Francesca Tedeschi – Dell’azzurro ed altro
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Padova e il suo territorio nr. 76/1998
È significativo il titolo dato ad una delle sezioni di poesie di questa raccolta: “Acquerelli”. Tale è infatti l’impressione che lasciano i componimenti di questa autrice, che pare aver intinto il pennello per dar forma ai ricordi, in cui tutto è “un brulicare denso di colori”: cieli blu cobalto. rosso di faggio, covoni dorati, tramonti di primavera entro aria di cristallo.
Una ricca tavolozza viene messa a disposizione dei pensieri che scorrono dalle tonalità gioiose dell’infanzia. dell’amore, degli affetti familiari, fino alle tonalità scure e opache della notte che inesorabilmente e con spietata noncuranza inghiotte ricordi e persone amate.
Vi è un tema ricorrente nei componimenti dell’autrice, presentato in due aspetti contrastanti ma complementari: l’immagine dell’al di là, di questa dimensione misteriosa oltre la vita terrena, vista ora come “vortice pazzo” che pone fine ad ogni illusione e speranza, ora come visione celestiale di “prati di stelle” rassicuranti e festosi.
Sono versi ricchi di suoni, colori e immagini attinte dal mondo circostante, ma proiettate in una dimensione ideale. quella del ricordo, della memoria, dell’anima, dove vengono ricomposte e riplasmate, proprio come fa il pittore che guarda alla natura per ricrearla in modo soggettivo e più rispondente alla sua sensibilità. Non a caso il testo è arricchito da disegni del pittore padovano Marco Toffanin: una conferma di come l’arte, in tutte le sue espressioni. risponde all’eterno sogno degli uomini di essere creatori e artefici della realtà in cui vivono, quasi cori l” illusione d’essere dei”.