Luciano Nanni – La casa in mezzo al prato in Boscoverde di Rocca Pietore
La casa in mezzo al prato in Boscoverde di Rocca Pietore
Poesia. Per unirsi come in una specie di affinità spirituale con i luoghi, la poesia è il punto più elevato, quello che, senza disperdere ciò che la memoria trattiene in maniera indelebile, prende coscienza che pure i luoghi e le cose sono soggetti ai mutamenti, che diventano doppi allorché cambia l’individuo nei suoi rapporti con il mondo esterno inserendosi nei cambiamenti che il tempo produce. Se fisicamente un luogo può essere perduto o mutato, ecco che ne resta l’eco penetrando nell’ineffabile realtà della poesia.
Già questi paesaggi sono suggestivi e in grado di suscitare in ogni animo, indipendentemente dalla singola formazione culturale o dall’ispirazione, sentimenti di bellezza, là ove cade l’occhio che percepisce, se è del poeta, quel che non si vede o che appare soltanto. Si rileva nelle liriche dell’autrice una sigla talmente personale da non poter venir tradotta o copiata, le unità sintattiche spesso si condensano in una forma unitaria la cui decifrazione viene lasciata al lettore, specie se trovandosi in armonia con un linguaggio fortemente connotativo riesce a creare ulteriori significati, disponendo la materia linguistica secondo un’ottica che tiene conto della oggettività e delle sue profonde vibrazioni capaci di suscitare una risposta emotiva. Che vi sia una relazione tra suono e immagine per poi riversarsi nella scrittura lo dimostra l’inizio di Neve di primavera: “E fu giorno irto di vento | affilata lama aguzza | su cime” — superfluo dire come qui emerga un senso fonosimbolico nella scelta precisa e non sostituibile di quel momento e di quella figura che in sé coglie la sostanza del logos, inteso nei suoi intimi riflessi anche psicologici.
Un afflato religioso avvolge spesso i versi, e non potrebbe essere altrimenti, poiché natura e divinità trovano il segno coincidente, l’acme del pensiero che vivifica e rende in modo perfetto ciò che lo spirito rivela: non è quindi la esclusiva dimensione descrittiva a rendere irripetibile un testo, ma la remota e inconoscibile fonte da cui proviene.