Roberto Bianchini – Appunti di mare

Appunti di mare

In Appunti di mare sta una lirica che si chiama “Fanciulli vidi bagnarsi di onde” che forse non è centrale nel progetto della raccolta ma che mi pare un vertice nascosto. Nelle due raccolte del libro si alternano i toni dell’elegia e dell’ode con attacchi sommessi che cedono il passo ad altri affatto solenni, registri entrambi nello scrivere odierno poco apprezzati laddove esprimono le due tonalità principali della vita dell’uomo. Il poeta minimal tanto al nostro tempo di moda per sintonizzarsi su un’età frammentata come la nostra non va oltre l’immagine isolata e sola. La poetica del frammento, dello scrivere franto dice anche il poco coraggio. Virile dunque la sua scrittura che non teme azzardi altrimenti temuti ed evitati. “E tu Lapadusa con fianchi superbi ti innalzi” è un’ode che riformula uno stile alto – che potrebbe apparire desueto – con un sentire tanto contemporaneo da raggiungere un equilibrio rarissimo. L’elegia e l’ode sono come il tramonto e il pieno sole, stagioni diverse dell’esistenza, commossa e nostalgica, agonistica e colma di pathos.

Le acque della Marina di Patti alle falde del monte di Tindari accolgono alla sera la danza spontanea di fanciulli senza nome che emergono dal mare del tempo in un’ebbrezza armoniosa che si trattiene davanti all’orgiastica furia di creature marine del repertorio del mito. Sono corpi acerbi i loro che implumi e senza peso si lasciano sollevare dalle onde che si frangono nella schiuma verso la riva disegnando geometrie di leggiadro stupore. Desiderosi di pienezza di vita e già presaghi di future amarezze intanto danzano quasi a persuadere gli dei di lasciarli pur affrontare la lotta. L’adagio cristiano tibi silentium laus traboccante di senso e di vita è qui appena adombrato nell’arcana presenza di dei che non domandano parole perché sono muti. Ma il verbo tuttavia ha pronunciato se stesso e la sua presenza riempie già l’universo.

Nel distico finale il contemplare intenso e forse stupito quasi a rimpiangere un’età passata – quella della fanciullezza -, ma anche la consapevolezza di un’esistenza avvolta e protetta dall’acqua e dalla luce, gli elementi alla vita più indispensabili, anzi quelli che uniti al soffio dell’eterno permettono lo sbocciare stesso della vita, il miracolo che solo la danza silente può tentare di esprimere.

Vorrà scusare la banalità di quanto scrivo; mi rammarico solo di non poter dire meglio ciò che le sue poesie suscitano alla lettura. Mi sono state compagne sollecite in un viaggio intenso per incontri e sentimenti.