Gianfranco Vinante – E ci sono angeli

…E ci sono angeli mi ha preso due volte: una, chiaramente, per il molto che già esprime in tanta varietà di situazioni “bambine” e di reazioni etiche e psicologiche sofferte e francamente rappresentate; un’altra, per i rimbalzi d’eco che me le ha fatte cogliere ancora più vive.

Ma proprio per questo ho potuto meglio apprezzarne il dettato originale, tanto da farmi rammentare un pensiero di Virginia Wolf: “Che cosa è una frase adorabile? Una frase che ha assorbito tutta la verità che poteva starci”. Come “parolatore” questo mi ha singolarmente colpito, specie (intanto) nei richiami del tuo dire alla prima espressività umana, dalla nipiolalia all’inizio d’un riconoscibile linguaggio. Non posso non citarne almeno tre: “Gorgheggi-virtuosismi di fringuello | e sillabe/bisillabe d’arcane litanie” – “Il cielo è tutto nei tuoi occhi | … | attimo…riatteso | nell’ora passeggera | che in te rimane acceso | questo sillabario di ricordi piccini” – “Cicala | … | ché nell’aria frinisci svagata | … | con ali sempre | in volo di sillabe”.

Ma quindi tutti gli Angeli-Bambini dalle ali strappate, ai quali è tolta da sempre e in mille orrendi (sempre) modi, in sempre orrende circostanze, la “meraviglia di esistere”(Tagore).

E tutti li vorremmo cresciuti “In fiducioso abbandono tra mani fiorite di rispetto!”.

Sarebbe un spinta più univoca e decisa a ripensare la realtà spirituale dell’Angelo: millenaria icona-realtà dei messaggi che il “Totalmente altro” ci irradia. Soprattutto il bisogno della Preghiera, in simbiosi d’emozione e speranza, mente e mistero; presente anche in tuoi due (almeno) profondi e diversi respiri.

Quello inconsueto e ardito del “Piangi cielo la tua buona novella sconfitta” e quello, più ritmato sulla tradizione, ma ugualmente appassionato: “Angeli salvate l’anima del mondo”.

E mi è impossibile non scorgere tra di loro anche quelli che “salgono” dal meglio dell’essere umano: dalla prima esclamazione di conquista all’ultimo “amen” di abbandono…