Una toccata e fuga a Firenze
al Pianeta Poesia
Una toccata e fuga a Firenze il 7 novembre 2017 per un incontro letterario organizzato dal Circolo Culturale Casa di Dante. L’associazione Pianeta Poesia ha qui realizzato un Pomeriggio poetico dialogico tra Maria Luisa Daniele Toffanin con Florilegi femminili controvento e Paolo Butti con Nel fuoco vivo dell’amore. Giuseppe Baldassarre presenta l’autore e si intrattiene con lui sul significato del suo libro d’intensa spiritualità, evidenziato anche da una lettura dei testi da parte di Paolo Butti. A sua volta Annalisa Macchia con il suo amabile modo di conversare in lei innato, sottolinea la bibliografia dell’autrice soffermandosi a lungo sul testo in oggetto come risulta dal suo bell’intervento qui riportato:
da sx: Giuseppe Baldassarre, Paolo Butti, Maria Luisa Daniele Toffanin, Annalisa Macchia. |
Come si può bene percepire dalla nota biobibliografica in quarta di copertina di Florilegi femminili controvento, il libro che stasera è oggetto della nostra conversazione, si tratta di una presenza autorevole nel panorama dell’odierna poesia. Le iniziative culturali e di orientamento scolastico da lei promosse, in particolare con L’Associazione Levi-Montalcini, così come le sue collaborazioni a riviste, tra cui quella con La Nuova Tribuna Letteraria, e le sue partecipazioni a antologie, sono numerose. L’elenco delle sue pubblicazioni è particolarmente lungo e altrettanto lungo è l’elenco dei riconoscimenti ottenuti e delle voci critiche che a lei si sono interessate. Solo per citarne alcune: Giorgio Bárberi Squarotti, Marilla Battilana, Paolo Ruffilli, Stefano Valentini, Mario Richter e Andrea Zanzotto. Con Richter ha curato nel 2013 gli Atti del convegno da lei organizzato Il sacro e altro nella poesia di Zanzotto.
A firma di Richter, e sempre in quarta di copertina, si può leggere una nota sintetica ma particolarmente illuminante e sapiente su questo Florilegi femminili controvento, libro ampiamente gratificato da riconoscimenti e successi.
Come si può arguire chiaramente dal titolo, la tematica su cui ruota la poesia di Maria Luisa è qui centrata sulle figure femminili, simbolicamente affiancate ai fiori, alla loro bellezza, al loro delicato o intenso profumo, e da lei affrontate sotto le più varie angolazioni, dalla dimensione pubblica e celebre, come Rita Levi Montalcini o Madre Teresa di Calcutta a quella più intima e privata, come le care presenze familiari, la mamma, la nipotina, la nuora, le zie, le amiche. Emergono figure di donne mai banali, “controvento”, esemplari tra le oscillazioni di dolori, gioie e continue “rinascite” che la vita comporta, portatrici di alti valori e capaci di non comune impegno sociale. Sono ritratti che non si arrestano alla superficie, “la valigia esteriore dell’uomo”, ma scavano nel complesso labirinto dell’anima femminile, esplorando con delicatezza tra segreti e emozioni, sempre tese a trovare il senso ultimo dell’esistenza.
Il libro si presenta suddiviso in cinque sezioni: Dediche, Piccole Donne, Donne di casa mia, Incontri, Florilegi d’amore e memoria. Sezioni, come giustamente osserva Giuseppe Manitta nella prefazione, ipoteticamente definibili “cantiche”, (termine che, tra l’altro, ben si adatta alla Casa di Dante che stasera ci ospita); ne sarebbe conferma l’attenzione e la dedica a Maria, “fiore d’elisio di paradiso / sguardo di cielo sfrangiato d’azzurro / bagliore d’iride divina”, con cui inizia l’ultima parte del libro.
Ogni sezione o cantica, focalizzata su persone diverse, ha peculiarità precise, ma in ogni ritratto è manifesta l’esaltazione della figura femminile, la sua essenza, le sue incredibili e troppo spesso non riconosciute potenzialità. Una concezione che culmina nella figura di Maria, la Madonna, massima espressione di amore, di sacrificio, di maternità, contemporaneamente legata alla terra e al cielo, ispiratrice di opere d’arte che rimangono dentro “come arpa divina del creato” e i cui occhi riflettono l’amorevole sguardo divino.
