dimensione pubblica ora in quella privata, ma, comunque, sempre tese a
delineare l’immagine di una donna esemplare e non convenzionale, “controvento”,
impegnata tanto a combattere i soprusi secolari quanto a mantenere i doveri
tradizionali nei confronti della famiglia, dei figli e, in definitiva, della
società. (Raffaele Messina)


2016

Premio “Il Convivio” – Castiglione di Sicilia –
Opera edita Florilegi femminili controvento

1° premio Città
Giardini Naxos


Segreti Casentini ed oltre a
primavera

2014

Il Portone – Pisa

5° premio
2014

Premio Letterario Casentino

Menzione d’onore

Sottovoce a te madre

2016

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

Premio
speciale della giuria


La grande
storia in minute lettere

2018

Concorso di poesia e narrativa Le Grazie di Porto
Venere

Primo premio

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

2019

VIII Premio Città di Pontremoli – Narrativa
edita: La grande storia in minute lettere

Premio speciale della critica narrativa edita


Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

Più che
passi scelti, direi versi scelti, calibrati sullo spessore di figure femminili
controvento. L’opera si snoda in sezioni: Dediche, Piccole donne, Donne
di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e di memoria, che colgono attimi,
gesti, sguardi o scelte di vita di figure che ora si stagliano nitide ora
appaiono appena colte nella quotidianità, affrante dal dolore o solari nel
vincolo dell’amicizia e dell’amore, versi che ammaliano per l’armonia che
intreccia l’uso sapiente di termini che riaffiorano dalle antiche radici greche
in connubio con quelli latini e/o del parlato quotidiano, che ha la capacità di
far diventare il contingente occasione per superare il dato reale e recuperare
valori. In Dediche il corpo, valigia d’argilla inaridita si libera della
sua caducità, perché levita una levità azzurra, l’anima migra in un
viaggio infinito
. Per Carola la poetessa sparge rugiada-pietas / umana /
tremuli petali viola
, per Carola che sul muro di pianto rinasce a nuova
vita. Madre Teresa di Calcutta rinasce altra nell’altro, redento il
dolore
, colta in offerta di sé. Laura ci è presentata con il volto
di candida ninfea
, con l’andare di petalo leggero a cui si schiara
la risposta
, mentre per chi resta vi è l’illusione di rivedersi in un
angolo di sole
. Cristina è per improvvisa gelata // come nota
stonata
/ nella più armoniosa melodia straziata nell’acerba
primavera. Maddalena, merla operosa è colta nel respiro trasparente
del marmo
, mentre la vita di Rita Levi Montalcini nella
gioia-stupore sempre di scoprire
/ il sacro del creato e di ogni creatura.
In Piccole donne si chiede al vento, metafora della morte di non sfiorare il
dono … di un calore innocente, di non ferire l’albero-storia di vita
perché a primavera ha voce di fiori / nunzio di frutti del vivere maturo.
In Donne di casa mia riaffiorano frammenti memoriali e si intrecciano
ghirlande di frasi sospese
per zia Pina, travolta dai gorghi, si staglia la
madre Lia: ora che il non averti / è certezza di cristallo, una madre
guerriera sempre / negli artigli quotidiani della vita, / … corazzato il cuore
al sacrificio
. In Incontri la presenza degli assenti, il ricordo di volti e
passi come il ritrovarsi accende d’oro / lo smalto di quel momento, nello
smarrirsi è un ritrovarsi lieti
. I fiori-stelle … rapite al prato
della notte sono simbolo della fatica gioiosa del vivere con il giallo
gelsomino, il fiore di robinia rigenera riti come il rinnovato impegno d’amore,
il giacinto dona un profumo amicale mai svaporato di una
amicizia
, gli occhi di Madonna spargono segni di presenza divina. La peonia
che si spetala alla pioggia inattesa d’aprile è di monito per la sua
rinnovata vanità, ma anche simbolo della vita-rinascita. Iterazioni, ossimori,
sinestesie, sapientemente tessuti tra una strofa e l’altra, rendono musicale il
verso pur nella struttura franta e densa di emozioni visive. (Luisa
Martiniello)

