Maria Elisabetta De Stefani Zaroli – Fragmenta

Grazie amica, per la tua poesia. Tu l’hai scritta e l’hai donata a tutti. Io l’ho letta e l’ho fatta mia. Come dice Pessoa: “Questo è il destino dei versi. / Li ho scritti e li devo mostrare a tutti… / Eccoli già lontani, come su una diligenza… / Contribuiscono forse a ingrandire l’universo / perché colui che morendo ha lasciato scritto / un solo verso bello, ha reso i cieli / e la terra più ricchi / e più emotivamente misterioso / il fatto che esistano / e stelle e gente”.

Per la poesia: “Ti ho vegliata, madre…” di Maria Luisa Daniele Toffanin
Sono toccata nel profondo del cuore e mi sono commossa leggendo la poesia:
“Ti ho vegliata madre / nella terrena ultima notte…”
Anch’io so quanta trepidazione, quante attese, quanta dedizione, quanto amore ho dato per giungere ed essere presente a quest’ultimo momento di vita di mia madre.
Ma so anche quanta consolazione mi è rimasta nel cuore per il ricordo di averle tenuta la mano e parlato dolcemente, mentre i suoi occhi che volevano ancora dirmi qualcosa, si chiudevano piano nel sonno sereno della morte, simile a un dorato tramonto di sole.
“… grata all’Eterno / del tuo sfiorire sì dolce / lungo la siepe del giorno …”
Anche se la perdita della madre, quale punto di riferimento primo lascia “spoglie le spalle di alata difesa”.
Mario Richter, sensibilissimo e attento curatore dell’opera della poetessa Toffanin nel suo saggio critico, osserva che l’esperienza del dolore non prende in lei mai il sopravvento, è subito trasformata in immagini lievi, in colori vivi e delicati, in chiare e rasserenanti visioni:
“Ti ho vegliata /senza scialli di pianto / una velata di tele di rosa”
“Ti ho vegliata / le mani fiorite di viole / umili, grate all’Eterno…”
Così – continua Richter – il dolore ad ogni sua apparizione, risulta sublimato, illuminato da una fondamentale riconfortante fiducia:
“Madre, nell’estasi rapita… / il volto acerbo di perla … ma splendente di albe / serene di cielo discese”
Questa fiducia sta nella certezza dell’inizio di una nuova luminosa vita di Dio.
C’è anche un collegamento ai ricordi dell’infanzia:
“Là nella casa-eco ancora / accesa del nostro vivere.”
il ricordo della casa paterna che risuona ancora delle voci lontane: riaffiorano forse flashback di vita insieme…
Questo collegamento ha un particolare significato rigeneratore (Richter): è una specie di auto-terapia che porta a risolvere le situazioni critiche in una nuova consapevolezza risanatrice.