La stanza alta dell’attesa tra mito e storia a Fratta Polesine


a cura di Maria Luisa Daniele Toffanin

ed Elisa Tosarello

20 novembre 2022

Villa del Palladio a Fratta Polesine.

La conversazione su La stanza alta tra mito e storia è organizzata a Fratta Polesine, domenica 20 novembre 2022, dalla tenacia di Elisa Tosarello che da anni vuole presentare questo libro, boicottato dal covid, grazie anche all’ospitalità dell’Associazione Manegium. Li ringrazio entrambi per la loro sinergia e subito dopo devo esaltare la meraviglia di Fratta Polesine, incanto di monumenti bianchi di una grande dignità e armonia architettonica apparsi nell’azzurro del crepuscolo improvvisamente nella campagna appena attraversata, come un documento storico della bellezza che non muore. Discorso che pretende un’ulteriore visita della città anche per onorare Giacomo Matteotti la cui casa è proprio davanti alla sede del Manegium. E il colloquio con Elisa e il maestro Azzi inizia da me, proprio con un avvicinamento che mi ha molto commosso tra Matteotti e Schiavon mio nonno:

Sono grata per l’invito a Elisa Tosarello e all’Associazione Manegium con il suo presidente Adriano Azzi, per avermi accolto qui a Fratta Polesine dove voglio ricordare e onorare Giacomo Matteotti come voce di libertà e coerenza, contemporaneo, nella legislatura del 1919, di mio nonno l’onorevole Sebastiano Schiavon, cofondatore nel 1919 con don Sturzo del Partito Popolare. Amici, quindi, ma in partiti avversi con eguale amore per la classe contadina e con uguale destino: Schiavon nel 1921 non viene rieletto e morirà quindi subito dopo di crepacuore a 38 anni. Matteotti rieletto subirà la sorte violenta a tutti nota nel 1924 a 39 anni. Mi sento perciò onorata di essere qui a ricordare queste due grandi figure ricche di umanità e impegnate politicamente e nella loro memoria, quale socia fondatrice del Centro Studi Onorevole Sebastiano Schiavon, lascio in dono all’Associazione la tesi di laurea di Sebastiano Schiavon pubblicata nel centenario della sua morte.

L’autrice Maria Luisa Daniele Toffanin. L’autrice, Elisa Tosarello e il presidente Adriano Azzi.

Elisa subito dopo prende la parola di fronte a molte presenze locali, ma anche alla cara Valentina, la sua amica e la nipote, a Marco inattesamente apparso, a mia sorella, felice di vedere anche posti diversi. Elisa mi presenta come autrice nella sua bibliografia e si sofferma sul libro in oggetto focalizzando giustamente l’attenzione sui temi trattati portanti di questo prosimetro: l’amicizia, la solidarietà, il senso di rinascita e lo stare insieme, tutti valori che secondo lei la gente del Po ben conosce. Con un salto pindarico ricorda infatti la famosa inondazione del 1951 quando si manifesta una grande solidarietà da parte del Veneto ma anche di altri territori per aiutare i profughi e la gente colpita drammaticamente. Si avverte anche allora una volontà di ripresa e di rinascita da parte di tutti i polesani per ricostruire quello che avevano perso. Testimonianza questa che avvalora la tesi del libro e cioè che nei momenti più difficili gli uomini si avvicinano di più uno all’altro in una reciproca collaborazione e condivisione del momento storico. Propongo a Elisa la lettura di L’amicizia scorreva per le antiche vie resa più forte alla notizia dell’uccisione di Luigi, giovane cattolico partigiano universitario, da parte dei nazifascisti. Tutta Padova si stringe insieme, in particolare la parrocchia di Santa Sofia, attorno al monsignore, suo zio. Ma nella conversazione emerge che in quest’ora del covid e della pandemia tali valori sono come un po’ caduti: esplode proprio in quest’ultimo periodo, un senso di violenza terribile che pervade tutto il paese con continue uccisioni e morti. E pure un senso di sospetto, di individualismo che fanno pensare più ad un’assenza di valori che ad una ripresa, un imbarbarimento in cui riemergono faccende di vaccini, di eventuali commissioni ministeriali, appesantite dall’orrore della guerra e dalla sensazione di una minaccia comune. Ma poi abilmente Elisa ritorna alla lettura delle poesie scegliendo quelle da lei più amate: L’attesa del Natale adatta al momento ma anche perché l’attesa è, secondo lei, altro elemento illuminante nel libro.

L’amica Valentina.

Il sindaco Giuseppe Tasso.

Esposizione di quadri nella sala.

