Luciano Nanni – I poeti di via Margutta
Antologia. Un tempo le antologie avevano anche uno scopo economico, ma con i nuovi mezzi e di conseguenza i ridotti costi tipografici gli autori si sono rivolti a raccolte individuali. Quando un’antologia – ed è questo il caso – diventa un modo per conoscere autori validi con una sezione sufficiente a definirne lo stile, ecco che acquista un valore anche estetico. Si tratta in genere di giovani leve che hanno qualcosa da dire, affrontano cioè la poesia anzitutto come funzione comunicativa. Vorremmo dare piccoli spunti, per quanto discutibili, su ciascuno. Jessica Santin con un linguaggio che tiene conto dei passaggi diacronici; Hermitage invece esercita una specie di trobar clus; Pietro Cocco presenta varianti che esprimono reali potenzialità; Vittoria Ciriello determina una sostanziale narrazione poetica; Elena La Monaca si distingue per il tono asseverativo; Mario Covelli riconduce ad aspetti dionisiaci; Carmen Guillermina Tarsi si muove tra danza e parola, ossia musicalità, spesso in senso moderno (La città).
Sebbene nel secondo risvolto di copertina gli autori siano collocati in ordine alfabetico, tale ordine non viene seguito nel volume che inizia con un nome ben noto in campo poetico: Maria Luisa Daniele Toffanin. Notorietà che nasce dal ricco curriculum iniziato nell’ormai lontano 1998 con la raccolta Dell’azzurro ed altro, ma anche per la specifica qualità dei suoi testi.
Quando si parla di qualità il pensiero corre allo stile, poiché non a tutti è dato di raggiungerlo, stante l’alto numero di epigoni, sia pure interessanti sotto il profilo creativo. Ma quali sono i caratteri principali dello stile di questa poetessa? come mai è diversa e mantiene intatta la sua capacità tecnico-espressiva? Se parliamo di tecnica è necessario preavvisare che in lei non è un semplice espediente scollegato dal fattore stilistico, ma l’integrazione che concorre a connotare una scrittura indubbiamente giunta a un elevato punto di maturità: qualsiasi cosa essa scriva – lo faceva notare un nostro corrispondente – si vede la mano felice.
Tra i vari spunti particolari, uno si può osservare nell’unità sintattica che riassume e rifrange i significati: il trattino (e questo vale per chi lo utilizza nelle incidentali) serve a unire. L’unità considerata potenzia il contenuto, per esempio “dovere-rispetto”; ma la poetessa si spinge più in là, non solo tra sostantivi, ma con aggettivi; riportiamo il verso per intero: “in una voragine-disumana indifferenza”; ci pare superfluo indicare la sorprendente modernità di simile procedimento, senza cadere in uno sperimentalismo privo di senso. Di pari passo, slegandosi dal verso tradizionale per acquisire un respiro più ampio tramite i cosiddetti macroversi [cfr. Glossario di metrica it. 45], viene mantenuta una solida armonia testuale, una musicalità che in certo qual modo contiene valori metrici: “Noi siam le mascherine \ con gli occhi a mandorline” — verso martelliano, ossia doppio settenario con accenti di seconda e sesta.
È chiaro che la tecnica viene piegata all’espressione, anche quando si tratta di poesie dedicate ai bambini. Una peculiarità che dimostra come si possa scrivere versi graziosi che riflettono magicamente il mondo infantile. Un rapporto musicale che peraltro troviamo nella poetica dell’autrice: “questo canto già | allungato in coro dilatato nell’aria in musicali note”. La lirica Emozioni da cui abbiamo il tratto questo passo è indice di altre e profonde emozioni: l’ultima poesia della silloge è dedicata alla clematide, pianta affascinante per i fiori singolari e forse unici.
Da questo soggetto nasce un’intuizione che riguarda “l’infanzia del mondo”; è come ritrovare una purezza perduta, la verginità dell’acqua e la forza virile della terra. Qui siamo di fronte non soltanto a poesia pura, ma a poesia che sviluppa dall’interno nuove sensazioni, addirittura nuovi sentimenti, resi più intensi da un impegno civile.
Potremmo parafrasare Nietzsche sostituendo l’attenzione rivolta alla nuova musica con la poesia, quella voce alta delle parole che ci aiuta a riscoprire la nostra umanità.