Giovanni Lugaresi – Diario pandemico al vento dei fiori
“Diario pandemico/ al vento dei fiori
Originale la concezione-costruzione del libro, anche dal punto di vista grafico. Una pubblicazione elegante e corredata dalle illustrazioni di copertina e quarta di copertina molto belle e “appropriate”.
Quanto ai contenuti, sai bene come consideri la tua poesia e come certe tue immagini mi tocchino profondamente. Bene alternate osservazioni, opinioni, considerazioni tue, in prosa, ai versi.
Poi, ci trovo gli uccelli cari al mio Pascoli: cince e ghiandaie; luoghi a me cari come Praglia e gli Euganei; ambienti e scene domestiche che vanno oltre il fatto personale. Nonché l’armonica sintesi di paesaggio-ambiente e sentimenti personali.
Toccante, nella sua spontaneità (“le palle”!), semplicità-immediatezza, la lettera di Giulia.
Peccato, nella tua risposta, quando accenni agli IMI, l’errore di battuta: Gianrico Tedeschi, diventa Todeschi.
Ma ecco un po’ di righe che mi hanno piacevolmente-magicamente, coinvolto (sono soltanto degli esempi!)
Corre l’azzurro/ sul filo del prato:/ il tuo sguardo di allora/ -due gocce di cielo -/ lo stesso di ora.
Sgocciolano le ore sul muro della vita
gioia delle minime cose
Seduta su un filo di sole/ contemplo
Alita l’ardore del vivere
nel passeggino di sole/ un fiore in attesa di radici/ un volto bambino/ radioso di esistere…
L’attimo dell’onda selvaggia
Donna della via Crucis alla folata dei Serrai/ dei rosari litanie dell’anima
E così si invola la vita/ cincia ballerina fra prati di nostalgie
Fra mani d’erba/ splendenti al primo sole/ delle violette.
E subito ti sento viva madre a me accanto con le tue mani/ fiorite di stupore e tu padre reduce dal campo imico/usciti dalla guerra con baldanza misurata dentro/ sempre accesa e, lo ripeto, per quell’amore eterno per la vita.
Quanto a persone che hai citato, il vecchio Francesco Jori, stimatissimo (fra i pochi) collega di bei tempi andati, mi sovviene… Era il 1982-1983, quando fu colpito da una forma molto seria di polmonite e venne ricoverato a lungo in ospedale, dove andai a trovarlo… Era malridotto, anche se, con le sue battute, cercava di minimizzare la situazione.
Se la cavò… alla grande.
Non voglio trascurare la Prefazione di Valentini:
DI ECCELLENZA!!!