Pubblico molto attento a queste vicende anche perché alla fine qualcuno sottolinea, pur più giovane di me, di aver vissuto simili eventi e di aver goduto di un uguale stile di vita. Racconto io, infatti, di come si viveva allora a Padova in questo clima di affetto reciproco, di incontro umano nella piazza del Santo, nelle piazze della Frutta e delle Erbe, sotto i portici: ovunque era occasione di trasmettersi notizie ed emozioni. È così che la gente si sente unita, forse più che con gli attuali mezzi, i media. C’era proprio un grande legame profondo. Un esempio riportato è la realizzazione del mio abito della prima comunione da parte della mamma di uno scolaro di mia madre. Ecco in questa Padova così impegnata a venir fuori dalla guerra sono da sottolineare delle figure bellissime come Giannina e Maria, come i due gemelli Jone e Giuliano, figli degli amici del cuore dei miei genitori, i due zii Leone e Antonio che litigavano per un quadro da mettere o di Mussolini o del re. Intanto lasciavano morire nella dimenticanza i principi di vita politica e sindacale del loro padre, l’onorevole Sebastiano Schiavon. Elisa si inoltra nel tema poetico del ritorno del padre, uno degli I.M.I. assieme a tanti compagni quali Paci, Guareschi, Tedeschi… Fatto storico che viene spiegato con una meditazione sul difficile reinserimento nella vita civile dei reduci bistrattati ancora dalla storia e solo più tardi, con onestà critica, riabilitati. Sottolineo inoltre il cambiamento avvenuto in Padova da quei tempi evidenziando lo stile di vita della città attraverso la lettura di Nozze al vento di guerra il cui rinfresco è ambientato nella terrazza al numero 13 sopra i tetti di Sordina. Tutte terrazze che si guardavano l’un l’altra come in una vetrina: un modo di vivere le cose insieme. Ricordo pure la bellezza di alcune strade di Padova, oltre a via Gabelli, quale via Rinaldi, ricca di giardini interni, simbolo dell’amicizia nei giochi con i due gemelli e con mia sorella Elvira. Amicizia fanciulla, serena e ignara del terribile destino di Jone. Quindi momenti anche di grande commozione fra il pubblico veramente attento, partecipe tanto che alla fine alcuni pongono anche delle domande su questo bel messaggio lasciato ai figli, nipoti ma anche ad altri, riscontrabile in queste pagine ricche di fatti storici, vicende umane, sentimenti di un’epoca difficile ma attraversata insieme con quei valori che erano come una forza, un legame comune. Significativa anche la mia lettura della poesia, dedicata ad Elvira, che ricorda la morte dell’usignolo, dono dello zio Leone, che cessa di vivere proprio nel giorno del mio compleanno. Ormai al termine dell’incontro, Elisa precisa che il libro, un prosimetro, presenta una sua identità data dalla ricorrenza di termini aulici, da uno stile elegante e raffinato, segno di cultura, e dalla parte in prosa esplicativa dei testi poetici. Tutte poesie che meritano di essere lette per il loro significato profondo, che è insieme ricordo di un periodo difficile, ma anche occasione per riflettere sui veri valori dell’esistenza. Incontro interessante, di grande partecipazione, con varie espressioni di ammirazione, condivisione, vicinanza da parte di questa gente polesana particolarmente sensibile agli eventi della vita, forse per la presenza del fiume stesso. Un piccolo rinfresco conclude la serata con ultime confidenze tra me e i presenti. Graditissima la presenza del sindaco che molto apprezza questo ricordo di fatti storici superati insieme in uno spirito comune di rinascita.

Scorcio del Pubblico.

Il Presidente del Manegium Adriano Azzi.

Villa del Palladio ed altro

In Fratta Polesine

 

Nella verzura polesana

improvviso un bianco riverbero

s’accende all’ultimo sole

lievita in forma sostanza

 

s’innalza s’erge candida

in colonne pronao la Villa

stampata nell’azzurro cristallo.

E, incanto, in una pioggia a filigrana oro

quasi avanza con le affettuose barchesse

 

si fa a noi incontro, inattesa sorpresa

splendida memoria dogale

stretta ad altre gentilizie dimore

in uno scampolo di cielo.

 

Fra intrecci d’acqua a infinite trame

fra distese d’agresti arpeggi

a noi ti sveli o nobile terra approdo

a genti civiltà diverse

storia amalgama d’inventiva umana.

 

Oasi estiva delizia pace

a chi dal mare dogale risale

per morbide liquide vie

nell’operosa vita polesana.

 

O bellezza indicibile che eterna brilli

nel verde cuore di Fratta

messaggio di potenza veneziana

in ogni dove espansa

 

rimando di armonia viva sempre

a sera nell’umano incontro di poesia al Manegium.

 

20 novembre 2022