Giorgio Poli – noti a poesie varie
Pensieri nomadi
… si tratta di un libro dalla struttura insolita: un libro insomma che sembra voler ricapitolare criticamente il tuo lavoro, (tenendo presente, tramite l’intervista, il tuo punto di vista ), presentando in fondo un’altra opera inedita. Forse qualcuno ti avrà suggerito un’operazione del genere che a me sembra invece un po’ discutibile. Certamente lo sforzo che ti ha richiesto questo “compattamento” sarà stato notevole. Io tuttavia, seguendo il tuo suggerimento, mi sono concentrato sull’appendice (Da traghetto a traghetto per non morire). Devo con rincrescimento confessarti che non sono riuscito a entrare in empatia con questo lavoro che mi appare decisamente inferiore ai precedenti. Nel prosimetro (perché di questo si tratta) le prose di raccordo tra i testi peccano di prolissità. Venendo al resto, la spinta ispirativa (frutto di un’esperienza biografica) si estenua e si diluisce in un “tour de force” verbale dove lo sforzo e lo sfoggio verbale predominano, e poi la contrapposizione tra civiltà e umanità “naturale” ha il gusto del risaputo. Oppure, altrimenti detto, la spinta ispirativa assume subito una connotazione idillico-mitico-estetizzante che invece di coinvolgere raffredda. Sono tuttavia perfettamente convinto che qualche altro critico troverà nel libro pregi che a me sfuggono, ma dei quali non mi rattristerò certamente.
Fragmenta
…mi pare proprio che questo libro con cui approdi ad un editore importante, sia un punto d’arrivo decisivo nel tuo strenuo lavoro sulla parola. A differenza di altri tuoi libri, dal taglio monotematico, qui ti giochi tutto e tutta ti riversi sulla pagina, collocandoti nel mainstream della lirica italiana, quello che si è affidato alla confessione intima, alla dizione eletta, al canto spiegato. Alla fiducia insomma nella capacità della parola poetica di muovere e di commuovere chi l’ascolta e chi la legge. Il tuo libro denso e ricco (di forme e di contenuti ad alto tasso d’umanità) è chiaramente espressione di una pienezza vitale sorprendente: vi trovo una indiscutibile adesione al ciclo naturale, ma al contempo uno sguardo rivolto alla trascendenza. Tutto questo è piuttosto raro oggi. Aggiungo infine che per te comporre versi di dignitosa (come minimo) fattura pare operazione naturale, come per altri il respirare o il camminare. Grazie per l’esperienza offertami con l’invio di Fragmenta, mi congratulo e ti auguro di conquistare, grazie ad esso, tutta l’attenzione che meriti. …
A Tindari
La plaquette A Tindari parla di te, della tua inquietudine tipicamente moderna (“sono isola | che lontano vaneggia | terra ferma di quiete”) che solo la visione della bellezza (naturale, paesaggistica, storica) può placare. Questa lettura è stata per me un dolce abbandono ai profumi, ai colori, ai suoni di una Sicilia classico-quasimodiana, diventata ormai luogo privilegiato dell’anima per il suo cielo e il suo mare imbevuti di luce. E come l’antica vestale che custodiva il fuoco sacro alla dea, fai bene a proporti come custode della memoria (Preziose memorie | per accendere limpido il presente. | Ne sarò vestale)
Per colli e cieli
Sbaglierebbe chi parlasse di una raccolta di versi, trattandosi invece di un poemetto che è un omaggio o, meglio, un atto d’amore verso una terra natia, e proprio da questo tema deriva la sua straordinaria unità contenutistica unitamente ad una altrettanto straordinaria compattezza stilistica. L’atto d’amore, nutrito di fiducia per il creato, è supportato da uno squisito senso estetico, all’origine della raffinatezza linguistico-espressiva del libro.