Antonella Cesari – Diario pandemico al vento dei fiori
Indizi, messaggi e connessioni dell’umano: un banchetto di parole
Il Diario Pandemico di Maria Luisa Daniele Toffanin ci raggiunge come garbato ed elegante invito ad un banchetto di parole, allestito en plein air, “al vento dei fiori”, magistralmente raffigurati dalle trasparenze degli acquerelli di Luciana Filippi. Esse ci restituiscono anche il mistero di quella linea dell’orizzonte dove la vastità del mare va a sfumarsi con la vastità del cielo.
Si rimane còlti da un senso di stupore profondo nel ripercorrere e nel rileggere i due anni della pandemia attraverso i versi e la prosa dell’autrice. Inebriati dalla sua intuizione interiore, dalla consapevolezza dell’unione di tutte le cose che sembrano respirare appieno, in sintonia con il respiro della terra, del cielo e del mare, dell’universo intero.
Chi conosce il suo stile poetico sa bene come riesca ad abitare con semplicità e naturalezza gli “spazi interiori” senza abbandonare la “superficie”, senza sottrarsi al peso delle esperienze di vita concreta, personale, familiare. Per questo la sentiamo vicina, credibili le sue parole. Credibile il suo Diario Pandemico, anche per il suo grande senso di responsabilità di fronte all’esistenza, per indicarci “l’etica stella”, come se volesse dirci “la vita non aspetta, ma esige di essere vissuta con attenzione e impegno, soprattutto nei momenti più difficili e drammatici”.
Sfogliando le pagine del diario, avvicinandosi ai testi, cercando di immedesimarsi nelle sue riflessioni in versi, si ha l’impressione che l’autrice proponga uno stile autenticamente altro di raccontare i lunghi mesi del lockdown e della pandemia. Pur non nascondendo la fatica e le paure, Maria Luisa Daniele Toffanin è stata capace di entrare negli “anfratti” dei drammatici e inquietanti accadimenti di quei mesi, reali e quotidiani, abitando l’interioritas delle cose, degli eventi, delle persone, delle relazioni. Ha desiderato e coltivato, oltre l’isolamento della quarantena, luoghi virtuali per poter sentire voci amiche, le melodie dell’essere, che promanano dalle abissali ma comunque calde profondità dell’esistenza, a iniziare da quelle del suo stesso cuore. Da cui promanano rassicuranti segnali di contatto, affettuosi segnali di vita.
.No, non può morire il mondo
se la luna col suo candore immacolato
come la prima notte della Terra
illumina ancora il tenebroso cosmo.
No, non può morire il mondo
se pronuba ispira riti d’amore
ad una donna nutrita
d’ardore-coraggio
per una nuova creatura.
[…]
(Diario Pandemico, al vento dei fiori pag. 125)
Il Diario Pandemico di Maria Luisa Daniele Toffanin è una attendibile, fedele e preziosa testimonianza dei lunghi mesi della Pandemia. Incanta, soprattutto, il suo sguardo sul mondo, sulla natura, sulla vita reale. La sua straordinaria maestria nel saper raccontare, descrivere quel “qualcosa” che l’occhio esteriore ed interiore riesce a cogliere quando, nell’abbracciare rispettosamente la superficie dei fenomeni concreti, fisici e naturali, benché drammatici, si sforza di contemplarne “l’Essenza” rimanendone illuminato. Perché per noi è questo luminoso e penetrante sguardo a suscitare ammirazione, interesse e desiderio di guardare con la stessa intensità.
La sua riflessione va a toccare i grandi temi dell’amore, della bellezza, della fragilità dell’uomo, della storia e dei destino dell’uomo, e non da ultimo dell’etica: della condotta da scegliere, anche e soprattutto nei momenti difficili, come la Pandemia, per essere apportatori di unità, dentro e fuori di sé.
