Pensieri nomadi… Presentazione 18.11.2011 a Udine
Pensieri nomadi. La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin
di Silvana Serafin
18 novembre 2011
Università di Udine, Sala convegni “R. Gusmani”
la Scheda del libro
Nel Congresso internazionale “Donne con la valigia” patrocinato da Oltreoceano – Centro internazionale letterature migranti CILM – dell’Università di Udine, nella Sala convegni “R. Gusmani”, venerdì 18 novembre 2011, è stato presentato dalla prof. Rosa Maria Grillo, dell’Università di Salerno, Pensieri nomadi – La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin, coordinatore scientifico e presidente CILM Silvana Serafin.
L’opera aperta dall’editoriale di Daniela Ciani Forza, raccoglie:
– il pensiero critico di Silvana Serafin sul mondo poetico dell’autrice attraverso l’approfondita rilettura delle singole opere;
– tre lunghe interviste all’autrice di Silvana Serafin, Maurizia Rossella e Pasquale Matrone;
– un capitolo ricco di interventi, motivazioni di premi, recensioni da Graziella Corsinovi, Emilia Perassi, Bino Rebellato, Paolo Ruffilli ad Andrea Zanzotto, con il saggio conclusivo di Mario Richter;
– un’accurata bibliografia e sitografia;
– in appendice la silloge Da traghetto e traghetto per non morire di Maria Luisa Daniele Toffanin con introduzione ed epilogo della stessa autrice, costituita da quattro sezioni in cui poesia e prosa si alternano.
Maria Rosa Grillo, dopo l’analisi della struttura composita del volume, conferma che il motivo conduttore del mondo poetico della Toffanin, evidenziato da Silvana Serafin con termini quali nomadismo, migrazione, altrove, è in realtà il viaggio tra La stanza bassa” (opera inedita) stanza degli affetti, dell’infanzia, dell’attesa… e i luoghi dell’anima visitati, interiorizzati tanto da divenire l’altrove poetico impreziosito dal mito classico; tappe però di una crescita interiore, di un ripiegamento, non fuga, su se stessa con ricupero di esperienze stanziali anche del passato. Poesia quindi come nomadismo, viaggio da La Stanza bassa all’esterno, dalla stanza dell’attesa femminile, della memoria a spazi altri in un continuo ritorno all’origine mai rinnegata, di questa nuova Penelope rassicurata sempre dalla presenza benigna della natura. E questo, sottolinea la relatrice, è evidente proprio nella silloge Da traghetto e traghetto per non morire. Il viaggio a Lampedusa è viaggio e ritorno a luoghi già cantati, è espressione di quella circolarità che racchiude l’attesa e il movimento, l’origine e la meta da parte dell’autrice, Penelope e Ulisse insieme. E anche qui il mito, ma anche la realtà ( la tragedia degli sbarchi sulle coste dell’isola) sono compresenti nella poesia che evoca, nella prosa che narra in una continua indagine di luoghi, proposta d’incontri umani e quesiti esistenziali, in un riscoperta di se stessa. Iterata è nell’autrice l’esigenza di ritornare alla purezza delle origini per riscoprire l’antica filosofia del vivere in armonia con le cose e le persone, già messa in luce dal Silvana Serafin. E il mare sembra essere luogo-tempo evocato e narrato, ormai irraggiungibile, che più si avvicina a questa aspirazione di libertà interiore e primordiale innocenza.
Successivamente nel recital poetico presieduto da Emilia Perassi e Renata Londero, Maria Luisa Daniele Toffanin ha letto alcuni suoi testi in un colloquio intenso.