Luisa Segato – Diario pandemico al vento dei fiori
Abbiamo ripetutamente incontrato la penna felice di Marisa nelle sue numerose, ricorrenti pubblicazioni di successo, sappiamo come riesca a far sgorgare, nelle più diverse situazioni, fiumi di parole di letteraria leggiadria ma non ci saremmo aspettati che la tragedia della pandemia potesse sollevare tanto in alto il suo inno alla vita.
In questa minuziosa ricostruzione di giorni e sentimenti che siamo indotti a rivivere con un pathos che ce li riporta presenti si ritrova la riflessione più profonda sul nostro esserci nell’universo. Sullo sfondo del male che infierisce, che lascia padri, madri, amici, fratelli morire senza una presenza che raccolga l’ultimo stremato respiro, senza un rito pietoso a ricordo del loro percorso umano il canto di Marisa che cerca la forza ed il valore di una vita in tutti i suoi magici anfratti è un richiamo forte ad onorare ogni vita chinando il capo alle leggi della natura che tutti ci coinvolge nel giro delle stagioni, uomini piante animali, fiori e virus.
Non si può raccontare in breve la ricchezza di questo libro, la considerazione delle diverse situazioni nella pandemia, i bambini, gli studenti, il vicinato, le amicizie, gli incontri letterari. E’ come se Marisa dipingendo il proprio positivo, rievocando dalle origini il proprio mondo volesse farne dono a tutti nel momento in cui pare sgretolarsi il sostegno della comunità isolata dal virus.
I testi poetici sono ricorrenti, sempre della finezza cui siamo abituati e alcune immagini folgoranti arrivano ad una sintesi di bellezza veramente notevole. Mi piace riportare tra tanti il seguente:
“L’attimo dell’onda selvaggia
smorzata carezza leggera sui piedi
nell’illimitato moto dei marosi
nella voce del vento infinita
fra riflessi di luce abbagliante
alla serenità degli occhi-anima
l’attimo dell’onda leggera sul piede
è l’umano nostro limite
l’umano nostro infinito.”