Alcune poesie – E ci sono angeli

E bambini della lebbra
(per la Giornata della lebbra)

E fra gli arbusti della lebbra
occhi di pece
membra ormai offese acquattate
celate anche all’Angelo dei doni
                        bellezze bambine offuscate relegate
                                        per antica legge l’impuro
                                        al confino deve vivere
                                        e ogni dolore sulla terra
                                        per atavico pudore
                                        si rifiuta allo sguardo d’altri.
Ma quasi uccelli dal canneto
in festoso volo
per nuvola d’insetti o bagno d’azzurro
volano d’improvviso insieme
dal ghetto stanati
da suasiva voce e magliette colorate.

E si riaccende il sorriso
all’incontro umano
rara pausa forse di gioia
chè pur devono talora succhiare
il gusto buono della vita
negato da un nuovo Erode.
                                        Quale misura spessore
                                        ha la felicità
                                        per chi vive infelice stato?
                                        Forse un battito d’ali festoso?

E bambini di Anna

Ci sono bambini-farfalle
nel volo bruciate
dal gas della follia
vivide le ali ancora
nel tuo diario, Anna
innocente canto di speranza
– nell’afrore di morte intorno –
di fede nella vita. Tradita
            Eternata nel tempo.

Ci sono bambini già nati
in diverse acerbe età
abortiti dal maligno
oltre ogni umana misura.

I bambini di Terezin
vivono nei colori accesi dei disegni
in parole-sorgive di poesia
vivono d’amore disperato per la vita.

A Terezin
in punta di morte
brilla un’angelica stella
nel buio bambino.

Vedrai che è bello vivere

Chi s’aggrappa al nido
non sa che cos’è il mondo,,
non sa quello che tutti gli uccelli sanno
e non sa perché voglia cantare
il creato e la sua bellezza.

Quando all’alba il raggio del sole…
illumina la terra
e l’erba scintilla di perle dorate,
quando l’aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.

Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi,
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.

Anonimo

La paura

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei lo stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!

Eva Pickovà

Vorrei andare da sola

Vorrei andare sola
dove c’è un’altra gente migliore,
in qualche posto sconosciuto
dove nessuno più uccide.
Ma forse ci andremo in tanti
verso questo sogno,
in mille forse…
e perché non subito?

Alena Synkovà

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla !
l’ultima,
volava in alto leggere,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedmann
da: Poesie e disegni dei bambini di Terezin 1942-1944
Lerici Editori, Roma,1963.

Urgono Angeli
con ali in preghiera
ché l’acqua del tempo
non dilavi la memoria.