Una Silloge di grande valenza poetica, perché si addentra nei più
profondi labirinti esistenziali. La Silloge si articola in sei sezioni,
ognuna delle quali arriva ad una intimità che diventa, inevitabilmente,
meditazione sulla natura umana. La centralità del tema è la donna,
portatrice di verità e di vita. Felice l’idea di affiancare le figure a
fiori, a composizioni floreali, ai loro profumi, ai colori che,
sapientemente, l’Autrice usa per evocare incontri, sacrifici, pudori,
dignità. Così, Maria Luisa ci fa scoprire, con i suoi versi, l’impegno
di una lettura sociale che diventa meditazione. Opera di grande
raffinatezza stilistica, che sposa il linguaggio “quotidiano” con due
lingue madri: il Latino e il Greco. I contrasti, i confronti,
sapientemente descritti, si risolvono poi in una dimensione esistenziale
che appartiene ad ogni uomo, di ogni tempo. Due versi alludono a tutto
questo e sono la conclusione della poesia incipitaria: “Il corpo è
valigia ingombrante ma l’anima che leggera migra, è il viaggio
infinito”.

XVIII Premio Letterario “Il
Litorale
” – Massa – “Sottovoce a te
madre”

“La grande storia in minute lettere” è un
romanzo storico epistolare che ricostruisce, su base documentale, un periodo
molto importante e drammatico della nostra storia, raccontato dalla voce di
chi la guerra l’ha combattuta e vissuta, non solo progettata dietro le
quinte al riparo dalle artiglierie, dal freddo, dalla disperazione. Un libro
che ha il merito di proporre, con spirito di osservazione e minuzia di
descrizione il dramma, il dolore e la sofferenza umana che i libri
scolastici solitamente ignorano. Uno stralcio di vita lungo dieci anni che
prende luce attraverso lo sguardo di Gino, giovane internato militare
italiano, testimone e a suo modo piccolo ed esemplare protagonista di
momenti drammatici del periodo prebellico e bellico della grande guerra, e
della sua sposa Lia che lo accompagnerà passo passo nel suo difficile
percorso grazie ad una fitta corrispondenza, unica possibilità concessa a
conforto delle misere esistenze coinvolte nella guerra. La scrittura e la
struttura narrativa assecondano pienamente lo spirito di quest’opera: il
linguaggio delle lettere si intreccia tra speranza e disincanto, tra
solitudine, tenerezza e solidarietà. Sono presenti note esplicative e
immagini fotografiche che coinvolgono il lettore e rendono l’opera
assolutamente realistica. Un romanzo con riferimenti storici precisi scritto
perché chi legge possa conoscere, comprendere e non dimenticare.(Patrizia
Fiaschi)

L’opera di Maria
Luisa Daniele Toffanin ha il tocco autobiografico e imponente di un
percorso di vita che dall’infanzia si snoda in un abbraccio con la sua
città, Padova e con i suoi amati genitori divisi dalla tragedia della
guerra.
Versi che si alternano a pagina struggenti di prosa evocanti forti
emozioni che l’autrice sa trasmettere con grande forza lirica.
E l’attesa è sempre presente: scandisce i tempi della vita dell’uomo, è
“sentiero – percorso vita”. Come la Toffanin sa di essere “in un
presente” dunque “in un’attesa nuova / di un’infanzia altra” … ecco che
si apre alla speranza “Così in un canto / di musica e parole nuove /
dico il mio esserci / in Magia di attese”. (Presidente
di Giuria dott. Silvana Arat)

Un bouquet delicato offerto con la grazia del raffinato linguaggio
poetico proprio e consueto dell’autrice, ricco di lemmi precisi, a volte
dotti, mai disturbanti, in un contesto di spontanea eleganza, di
naturale signorilità espressiva, ove il ricordo è tema dominante, nota
portante ad un tempo solida e delicata, intimistica ed universale,
privata e coinvolgente. La storia di piccole e grandi cose custodite nel
cassetto della memoria diventa storia di alti valori umani quando si
dipana nel racconto prosastico ed assurge a valenza lirica allorché i
versi poetici si inoltrano nei sentimenti perenni e comuni a chiunque
conservi il non scontato dono di emozionarsi e commuoversi.
(Egidio Di Spigna, Presidente della
Giuria)

Secondo premio

© 2024 Maria Luisa Daniele Toffanin.