Ginevra Grisi – Sottovoce a te madre

Sottovoce a te madre

Sottovoce, forse, è la sorgente da cui sgorga una voce in realtà adamantina che – anziché oscurarsi nel lutto della perdita – squilla nella limpidezza di una poesia allo stesso tempo matura e genuina.

La madre si fa scrigno della giovinezza dell’autrice stessa, quasi che – ella scomparendo – con sé porti l’età dell’innocenza. Che sia tombale rinuncia alla spensieratezza o rito di passaggio verso la maturità, eternamente giovane rimarrà la madre stessa, novella Ebe, conservando la propria e l’altrui levità (non a caso una delle liriche è intitolata Madre, come tu fossi figlia).

Nella tradizione della letteratura italiana la figura della madre viene evocata quale depositaria del ricordo e sede dell’abbandono (limitandoci al ‘900 ricordiamo Ungaretti, Montale, Quasimodo, Pasolini…), in punto di morte. Anche in questo libro siamo in presenza di un distacco, ma il lutto è sostituito e trasfigurato in un inno alla vita, trovandoci al cospetto di un’ode che nella parola stessa, nel verso trova una catarsi “Così allora che tu ti spegnesti / catarsi e armonia mi infuse il verso / e mi colmò il vuoto dell’assenza / di rugiadosi petali“.

E proprio nel cuore della parola si sintetizzano presente e passato, trovano compimento le traiettorie di diversi destini (quello proprio e quello della madre) in un solo e sempre ridestato sogno di giovinezza: “Quasi cascate irruenti / esplodono voci risate pianti / fra odori buoni di vita. / Intorno aleggiano trepidi / madre, i nostri giovani sogni“.

L’intensità dell’esistenza è data dai contrasti, ci insegna la Toffanin. Soltanto da un profilo delineato si qualifica una presenza, ma non vi è scontro nel momento in cui ciascun tratto trova la sua postura ell’equilibrio di un volto: “Lenti s’accordano / in sinfonie sfumate / i colori contrasto“.

E allora alla giovinezza si aggiunga l’armonia, come cifra peculiare di questa opera che sublima a valore assoluto il dolore e ne fa vettore di più profonda quiete e trasfigurata proiezione verso una felicità senza tempo, quella che unisce ricordo, sentimento e, nel verso, futura memoria.