“La stanza alta dell’attesa” in videoconferenza
Oltre la barriera del virus: la prima presentazione in videoconferenza del libro di Maria Luisa Daniele Toffanin “La stanza altra dell’attesa tra mito e storia” alla Biblioteca Civica di Abano Terme, giovedì 3 dicembre 2020.
a cura di Maria Luisa Daniele Toffanin e Daniela Babolin
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Maria Luisa Daniele Toffanin in collegamento |
Finalmente riappacificata con l’online come rivelazione di una vicinanza inedita oltre la barriera del virus. Dopo cinque tentativi a vuoto, causa Covid-19, di presentare il mio libro “La stanza alta dell’attesa tra mito e storia” (Valentina Editrice), edito nel novembre dello scorso anno, il direttore della Biblioteca di Abano Terme Daniele Ronzoni mi ha offerto l’opportunità di collaborare con lui per la presentazione virtuale del libro. Hanno accettato l’idea la cara Daniela Babolin, mia scolara di un po’ di tempo fa, come ideatrice di un percorso dalla stanza alta attraverso la stessa città di Padova e sensibile lettrice delle poesie, e di Luisa Scimemi, ineguagliabile critica che apre proprio le pagine del libro con le sue Note sparse, con il compito invece di recitare alcune liriche e insieme presentare le principali recensioni. Tutto bene quindi, organizzato nei particolari, estesi gli inviti da Ronzoni e inviati alle varie mail: alle ore 16 puntualmente si illumina lo schermo del computer perché dalla biblioteca parte il via alla presentazione. Dopo qualche difficoltà tecnologica iniziale tutto comincia a svolgersi. A dire il vero la mia prima impressione, visti i pregiudizi sulla connessione, è molto piacevole: provo un senso di gioia vedendo questi volti davanti a me, di amici, in particolare quello di Daniela, e di altri, e mi rassicuro. Purtroppo Luisa non riesce a intervenire nonostante i consigli di un’esperta qual è Elisa. E pur vedendoci e ascoltandoci, con suo rammarico non partecipa alla presentazione programmata. Dobbiamo accettare il fatto e proseguire con i ringraziamenti a Daniele Ronzoni e anche a Cristina Pollazzi, Assessore alla Cultura, che poi interverrà esprimendo il suo entusiasmo per questo evento e anche per il premio Mia euganea terra realizzato anche quest’anno nonostante le difficoltà. Svolto il rito dei saluti iniziali spiego che questo libro è nato per le sollecitazioni di Paola Lucarini, di Marco mio figlio e soprattutto grazie alla rilettura del carteggio tra mia madre e mio padre, uno dei 650 mila circa IMI in campo di concentramento, ben raccolto da Massimo Toffanin per realizzare poi La grande storia in minute lettere. Il tutto è evidenziato da Mario Richter in quarta di copertina. Inizio con la lettura della prima prosa, Padova, in cui si parla della nascita in via Aristide Gabelli 15, evidenziando il valore della casa nel contesto in cui si muove l’opera. Casa dove si attende, col conforto di parenti e amici, il ritorno del padre dopo il sofferto internamento, consolato però dall’amicizia e dalla cultura dei compagni di sventura: il filosofo Paci, Guareschi, Tedeschi, Contarello, Guelfi, Gruden, il cognato Leone. Finalmente rimpatria nel settembre del 1945, segnato dalla forte esperienza (… Il tuo sguardo dopo sempre sospeso /nel vuoto a un filo viola-mestizia / anche nell’ora dell’ora dell’oro squillante / e insieme la tua anima felice / a stringere vita-un filo d’erba / appena germoglio del poco) e con la difficoltà, come per gli altri reduci, di inserirsi nel mondo civile.
Questa è la prima attesa evocata nel libro, in cui il filo rosso è appunto costituito dal susseguirsi di attese vitali in quel periodo bellico e post bellico. Il tutto certamente vissuto in parte da me stessa, in parte rielaborato dai racconti della madre, anzi succhiato dal suo latte come direbbe Zanzotto, e pure dalle lettere e dalle foto. Così si fondono insieme mito e storia in questo percorso domestico e cittadino reso nell’alternarsi di prosa e poesia definito da Pardini come prosimetro. Via Gabelli è certamente centro di un microcosmo abitato da persone uniche, come Ada la pianista, Giannina la scrittrice e la sorella Maria pittrice e altre che vivono nelle case sotto i portici con giardini immensi segreti o in appartamenti con terrazze stese sui tetti di Sordina, fabbrica specializzata nella produzione e nella vendita di dispositivi medicali ad alta tecnologia.
