Antonella Cancellier – Appunti di mare
Appunti di mare
Il mare, geografia mentale di paesaggi reali e interiori, emerge nell’esperienza poetica ed esistenziale di Maria Luisa Daniele Toffanin con la carica semantica di un archetipo capace di elaborare una rete organica e articolata di riferimenti mitici e culturali, sostenuta da linguaggi e prosodie che hanno il tono e il tempo ora di epifanie improvvise ora dell universalità dell’epopea.
Spazio privilegiato di dinamiche analogiche e metaforiche, il Mediterraneo di Appunti di mare è un significante in continua mobilità e metamorfosi, proteico e pronto a declinarsi in molteplici sfaccettature. Può essere la forma dell’infinito o dell’ineffabile, della precarietà o della costanza, dell’evanescenza, dell’ignoto, dell’operosità, della speranza o, ancora, della carezza amorosa…: “marino lapislazzulo” da stringere “fra le mani dell’anima” o specchio dell’umano vivere nelle sue mutazioni (“Sono una goccia salmastra”, “Sono l’onda più ardita”, “Sono l’onda piatta-pecora d’acqua”, “Sono l’eco smeraldo / dell’acqua più pura”), il mare però può essere anche “liquida terra / ove galleggiano croci”, così, come in quell’immagine sinestesica, inattesa e fulminante, di grande impatto iconico, che allude alle drammatiche traversate verso Lampedusa e che mette in luce lo stare nella società civile di Maria Luisa Daniele Toffanin, il suo impegno di poeta consapevole che fare poesia non è esclusivamente un fatto estetico ma è anche etico e che la dialettica dell’io-realtà è la radice di ogni esperienza ontologica e epistemologica.
Il libro, recentissimo (stampato nel giugno di quest’anno), è composto da due composizioni già pubblicate (A Tindari da un magico profondo, Patti, Nicola Calabria editore, 2000, 2002, Premio “Surrentinum” e Da traghetto a traghetto per non morire, che combina insieme versi e prosa poetica, uscito in appendice a Silvana Serafin, Pensieri nomadi. La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin, Venezia, Studio LT2, 2011), ognuna con identità e toni propri che, sotto lo stesso segno del mare, in questa nuova veste editoriale rinascono illuminandosi reciprocamente. Emergono intensamente le cifre stilistiche, rigorose e precise, di quest’opera moderna e classica allo stesso tempo, dove l’intelligenza speculativa diventa il motore di emozioni e visioni e dove, specularmente, emozioni e visioni sono il motore di un’intelligenza speculativa. Una poiesis sorretta da quello stupore metafisico dei veri poeti, dove il pensare e il poetare di Maria Luisa sono stretti in una magica e lucida alchimia.
Sgorgate da due viaggi in Sicilia, le due opere caricano il viaggio di valenze metaforiche di altri viaggi, di altri voli, al pari degli uccelli che “usano le ali / per raggiungere la terra delle luci eterne” e che “diventano vestali dello spazio, del tempo, della luce, quindi dell’eternità”. Viaggio-volo-poesia è la composizione che chiude il libro e che fa emergere il significato dell’esperienza conoscitiva attraverso la tensione delle ali della poesia.
Uno sguardo all’apparato paratestuale: il volumetto è accompagnato da una bella introduzione di Stefano Valentini ed e arricchito, già prezioso di per sé, dai profili di costa di Marco Toffanin che fanno di Appunti di mare un incantevole portolano.
Per una ampia e dettagliata conoscenza dell’opera dell’autrice padovana, mi permetto di segnalare infine il volume di Silvana Serafin, Pensieri nomadi. La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin, i cui riferimenti bibliografici sono citati copra, teso a scandire l’intenso percorso delle sillogi pubblicate dal 1998: Dell’azzurro ed altro, A Tindari da un magico profondo, Per colli e cieli insieme mia euganea terra, Dell’amicizia-my red hair, Iter ligure Fragmenta, fino a E ci sono angeli e Da traghetto a traghetto per non morire.