Luciano Nanni – Diamantini, diamantini
Narrativa per l’infanzia. I diamantini: uccelli passeriformi, anche troppo ciarlieri, ma che portano allegria, mentre i pesci se ne stanno muti nel loro mondo d’acqua. Si potrebbe pensare che una fiaba debba essere sempre bizzarra o parlare di regni e personaggi favolosi: questo grazioso racconto invece ci dice che è possibile descrivere eventi anche reali e mantenere ugualmente quel senso di fiabesco che è comunque presente nella realtà d’ogni giorno.
Pure gli adulti possono trarre beneficio da questa lettura, dove i fatti sono possibili, a iniziare dal principio di libertà che è dentro a ciascuno di noi. Nella grande gabbia i diamantini svolazzano e chiacchierano, tanto che l’aria è impregnata dalla loro vivace presenza. Occorre però controllare le porticine della gabbia affinché essi non possano fuggire, incontrerebbero tra l’altro un gatto grasso e brutto che li divorerebbe in un boccone: un altro gatto di nome Ribes non fece più ritorno.
E accade che all’improvviso i diamantini escono dalla gabbia e conquistano la libertà. Si lascia aperta la gabbia sperando che tornino, forse per la nostalgia di venire nutriti. Intanto i diamantini si moltiplicano, evidente rappresentazione della vita che segue l’eterno ciclo delle esistenze. Nella seconda parte della fiaba – sono trascorsi diversi mesi – il posto viene nuovamente abitato da altri bellissimi diamantini che fanno il nido persino nelle mangiatoie.
Del passato restano i ricordi, compreso il gatto Ribes, così buono tanto che “non faceva male a nessuno”, benché credesse di essere il padrone della casa. C’è una riflessione di Alex: voler essere libero come quegli uccellini. Ma la vita chiama e un giorno queste gioiose immagini resteranno nella memoria a testimoniare un periodo felice al quale chi è dotato di sentimento talvolta desidera di fare ritorno