Monica Florio – I luoghi di Sebastiano

La figura di Sebastiano Schiavon, già oggetto di un saggio di Massimo Toffanin, ha ispirato un libro didattico ma non serioso, caratterizzato dal confronto generazionale e dalla riscoperta di un passato attuale perché portatore di valori intramontabili quali il senso della giustizia, lo spirito di sacrificio, l’umiltà.

Cattolico e di estrazione popolare, Schiavon è il protagonista di un romanzo on the road, i cui itinerari sono quelli segnati dal suo passaggio durante la febbrile attività che tenne come parlamentare e sindacalista.

Nel percorrere questi luoghi la tredicenne Giulia riscoprirà una Padova inedita e, al tempo stesso, si approprierà delle sue radici in un viaggio a ritroso nell’Italia premoderna afflitta dalla crisi economica.

Il libro di Toffanin è ben più di una lezione di storia: con una prosa semplice e fluida, vivacizzata da un gergo giovanilistico, ci accostiamo alla vita dei contadini padovani, costretti a vivere nei casoni e spesso colpiti dalla pellagra, malattia allora sconosciuta ma così grave da suscitare l’interesse dello “strapazzasiori”, soprannome che fu attribuito a Schiavon per il suo impegno a favore dei più deboli, vessati dai proprietari terrieri e di fabbriche.

Il ritratto di quest’uomo singolare, vittima della tubercolosi, è il fulcro di una narrazione tutta giocata sul dialogo tra un nonno e la giovane nipote, che si traduce in una sorta di passaggio di consegne. Sarà, infatti, la tredicenne Giulia a convincere gli scettici amici che, pur vissuto in un altro contesto, Sebastiano è stato un eroe tanto coraggioso da meritare di essere ricordato.

Giustamente il nonno cela alla nipotina l’identità di Sebastiano, così da non condizionarla, un piccolo colpo di scena che impreziosisce un romanzo da diffondere nelle scuole per promuovere un dibattito non banale sulla società italiana di inizio novecento.

A corredo del testo un nutrito repertorio di foto d’epoca, mentre in copertina spicca l’immagine di una cava di trachite sui Colli Euganei, che ci rammenta lo sciopero organizzato da Schiavon nel 1909 a favore degli operai prossimi al licenziamento.

La citazione:

“Insomma è un po’ un moderno Robin Hood, senza cavallo e senza foresta di Sherwood, e magari vuol dire che maltrattava anche i ricchi…”.