Luisa Rampazzo. – La grande storia in minute lettere
“La grande storia in minute lettere” è un bel libro, mi è piaciuto molto. (Ma non avevo dubbi che mi sarebbe piaciuto. Ricordo con quanto piacere lessi, dello stesso autore, il libro su Sebastiano Schiavon.
Maria Luisa e Massimo, attraverso lo scambio di lettere tra due coniugi, raccontano in maniera originale: il dolore che la guerra porta con sé, la speranza che davvero è l’ultima a morire, l’assurda sorte toccata a giovani uomini solo perché al servizio della Patria sviliti nell’essere definiti “IMI”, raccontano Padova e dintorni com’era, l’amore struggente tra due persone che va al di sopra di tutto.
Colpiscono le lettere di Lia, lei descrive tutto, lei può, mentre le lettere di Gino possono solo far capire che è ancora vivo, “sta bene”, d’altra parte non poteva raccontare nulla di tutto il male che stava vivendo.
E nel bel mezzo di tutte le lettere la protagonista è comunque lei: la figlia, la piccola Marisa, la Marisina, (l’autrice).
Ma come ha fatto Maria Luisa Daniele a reggere alla lettura delle centinaia di lettere, come ha fatto a spiegare il contesto in cui queste lettere si collocano con lei sempre al centro? Lei è al centro delle preoccupazioni della mamma, lei è al centro per la lontananza del papà, lei è al centro perché tanto amata dai genitori…
E, tra le lettere, anche la letterina di Ermes, l’alunno di Lia. Struggente. Questo bimbo che prega, che pensa alla piccola Maria Luisa.