Pomeriggio d’amicizia nel ricordo


Il due marzo 2017 è stato un pomeriggio particolare vissuto assieme agli ospiti della residenza per anziani Civitas Vitae Nazareth di Padova, organizzato da Lorena bella figura piena di creatività e soprattutto di disponibilità verso le persone che vivono in questa realtà. Incontro sollecitato all’autrice gentilmente da Luciano Nanni e da lei raccolto come un bel momento da trascorrere in amicizia, nel ricordo. In effetti l’ora è trascorsa in un viaggio attraverso la memoria compiuto da Maria Luisa Daniele Toffanin insieme con la valida e generosa partecipazione di Stefano Valentini e le letture garbate e sensibili di Grazia Bari.

Si è parlato della madre dell’autrice: delle sue esperienze bambine nella famiglia, con il padre onorevole al Parlamento morto a 38 anni, della sua fatica di crescere, insieme con la mamma Elvira, i tre fratelli, e dei suoi sacrifici anche per farli studiare dato che ai quei tempi i politici morivano onesti e poveri. Si è ricordato poi, sempre attraverso le poesie di Florilegi femminili controvento, la sua vita di donna sposa, presto sola col marito prigioniero nei campi di concentramento imici (degli internati militari italiani – I.M.I.), con l’autrice appena nata quale profondo legame con il marito assente, comune motivo vitale.

da sx: Stefano Valentini, Grazia Bari e Maria Luisa Daniele Toffanin. Maria Luisa Daniele Toffanin.

I più seguivano con vivo interesse il susseguirsi degli eventi e delle emozioni vissute indirettamente o a loro note in qualche modo legate alla prima e alla seconda guerra mondiale. E da questo si è sottolineata l’importanza della presenza dei bambini nella nostra esistenza, dei nipoti in particolare come continuazione del nostro cammino. Una vita quindi cantata come dono che vale la pena di vivere fino in fondo (era proprio di quei giorni la scelta di una persona di farsi morire in Svizzera), anche attraverso purtroppo l’esperienza del dolore.

Un dono, si riflette ora, anche se vissuto in queste strutture in cui però ci si sente ospiti seguiti e trattati con rispetto e amore in un ambiente completamente rinnovato, accogliente come un bell’albergo. In questa atmosfera di amicizia e di intimità creatasi spontaneamente sono sorti vari interventi sulle proprie esperienze: una signora in prima fila si è rivelata sommessamente profuga giuliana, laureata in matematica, a 97 anni dava ancora ripetizioni; un altro ospite precisava il numero esatto di bambini che ogni minuto muore nel mondo, in relazione al libro E ci sono angeli. Sorprendenti segni di vitalità!

L’incontro affettuoso si è concluso in un’atmosfera di reciproca stima vegliata dalla presenza di Lorena, dolcissima ed energica presenza a cui rivolgere un particolare segno di gratitudine per il suo lavoro vissuto come una missione. È nata la promessa di un ritorno con altre letture e altri fatti collaborando a questa opera di reciproca vitale sollecitazione.

Parte del pubblico presente in sala. La Locandina dell’evento