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Piazza delle Erbe – Padova |
Chiesa di Santa Sofia – Padova |
Questa via, luogo di incontro e di amicizia, si apre poi verso il macrocosmo: le piazze della Frutta e delle Erbe dove, in tale periodo difficile, era piacevole ritrovarsi con le nostre Giannina e Maria e con tanti altri legati da comuni ricordi, ma anche da desideri di rinascita. Caldo si percepisce il loro affetto per aiutare i reduci come mio padre a reinserirsi con serenità nella vita. Giannina parlandogli: “Hai occhi innocenti” – diceva a nostro padre – “come i primi fiori di rosmarino”. Maria lieve li dipingeva d’azzurro…
E la città veramente avverte un senso di appartenenza evidente non solo negli incontri pomeridiani nei salotti in famiglia, ma anche negli eventi dolorosi come l’uccisione di Luigi Pierobon, nipote del monsignor nostro parroco di Santa Sofia, vittima degli stessi fascisti che in quel periodo giustiziano pure frate Placido Cortese.
Queste morti legano ancor più la città. Si può proprio dire che l’amicizia scorreva per le antiche vie e si manifesta in ogni occasione creando rapporti sempre più forti che dureranno nel tempo, penso a quello con Ada: un giorno lontano lontano leggerà il mio manoscritto Sottovoce a te madre e farà entrare Bino Rebellato come amico nella mia vita. L’ intesa interiore tra persone appartenenti per lo più alla scuola si apre in discorsi didattici o culturali, in una ricerca di bellezza necessaria proprio dopo un periodo di sofferenza. Così in questi salotti patavini si respirava il bello sempre in un’atmosfera frizzante di attese e illuminata da un grande senso della provvidenza e dei miracoli, linguaggio frequentemente da me ripetuto come cifra un po’ della società di quel tempo. Ora tra le attese bambine indimenticabile è l’attesa del presepe e in particolare quella sotto i portici davanti al Santo la notte della Vigilia, resa nella poesia La mia attesa bambina del Natale: L’attesa era il portico / ovattato di silenzio / la notte di Natale. / Là il padre la madre la sorella ed io / insieme tutti stretti / ai tabarri neri dei pastori / con pecore discesi da lontano. // S’alzava avvolgente un suono / ancora struggente di cornamusa / soffuso per gli incavi, effuso / per la piazza del Santo patavino / ma là nel buio era solo nostro / un suono intimo di famiglia / che si faceva universo. // Quel suono era l’attesa / – ora mi si svela il vero – / della Luce nella tenebra.
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Maria Luisa Daniele Toffanin durante il collegamento |
Daniela sottolinea con la sua sensibile lettura l’atmosfera palpitante in queste poesie, introdotte dai miei commenti or ora evidenziati. E così la presentazione procede, con l’ok di Ronzoni sempre vigile al tempo concesso. Ripercorro anche l’emozione delle recite a Natale e in altre varie occasioni, recite personali di una poesia oppure collettive di una commedia nel teatro delle suore lì in via Santa Sofia, alla presenza dei prozii Cesare e Lina Crescente. Con la zia poi e con Vittoria Scimemi mi recavo a un asilo di bambini con handicap a Santa Croce proprio per assistere alle loro rappresentazioni. Tutte esperienze attraverso le quali crescevo, maturavo, proprio percorrendo strade diverse con persone altre dalla mia famiglia. E con dispiacere affrettatamente, ora ritorno ad altri luoghi intimi di Padova, come via Ardigò, Cesare Battisti con Santa Caterina e il ricordo vivo di Tartini. Quindi un’infanzia bella, beata, sottolineata dalla lettura di Daniela della poesia “Se ancora hai stanze felici” perché effettivamente con estrema serenità trascorrrevo soggiorni a Roncaglia, dagli zii precedentemente ricordati, o in campagna dai nonni: tutti luoghi magici come mitiche soste della propria anima nella bellezza della natura e nei riti della campagna. E qui, per onorare mio padre, ricordo le figure dei nonni con la lettura di alcuni versi su Costante e Giuseppina, presenti e fondanti nella mia formazione.
