Luciano Nanni – Briciole
Ovviamente si tratta di testi ispirati e aventi uno scopo preciso. Briciole trova molti spunti deliziosi, per esempio “Limpida voce i tuoi occhi” (novembre 2006), un verso che mantiene la purezza delle idee e del soggetto, e pure devo dire del bel titolo “Mani e lune”. Quel mondo infantile viene rievocato con la stessa bellezza che lo ispira: credo che “Colomba” sia una delle liriche più riuscite, per l’equilibrio formale e le immagini limpide. Una realtà armoniosa ricorrente in “Alla settima luna” (la luna è elemento femminile). E c’è un sentimento di grande umanità in “Canarina cantarina” specialmente nella strofa finale. La “mitologia” del pensiero si svela con “Risveglio” e il mondo fiabesco così elegante e spirituale di “In altre leggiadre forme”. Nenie cantilenie (buona l’idea di far rimare le due parole) riprende con accenti personali alcuni topoi dell’infanzia e dei testi dedicati: è poetica perfino l’introduzione a Giulia. Quindi mi tornano reminiscenze (Maria lavava), le rime-assonanze di “Stella, stellina”, poi personalizzate con “Fa’ la ninna, fa’ la nanna” (ultimo verso). Anche nelle parti dialettali si mantiene quel tono di filastrocca (che al dialetto è congeniale) con suoni onomatopeici – “Tutù, tutù, musseta” – del linguaggio infantile, per chiudere con la celebre ‘epifanica’ quartina. Complimenti.
Poesia. Prosegue il connubio (od osmosi) di Dano tra poesia e fotografia, che si compone in un tutto armonioso. Le immagini colgono momenti o particolari suggestivi della natura. I versi hanno una loro peculiare forma: benché in genere brevi, si alternano come lunghezza donando un certo ordine visivo. L’ispirazione scorre limpida, acqua di sorgente. Nei temi molteplici si aprono anche slanci metafisici: ‘Davanti agli occhi | l’infinito’ (Il vuoto), ma lo stile rimane ancorato al mondo reale, senza tralasciare la memoria storica (Due giugno).