Nazario Pardini – Maria Luisa Daniele Toffanin e la poesia

Una poesia chiara, netta, lampante quella della Toffanin, dove il verbo assume il suo valore etimologico e dove la Nostra scorre con anima e corpo su un tappeto di velluto verde coma la Natura. Sì, è proprio di questa che dobbiamo parlare nella poetica della Toffanin. Si perde il suo essere nelle latebre di Pan, e lo fa cosciente, perché ama la ama ed è con essa che vuole parlare; i fremiti naturali si fanno sintagmi, lessemi di una poetessa che si aggrappa ai colori, alle immagini di una natura fiorente e sincera. Ella sa che i suoi frammenti saranno le parole dei versi; è la Natura che parla, che spiega le vicissitudini emotive della Toffanin: tutto le si apre, tutto si fa simbologia, tutto scaturisce da un animo alla ricerca di sé stesso, del suo paradigma esistenziale. Qui tutto scorre liricamente, tutto è toccato dalla mano leggera e plurale della Nostra. E ciò significa amare, senza condizione, amare, amare e poi amare; sì amare la Natura,i suoi motivi, perché è in essa che la poetessa trova e si ritrova. Sembra che i panorami, coscienti del suo amore, le vadano incontro,per aiutarla nel reificare i suoi sentimenti, nel renderli visivi in questa enfasi partecipativa, dove ogni fremito simbolico, ogni angolo visivo, ogni naturale anfratto prendono la Toffanin e la portano con sé a scoprire le bellezze nascoste, gli angoli più adatti ai suoi sentimenti, come dalla significativa poesia alla pag. 56, Rossetto di luce, della stessa Toffanin contenuta nella splendida agenda di cui mi ha fatto omaggio:

(…)
Ma dove cercare quel vigore ardore
sua cifra del giorno?
In un angolo segreto interiore arde il cuore
pur in un briciolo di brace non si spegne mai.
Ma quando riavrò quella luce
quella parte di me – vana superflua? –
parte mia intima riflessa sul volto
in un raggio di colore?

Luce, raggio, colore, ricerca intima e spirituale di una poetessa che scava dentro se stessa verso un viaggio che la porti alla sua identità di donna, al suo esistere ed essere nelle concretezza della parola. Qui è la Toffanin, qui dove natura e spiritualità si fondono in un insieme che dia il frutto superbo della poesia.