Cara Lucia
Selvazzano, 11 aprile 2019
Per Lucia Rescigno
Cara Lucia,
due note sull’ultimo libro “Il vecchio e le nuvole” di Gianni che mi hai gentilmente inviato, per onorare la memoria di questo indimenticabile amico.
Trovo anche in questa raccolta di inediti il sillabario poetico di Gianni: le sue prime sillabe apprese dalla Granmadre natura, custode degli archetipi, dell’amore infinito che la percorre. Sillabe in lui racchiuse, aperte in inesauribile canto di lode alla sua terra, alla madre, al padre, alla casa, alla sua amata Lucia e ad ogni incontro umano. Temi che sgorgano limpidi dalla sua sorgente lirica, da sempre segno di coerenza interiore-vocazione per la vita nelle sue offerte, attese, promesse, speranze, gioie, vissute tutte nei suoi versi con piena partecipazione anche nella consapevolezza del dolore. E ben si addice alla sua ars poetica il termine sillabario, usato dai bambini piccoli almeno ai miei tempi, perché Gianni si avvicina alle cose con
l’innocenza, lo stupore di ogni bambino e come un bambino rivela nella sua scrittura, con vergine spontaneità, la verità del mistero.
Per questa infanzia in lui rimasta immacolata, la parola è leggerezza cristallina, brezza marina, come lui ben afferma … forse sono stato / un uomo d’aria, / di terra, di mare. / Forse un uccello / fuori dal tempo / sempre in giro / fra le stelle…
Una parola mitica come Venere nascente dalle acque, espressione della sua sostanza interiore maturata nella trasparenza del Creato ed elevata al cielo come una preghiera sublime oltre lo spazio e il tempo.
Ecco, cara Lucia, dovrei scrivere pagine intere su Gianni perché è un poeta veramente unico oltre che un amico prezioso, ma ho cercato di sintetizzare così.
Spero che quanto scritto ti sia gradito.
Un abbraccio affettuosissimo
Marisa