Il nostro percorso prevede ora una deviazione per il ghetto, descritto nella prosa, ricco di negozi come quello di Colombo che vendeva scampoli di cui si veste anche mia mamma frequentando l’atelier (si dice per dire) della Momoli che veste anche noi due figlie ancora piccole, la terza non era nata. E qui mi nasce spontaneo rievocare mia madre in una vecchia foto, così elegante nel suo tailleur grigio con il cappello a larga tesa, al braccio di mio padre ufficiale mentre percorre il Corso del popolo.
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Processione del Santo |
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Gaetana |
Cà Lando |
Ma l’evento tra gli eventi più atteso, letto con passione da Daniela, è la processione del Santo ed altre come avvenimento di appartenenza ad una fede comune e alla città stessa del Santo. La seguivo dall’alto della terrazzina del dottor Mirachian, armeno dentista di famiglia e accogliente nella sua amicizia. E quindi con altre brevi soste in questa città che sento appartenere quasi a mille anni fa, tanto è ormai mutata, rivedo i giochi ai giardini dove spesso soggiornava la Gaetana, personaggio indimenticabile, icona di una Padova altra.
Ma ho nel cuore anche i giochi in corte Ca’ Lando o nello splendido giardino di Via Rinaldi con i gemelli Giuliano e Jone. Mentre nella prima parte della poesia rivivo l’avventura del gioco, con l’arrembaggio di Giuliano alle mura confinanti con il giardino delle suore di via Santa Sofia, nella seconda testimonio la bellezza di un tempo felice seguito da cambiamenti ambientali orrendi: il progresso suicida distrugge interi giardini e parchi per edificare in nome del dio denaro. Nei versi conclusivi riemerge il ricordo dell’amica Jone che non c’è più … O amicizia senza tempo nei giardini / nelle case della gioia e del dolore / nell’aiuola del sole ove ormai riposi / viva ancora nella bellezza dell’arte / nel cuore mio a cui amica / sempre più manchi / nel filare insieme il senso delle ore.
La presentazione si chiude con la lettura di due poesie adatte all’imminenza delle feste natalizie, con l’augurio di un Natale vissuto ora, come in quei tempi, nell’intimità, nella condivisione affettiva e religiosa.
Daniela recitaPastore di Memorie e L’attesa della Befana. Ascoltandola mi stupisco che queste trame di vita raccolte nel libro si rivelano infinite e impensabili. L’amore per i colli, ad esempio, nato in me bambina nei vari Lunedì dell’Angelo lì celebrati con zii, cugini e amici, è rimasto nel mio DNA e mi ha accompagnato fino a vivere quasi ai piedi degli stessi colli, che ammiro dalle mie finestre.
Ispirata, scrivo perfino il libro “Per colli e cieli insieme mia euganea terra”, organizzo un concorso per studenti delle scuole medie sul tema dei colli e infine realizzo con l’abate Norberto Villa un Cenacolo di Poesia proprio a Praglia. Ora questa fase felice della vita, di formazione al bello, grazie anche all’ incontro con Giannina e il poeta Giulio Alessi vicino di casa, continua trasferendosi verso la periferia: una migrazione per riscattarsi come dalla guerra costruendo qualcosa di nuovo, proprionell’aria più pura. E lì il patrimonio accumulato diviene la base per una nuova crescita ora nella Stanza bassa.
La presentazione si conclude con queste letture, con il ricordo grato alle voci critiche presenti nel libro, Luisa Scimemi, Stefano Valentini, Mario Richter, Nazario Pardini e alla bella recensione sul Gazzettino di Padova di Giovanni Lugaresi. Il videoincontro si prolunga con interventi appunto dell’assessore Pollazzi, di Ruggero Ferro che ancora abita in via Gabelli, di Marisa Righetto ugualmente amica di via Gabelli, di Lucia Gaddo, di Paola Moriani, di Franco Piacentini di Feltre, amico anche di Rocca Pietore e delle borse di studio agli studenti dopo il Vaia e tanti altri che rendono il momento vivo e affettuoso. Anche Ronzoni si dimostra soddisfatto di questa prima esperienza virtuale della presentazione di un libro. Con ringraziamenti al Direttore, a Daniela, a Luisa anche per il loro supporto amicale e con lo scambio di auguri natalizi, ci salutiamo progettando nuove simili occasioni.
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Maria Luisa Daniele Toffanin in connessione |
Si fa presente che il libro è in vendita alla Libreria Moderna di Abano Terme e alla San Paolo di Padova.