Se la Pandemia, come tempesta anomala, ha disvelato la vulnerabilità dell’esistenza, la frammentazione dell’identità, l’inadeguatezza di integrare e alimentare l’esperienza e il vissuto, il desiderio e la ricerca di “risorse nuove” cantato in versi dall’autrice, ci ha indicato la strada per vivere anche l’incapacità provocata dal dolore con un altro animo e un altro sguardo.
Centrale é il tema della relazione, dell’interazione con l’altro quale dinamica fondamentale, inscindibile del vivere autenticamente. Secondo la sua visione di rapporti, è nel relazionarsi che l’uomo raggiunge e mette in atto la propria vera essenza, nella stretta interconnessione tra la dimensione della propria individualità e quella della fraternità con il resto del creato e in particolare con l’altro essere umano. Un’ apertura che permette di parlare di ciò che si ha a cuore, un comunicare con gli altri circa le priorità, le aspettative, le risposte sulle questioni ultime.
Come coordinatrice di Geapolis Community ho avuto il privilegio di condividere con l’autrice il divenire del tempo che ha portato al concepimento, alla gestazione del volume, nato da un atto d’amore tra la forza della Parola e il desiderio di futuro.
Nei mesi più cupi e angosciosi della pandemia infatti, i nostri quotidiani contatti telefonici sono stati per dirci ed esortarci a cercare Parole Risorse Nuove.
La progettazione condivisa dei percorsi poetici virtuali pubblicati su Geapolis Community ci ha permesso di fare rete attraverso il web. Il nostro impegno: mettere in circolo l’antidoto della poesia per contrastare il ripiegamento e la solititudine durante gli interminabili mesi della quarantena.
Così ho assistito alla maturazione dell’idea di questa antologia dei suoi scritti, assemblati, in un primo momento, per avere a portata di mano brevi pensieri che calmano, consolano, infondono speranza, riaccendono il cuore di sentimenti e affetti rinnovati. Poi, in un secondo momento è subentrata l’intenzione di renderne partecipi gli altri, in primis i familiari e gli amici, con i quali si sono condivisi i timori e i tremori durante gli interminabili mesi del lockdown.
Urgono Parole Risorse Nuove
[…]
Ascolta ascolta pure questa parola altra
tra i fili ravvivati del telefono
è ancora fiore di vita rifiorita dentro
in aiuole di primule e viole: parole parole vere
fra noi sussurrate tepore della nostra umana primavera
espansa nell’insieme-corolla, o cari incontri virtuali!
irradiata dal profumo di tre umili viole ieri strette
fra le mani d’erba, or immillate nel vivaio interiore
essenza di rinnovo sempre oltre i più varianti eventi
quale antica promessa attesa garante dei sogni futuri.
La vita fiorita avanza pure sui fili del telefono.
(Diario Pandemico, al vento dei fiori pag. 25)
Attraverso la poliedricità dei temi proposti, con “Diario pandemico al vento dei fiori” l’autrice ci insegna che è la storia stessa a mostrare che l’azione non basta. Serve anche la contemplazione. Anzi, che senza la contemplazione l’azione non vale niente. Tuttavia si tratta di una pratica esigente. Richiede di attuare scelte a cui non siamo più abituati: la concentrazione, la rinuncia, il silenzio, la solitudine creativa. Esige da chi la abbraccia un vero e non sempre facile decentramento da sé. Ma “finché ci saranno esseri umani che vi si dedicheranno, anima e corpo, potremo guardare al futuro senza paura”. Maria Luisa Daniele Toffanin è certamente una di loro, soprattutto per la sua capacità di incamminarsi e mettersi in gioco sulle POETICHE E PROFETICHE VIE DEL DIALOGO INTERGENERAZIONALE per SOGNARE e cercare insieme “PAROLE-RISORSE nuove” (Cfr. Gl 1-2)
Antonella Cesari (Coordinatrice di Geapolis Community)
Per saperne di più: Con Maria Luisa Daniele Toffanin… “Parole Risorse nuove”
https://geapolis.eu/con-maria-luisa-daniele-toffanin-parole-risorse-nuove/