Una nota particolare merita lo stile di questa autrice, già ampiamente e ottimamente rilevato da chi si è espresso sulla sua poesia. Uno stile dall’alto contenuto etico, anzi, come sosteneva Zanzotto, “di intensità etica oltre che estetica”, raffinatissimo, ricco di figure retoriche (anafore, sinestesie, ossimori…), di grande musicalità, volto ad armonizzare sapientemente un linguaggio colloquiale con un lessico colto, che affonda con estrema naturalezza le sue radici nella lingua latina e greca. La maestria nel giocare con questi elementi diversi, conferisce al dettato un tono aulico, prezioso, a tratti disteso e meditativo, suggestivamente moderno e raro nel panorama letterario odierno, dove non di rado si fa strada una superficialità troppo spesso spacciata come innovazione. Un panorama dove, per fortuna, nascono anche degni e profumatissimi “fiori”.
Paolo Butti e Maria Luisa Daniele Toffanin. |
L’autrice legge alcune poesie e in particolare si sofferma sul percorso fiorentino del nonno materno, Sebastiano Schiavon, importante sindacalista e uomo politico dei primi decenni del Novecento, qui alloggiato in via Delle Lame, con la moglie Elvira e la figlia Natalia, e con l’Ufficio dell’Unione Popolare al Canto de’ Nelli davanti allo splendido San Lorenzo. Il racconto di questi fatti è sollecitato dal testo poetico Madre-coraggio-sacrificio in cui l’autrice parla di sua madre, ancora adolescente, orfana del candido giglio che ha dovuto subito impegnarsi nella vita aiutando a crescere i tre fratelli e attivarsi nel lavoro data la situazione economica precaria della famiglia. Allora i politici come Sebastiano Schiavon morivano poveri e lasciavano la sola eredità di valori. A parte questo dato personale, il pomeriggio si svolge in un alternarsi di letture di testi da parte di Paolo e Maria Luisa con brevi commenti personali, in una serie di risposte alle domande proposte dai relatori. Entrambi gli autori sostengono che la poesia oggi purtroppo è poco seguita perfino nella stessa Firenze, questo anche a causa della scarsa attenzione dimostrata nelle scuole per tale genere letterario. Qui il discorso però non ha il necessario approfondimento per il tempo ristretto. La Toffanin e Butti alla fine scoprono in questo dialogo fra poesie una fede comune nella donna per le sue potenzialità con cui potrebbe migliorare il mondo in un’analoga visione divina dell’Amore. Così rapidamente ma nell’autenticità dei versi e della parola si conclude l’incontro organizzato con professionalità e passione.
L’autrice ricorda con piacere e gratitudine la conoscenza inattesa con Fiorella Falteri, collaboratrice di Alberta Bigagli, e il dono di un calendario 2018 con le sue poesie sempre pregnanti. E subito esprime la sua ammirazione per l’impegno umano, sociale e poetico della Bigagli. E con Fiorella rivive le poesie ricevute quali recensioni ai suoi libri. Afferma: «Eravamo proprio in sintonia e sono grata al cielo di averla incontrata anche, credo, nel 2007 o 2008 per la presentazione di Fragmenta, organizzata da Pianeta Poesia, dove ha parlato dei miei versi come di una musica che stava ascoltando.» Esprime ancora la gioia di questo momento che le riporta memorie felici, dolorose e ora la consapevolezza di quest’attimo carico di umanità vissuto con Fiorella proprio nel momento finale del pomeriggio culturale.
All’iniziativa sono presenti anche l’amica Donatella Tesi, compagna di tante ore felici a Compiano e spesso interprete dei suoi libri, Leonora Leonori Cecina e altre già conosciute in precedenti incontri e lettrici de La Nuova Tribuna Letteraria con cui l’autrice collabora.
Assenti per gravi motivi, ma virtualmente presenti le care Mariagrazia Carraroli, Paola Lucarini, Mariagrazia Cojaniz, Maria Valbonesi, Mariella Bettarini. Le stagioni della vita mutano: il fiore della poesia ancora si fa corolla ma non sempre si ha la possibilità di coglierla insieme. In ogni caso l’autrice le ringrazia per la loro amicizia e presenza nella sua vita-poesia e così pure rivolge un pensiero di gratitudine ad Annalisa Macchia e a tutto il Pianeta Poesia per l’appassionato e continuo impegno culturale.
Locandina dell’evento. |