Stefano Valentini – I luoghi di Sebastiano

Pubblicata su:
La Nuova Tribuna Letteraria, nr. 122/2016

Sebastiano Schiavon, nato nel 1883, fu deputato nel parlamento nazionale, dedicando la propria attività politica al miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita nelle campagne venete. Incarnò la dottrina sociale della Chiesa in un periodo in cui i lavoratori della terra erano pressoché privi di diritto, dando loro consapevolezza e favorendo le prime conquiste attraverso discorsi, incontri, iniziative, interventi. Morì prematuramente, nel 1922, e la sua coraggiosa e intraprendente figura di uomo (e politico) fu dimenticata, anche nell’ambito locale, per tutto il Novecento.

Finché, nel 2005, Massimo Toffanin – che non è storico di mestiere, ma dello storico ha la passione e la tenacia – pubblicò, dopo anni di ricerche, un libro che ne ricostruiva la vita e le vicende: Lo Strapazzasiori, che era il modo in cui Schiavon veniva soprannominato ai suoi tempi per la ferma volontà, e capacità, di non farsi intimidire da nessuno, quando c’era da battersi per la giustizia. Un libro riuscito e apprezzato, ma pensato per un pubblico adulto.

Senonché Toffanin, assieme e sua moglie Maria Luisa, da molti anni si occupa assiduamente di giovani, orientandoli e seguendoli nello studio e nella loro formazione. Spontaneo, quindi, pensare ad un racconto che presentasse la medesima storia con trama, situazioni, linguaggio adatti a ragazzi e ragazze di oggi, adolescenti per i quali i valori incarnati da Schiavon possano risultare sicuramente istruttivi e, perché no, modello di comportamento, quantomeno a livello morale.

Ecco quindi che il saggio storico si tramuta in uno scorrevole e accattivante dialogo tra un nonno e una nipote, che sarebbero tra l’altro lo stesso Toffanin e la giovane Giulia. Le varie questioni vengono esposte attraverso un flusso di domande, risposte e osservazioni articolate in modo piacevole, realistico e non didattico, proprio come un colloquio che avvenga spontaneamente. Giulia si mostra curiosa e desiderosa di apprendere, com’è in effetti nella realtà, e il nonno-autore è ben felice di esporre in modo chiaro e ordinato il risultato delle sue ricerche. Impossibile, in questo breve spazio, condensare anche solo uno degli episodi narrati, tutti esemplari di una rettitudine e un’etica davvero di altri tempi: basti dire che Schiavon, agli occhi degli emici di Giulia (con i quali lei condivide, nel libro, le conoscenze apprese dal nonno), appare via via come un piccolo eroe per la sua sete di giustizia, il suo coraggio e la sua onestà, fino al piccolo “colpo di scena” finale che aggiunge all’insieme un pizzico di ulteriore fascino.

Sarebbe davvero bello e opportuno che questo libro “maieutico”, dove un nonno istruisce una nipote che a sua volta diffonde tra i propri coetanei quel che apprende, fosse adottato o almeno proposto in tutte le scuole. Oltre ai valori che esprime, sicuramente condivisibili e preziosi, è infatti ambientato in diverse località della nostra provincia e non solo, da Boccon a Calaone, da Ponte San Nicolò a Cittadella, da Praglia ad Asiago, da Firenze a Roma e naturalmente a Padova: appunto “I luoghi di Sebastiano”, quelli dove visse e operò e dove oggi, grazie ai due autori, le sue orme sono di nuovo vive.